Chikly, Chikli o Chekly (in arabo شكلي ) è un isolotto situato nella parte settentrionale del Lago di Tunisi, noto per ospitare un forte romano e poi spagnolo. È collegato alla cordone litorale da una strada rialzata di 8,5 km che parte dallo stramazzo del lago, tra Le Kram e La Goletta, ed è orientata da est a ovest.

Chikly
شكلي
Geografia fisica
Coordinate36°48′59″N 10°13′02″E / 36.816389°N 10.217222°E36.816389; 10.217222
Superficie0,035 km²
Numero isole2
Geografia politica
StatoBandiera della Tunisia Tunisia
GovernatoratoTunisi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Tunisia
Chikly
Chikly
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Storia del forte modifica

Il Forte Santiago de Chikly è un'antica cittadella romana ricostruita dal governatore spagnolo de La Goletta, Luys Perès de Varga, tra il 1546 e il 1550 [1], su fondamenta preesistenti.

Altri lavori furono eseguiti nel 1574 sotto la direzione di Don Juan Zamoguerra[2] ma la costruzione fu distrutta lo stesso anno durante la battaglia di Tunisi combattuta contro gli ottomani.

 
Veduta aerea di Chikly nel 2010

Il forte fu restaurato nel 1660 dal dey di Tunisi Hadj Mustapha Laz (1653-1665)[3] poi trasformato in un lazzaretto sotto il regno di Hammouda Pasha (1782-1814), per mettere in quarantena i viaggiatori di ritorno dal pellegrinaggio[4][5]. Nel 1830 fu completamente abbandonato e quindi si deteriorò drasticamente.

All'inizio del XX secolo, il regista tunisino Albert Samama-Chikli organizzò i festival di una confraternita chiamata « Les Pompiers de l'île de Chikly », che sarebbe l'origine del soprannome legato al cognome di questo regista[6].

Restauro del forte modifica

 
Vista del cortile del Forte Santiago de Chikly

Dichiarato patrimonio culturale nazionale nel dicembre 1993, l'isolotto è di proprietà del Ministero della Cultura tunisino.

Il forte è stato restaurato nell'ambito della cooperazione tunisina-spagnola dalle équipe dell'Istituto del patrimonio nazionale e dell'Università di Madrid. I lavori di bonifica e pulizia sono avvenuti nel 1994, seguiti dagli scavi archeologici effettuati a partire dal 1995. Sono stati scoperti dei particolari tavoli di mosaici risalenti ai periodi bizantino e romano (IV secolo e V secolo)[7].

L'apertura del forte è stata prevista nel 2014[8].

Riserva naturale modifica

 
Vista del forte con il Jebel Zaghouan sullo sfondo.

La riserva naturale dell'isola di Chikly è stata creata con l'ordinanza del Ministero dell'Agricoltura del 18 dicembre 1993.

Cinquantasette specie animali svernano sul lago, rifugiandosi principalmente nei pressi del forte. Le popolazioni più importanti sono quelle di fenicotteri e garzette, oltre a varie specie di gabbiani e falchi[9].

Da marzo a settembre l'isolotto è un santuario ornitologico, per la massiccia presenza di uccelli migratori[5].

Note modifica

  1. ^ Les Cahiers de Tunisie, vol. XIX, éd. Institut des hautes études, Tunis, 1971, p. 216
  2. ^ Dans le Don Quichotte de Miguel de Cervantes se trouve une référence à l’îlot de Chikly comme un

    «petit fort au milieu de la lagune sous le commandement du célèbre soldat Valencien Don Juan Zamoguerra»

    .
  3. ^ Les Cahiers de Tunisie, vol. XIX, p. 217
  4. ^ Hédi Slim, Ammar Mahjoubi, Khaled Belkhodja et Abdelmajid Ennabli, Histoire générale de la Tunisie, tome III « Les temps modernes », éd. Sud Éditions, Tunis, 2007, p. 87
  5. ^ a b Tahar Ayachi, Le fort Chikly, su mille-et-une-tunisie.com.
  6. ^ (DOC) Férid Boughedir, « La communauté juive dans le cinéma tunisien », Confluences Méditerranée, n°10, printemps 1994, p. 140
  7. ^ (ES) Alberto Garín [sous la dir. de], Santiago de Chikli : una fortaleza española en Túnez, éd. Agence espagnole pour la coopération internationale au développement (direction générale des relations culturelles et scientifiques), Madrid, 2003 ISBN 84-7232-993-3
  8. ^ (ES) Estudio clave para la apertura al público del Fuerte de Santiago y Chikly, su ciencia.blogs.upv.es. URL consultato il 18 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2014).
  9. ^ L'îlot de Chikly. Patrimoine naturel et historique, éd. Ministère de l'Environnement et de l'Aménagement du territoire/Centre d’activités régionales pour les aires spécialement protégées, Tunis, 1999

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