Il sistema di protezione subacquea denominata cilindri assorbitori modello Pugliese consisteva in una "struttura ad assorbimento" costituita da grossi cilindri di scarsa resistenza, contenuti nei serbatoi del combustibile, e prendeva il suo nome dall'ingegnere e generale del Genio Navale Umberto Pugliese che ne fu il progettista.

I cilindri assorbitori Pugliese della Littorio in costruzione

Il sistema venne sperimentato sulle cisterne Brennero e Tarvisio, si dice con ottimi risultati. Fu quindi adottato nella ricostruzione delle vecchie corazzate (classi Cavour e Duilio) e nella costruzione delle nuove Littorio.

Descrizione modifica

 
Il sistema Pugliese delle Cavour

Il cuore del sistema consisteva in due cilindri[1] deformabili mantenuti vuoti, collocati dentro una intercapedine tra lo scafo interno e la murata esterna, che era adibita a serbatoio per la nafta e veniva riempita d'acqua quando questa era esaurita. In caso di esplosione di un siluro o di una mina, il liquido avrebbe scaricato l'onda d'urto su tutta la parete del cilindro, che si sarebbe deformato o rotto, assorbendo (da cui il nome) buona parte della potenza esplosiva e riducendo quindi i danni allo scafo interno.

Sulle Littorio i cilindri erano lunghi 120 m (quindi proteggevano circa la metà della nave, dalla prima alla terza torre) ed avevano un diametro massimo di 3,80 m. Sulle corazzate ricostruite correvano fra la prima e la quarta torre, ossia per circa il 60% della lunghezza, ma il diametro era minore e l'efficacia ne risentiva.

Valutazione modifica

I siluramenti delle navi protette con questo sistema furono:

  • a Taranto la Littorio fu colpita da tre siluri, due dei quali fuori del sistema;
  • a Taranto la Cavour fu colpita da un siluro con detonatore magnetico che esplose sotto la chiglia, fatto non previsto dagli ideatori del sistema;
  • a Taranto la Duilio fu colpita fra le due torri prodiere, ossia in una zona dove i cilindri avevano diametro limitato, e dovette essere portata all'incaglio;
  • a Matapan la Vittorio Veneto fu colpita a poppavia della terza torre, ossia fuori del sistema;
  • il 14 dicembre 1941 la Vittorio Veneto fu colpita all'altezza della terza torre (ossia dentro il sistema) e contenne bene i danni;
  • nella battaglia di mezzo giugno la Littorio fu colpita a proravia della prima torre (ossia fuori del sistema) e contenne bene i danni.

La perdita della Novorossijsk (nome della Giulio Cesare nella marina sovietica) fu dovuta ad una esplosione subacquea sotto la chiglia, ossia un attacco molto simile a quello subito dalla Cavour.

In definitiva, l'efficacia di questa protezione rimane controversa: c'è chi sostiene che proteggeva adeguatamente buona parte del centronave delle Littorio e una parte più piccola sulle corazzate ricostruite. Certamente il sistema non fu messo alla prova dai ben più temibili siluri giapponesi da 610 mm.

Note modifica

  1. ^ Il termine cilindro è colloquiale, dato che erano leggermente curvi e la loro sezione non era costante.

Bibliografia modifica

  • Gino Galuppini, Guida alle navi d'Italia, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982.
  • Orizzonte Mare (volumi 1, 2 e 3), Roma, Edizioni Bizzarri 1970

Collegamenti esterni modifica