Cantabit vacuus coram latrone viator

locuzione latina

Cantabit vacuus coram latrone viator è una (lapidaria) locuzione del poeta satirico Decimo Giunio Giovenale (ca. 55 - ca. 135), sat. X, v. 22.

Nella traduzione letterale: Il viandante con le tasche vuote può cantare in faccia al ladro.

Significato e contesto modifica

In senso traslato: Chi non è in possesso di nulla, nulla può avere da temere.

Il senso di questa massima è piuttosto esplicito e richiama la filosofia di vita, scanzonata e - per certi versi - ricca del modo di vedere le cose tipico dell'area latino-mediterranea: molte volte è preferibile non aver nulla da perdere per poter affrontare con disinvoltura e, appunto, disincanto, anche le più imprevedibili avversità (qui rappresentate sotto la forma retorica di un ladruncolo).

Voci correlate modifica

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