Il Bump Mapping è una tecnica di rendering dei materiali che aumenta la complessità degli oggetti realizzati senza effettivamente aumentare il numero di poligoni che compongono l'oggetto di partenza.

Immagine prima del trattamento; Immagine del Bump mapping da applicare; Immagine ricavata con il Bump mapping

Alla texture che ricopre l'oggetto viene "sovrapposta" una seconda texture (spesso in bianco e nero) che il motore di rendering utilizza per simulare asperità, solchi, sporgenze e così via. Tali dettagli non fanno parte della geometria dell'oggetto ma vengono aggiunti solo in fase di rendering, spesso basandosi sui valori di luminanza della texture in bianco e nero usata per generare l'effetto. A valori più alti (più "bianchi") corrisponde una sporgenza maggiore, così come le zone scure provocheranno una depressione. La differenza massima dal piano (che viene indicato da una gradazione al 50% di grigio) viene fissata con un parametro, e comunque non può essere molta rispetto alle dimensioni dell'oggetto per non causare distorsioni.

A causa della sua capacità di aumentare il dettaglio degli oggetti, senza aumentare il numero di poligoni da renderizzare, il bump mapping viene ampiamente utilizzato nelle applicazioni dove è necessario renderizzare in tempo reale scene complesse e dettagliate (quindi soprattutto i videogiochi).

Modifica di Bump mapping; Isosuperficie

Il semplice Bump Mapping, utilizzato fino ad oggi, è stato ulteriormente migliorato grazie alla potenza sempre maggiore degli acceleratori grafici moderni, un esempio è il normal mapping, che per generare l'effetto utilizza le normali (una normale ad un piano è la retta perpendicolare ad esso) alla superficie su cui l'effetto deve essere applicato. È una tecnica molto più precisa e realistica e i nuovi processori grafici la supportano appieno.

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