Il bromografo è uno strumento utilizzato per la fotoincisione in fotografia, in serigrafia, nella stampa offset e in elettronica. Il suo nome deriva dall'uso che se ne faceva in fotografia, dove i negativi usati per la duplicazione erano realizzati in bromuro d'argento.

Fotografia modifica

Questo strumento è solitamente costruito come una cassetta chiusa, nella quale sono alloggiate una o più lampade separate dal negativo tramite un vetro opalino o smerigliato. Il bromografo è utilizzato per la duplicazione a contatto di negativi, vale a dire riprodurre su carta fotografica un negativo nello stesso identico formato. L'alternativa è l'utilizzo di un ingranditore fotografico.

La riproduzione avviene ponendo sul piano di vetro il negativo e, sopra di esso, la carta fotografica con l'emulsione a contatto col negativo. Chiudendo il coperchio, la sua pressione fa aderire perfettamente carta e negativo al vetro, in modo da evitare sfocature; quindi, si procede a impressionare la carta fotografica accendendo le luci interne del bromografo. L'esposizione può essere fatta a mano o tramite un temporizzatore che accende e spegne le luci per un tempo preimpostato e con grande precisione.

Elettronica modifica

Il bromografo viene oggi utilizzato, specialmente in ambiti hobbistici, per la fotoincisione di circuiti stampati (PCB). Sostanzialmente simile al gemello usato in fotografia, questa variante utilizza solitamente delle lampade a radiazione ultravioletta per impressionare una basetta ramata appositamente presensibilizzata. La basetta ramata impressionata deve poi essere incisa in un bagno specifico (solitamente cloruro ferrico -FeCl3-), cioè trattata per eliminare il rame in eccesso.

Bibliografia modifica

  • Garzanti, Universale - La Grande Enciclopedia Tematica, Milano, Mondadori, 2005

Voci correlate modifica