Credenza (arredamento)

mobile da cucina o da sala da pranzo in cui si ripongono i cibi, gli arredi da tavola, le stoviglie

La credenza è il mobile di cucina in cui si conservano le stoviglie.

Esempio di credenza

La credenza, come oggetto di arredamento così come lo conosciamo oggi, nasce nel 1600 circa in Emilia-Romagna e in origine era un mobile basso e lungo collocato solitamente nella sala dei banchetti. Al di sopra di esso venivano sistemati in bella vista tutti i cibi nei loro piatti di portata durante i pranzi offerti dalle famiglie nobili ai loro convitati di particolare rango e importanza. Prima di cominciare il banchetto un servitore particolarmente fidato della famiglia, detto "Maestro Credenziere", dotato di una livrea particolare che lo distingueva dagli altri servitori, entrava nella sala del banchetto per "fare la credenza"[1], si introduceva cioè nella sala del banchetto e si disponeva a fianco del mobile dove erano stati collocati tutti i piatti con i cibi, che in seguito si chiamerà appunto credenza, e assaggiava tutte le portate prima che fossero servite ai commensali e poi, rivolgendosi ai convitati con un profondo inchino, diceva: "Signori, vi è stato offerto servizio di credenza", inoltre rimaneva nella sala dei ricevimenti per tutta la durata del banchetto. Fin dall'antichità era pratica comune offrire sontuosi banchetti in onore di un ospite illustre, o per celebrare particolari avvenimenti, e nel Medioevo tale pratica divenne molto frequente soprattutto per celebrare l'alleanza tra due Signori, spesso coronata dalle nozze dei figli delle due casate, infatti quando un Signore voleva ingrandire il proprio feudo per sete di potere non aveva che da muovere guerra ad un altro Signore suo rivale per inglobarne i suoi possedimenti. Quando non era possibile questa opzione, si ricorreva ad una alleanza, suggellata spesso da ricchi doni e prebende oppure, ma non sempre, dalle nozze dei propri figli per imparentare le due Signorie, ed era proprio in tali occasioni che si davano sontuosi banchetti in onore dell'ex avversario, ma poiché in questo stesso periodo storico era anche molto in voga eliminare gli avversari politici con il veleno, anche durante un banchetto, ecco che si affermò la pratica di "fare la credenza". Tale pratica era volta a tranquillizzare i convitati che i cibi loro offerti non fossero avvelenati e per questo il "Maestro Credenziere", dopo aver assaggiato tutti i cibi, rimaneva nella sala dei ricevimenti fino alla fine del banchetto, proprio per assicurare che egli stesso non fosse stato avvelenato, dando "credenza", creando cioè persuasione in tutti i commensali della bontà e purezza dei cibi offerti, ma soprattutto che non vi fosse nessuna cattiva intenzione da parte del proprio Signore, ovvero quella di avvelenare qualcuno dei commensali. Il termine passò in seguito ad indicare il procedimento della "credenza" e poi, verosimilmente, la stanza destinata a tale pratica ed infine il mobile delle stoviglie[2].

Note modifica

  1. ^ http://www.italienverein.de/Molla/La%20Molla%2001_2010.pdf[collegamento interrotto]
  2. ^ Etimologia : credenza

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