Bianca Maria Scapardone

ereditiera casalese

Bianca Maria Scapardone o Gaspardone, meglio nota come contessa di Challant (Casale Monferrato, 1500 circa[1]Milano, 20 ottobre 1526), è stata una ricca ereditiera casalese.

Milano - San Maurizio al monastero maggiore, cappella Besozzi di santa Caterina. Affreschi di Bernardino Luini, 1530.

Biografia

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Andò in sposa ancora adolescente nel 1514 a Ermes Visconti di Somma, figlio secondogenito dell'aristocratico Battista Visconti. Morto Ermes nel 1521, si risposò con il conte Renato di Challant; il secondo matrimonio della Scapardone si rivelò fallimentare, la giovane lasciò lo sposo facendo ritorno prima a Casale Monferrato e poi a Milano. Nel 1526 venne accusata di essere mandante dell'omicidio del suo amante Ardizzino Valperga e decapitata sul rivellino del castello sforzesco.[2] La sua vita scandalosa e la sua tragica fine vennero narrate da Matteo Bandello in una delle sue più celebri Novelle che, tra realtà e finzione, creò questo personaggio. Il suo ritratto, come attestato dallo stesso Bandello, avrebbe costituito il modello per la decapitazione di Santa Caterina d'Alessandria nell'affresco che Bernardino Luini dipinse nella "Cappella Besozzi" della chiesa di San Maurizio a Milano.[3]

«E chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo, vada ne la chiesa del Monistero Maggiore, e là dentro la vedrà dipinta»

Un recente ritrovamento archivistico di Edoardo Rossetti - un inventario di beni in cui vengono descritti minuziosamente gli abiti dei due personaggi inginocchiati ai lati dell'arcone centrale - porta a correggere questa interpretazione del passo del Bandello, e a identificare questi personaggi appunto come Bianca Maria Scapardone Visconti (poi contessa di Challant) ed Ermes Visconti, anziché, come tradizionalmente si credeva, come Ippolita Sforza e Alessandro Bentivoglio.[4]

  1. ^ Donatella Rosselli, Bianca Maria Scapardone, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 52, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999. URL consultato il 24 marzo 2023.
  2. ^ Paolo Colussi (a cura di), Cronologia di Milano dal 1526 al 1550, su storiadimilano.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  3. ^ George Charles Williamson, Bernardino Luini, Elibrom, 2005.
  4. ^ Edoardo Rossetti, «Chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo». Ermes Visconti, Matteo Bandello e Bernardino Luini: appunti sulla committenza artistica al Monastero Maggiore, in Archivio Storico Lombardo, 2012.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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