Cynarctus

genere di animali della famiglia Canidae

Cynarctus è un genere estinto di mammiferi carnivori, appartenente ai canidi. Visse tra il Miocene medio e il Miocene superiore (circa 18-10 milioni di anni fa)[1] e i suoi resti fossili sono stati ritrovati nella parte occidentale del Nordamerica (Colorado, California, Maryland, Nebraska e Texas).

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Cynarctus
Cranio di Cynarctus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Borophaginae
Genere Cynarctus

Descrizione modifica

Questo animale aveva un aspetto più robusto di quello della maggior parte dei canidi attuali. Il cranio possedeva un muso relativamente corto, e la dentatura era notevolmente specializzata. Le specie più avanzate del genere, infatti, possedevano molari allargati e su cui erano presenti numerose piccole cuspidi, molto simili a quelle che si riscontrano negli orsi attuali. Cynarctus raggiungeva probabilmente i 15 chilogrammi di peso e il cranio poteva raggiungere i 20 centimetri di lunghezza.

Classificazione modifica

Cynarctus, descritto per la prima volta da Matthew nel 1902, in base a mandibole di Cynarctus saxitilis, trovate nei Pawnee Creek Beds del Colorado.[2] appartiene ai borofagini, un gruppo di canidi estinti le cui specializzazioni scheletriche e dentarie li portarono ad assomigliare alle iene attuali. Cynarctus si sviluppò a partire da forme primitive dell'Oligocene, come Cormocyon e Desmocyon, per poi diffondersi nel Miocene medio con numerose specie, vissute tutte nel Nordamerica occidentale: tra le più note, da ricordare C. galushai, C. crucidens (l'ultima ad estinguersi, nel Miocene superiore) e C. voorhiesi. Le specie C. marylandica e C. wangi raggiunsero anche la parte orientale del Nordamerica, così come il genere affine Paracynarctus.

 
Primo e secondo molare di Cynarctus marylandica

Paleobiologia modifica

 
Manibola di Cynarctus galushai

La dentatura “ursina” di Cynarctus e Paracynarctus fa supporre che questi animali non fossero carnivori particolarmente attivi, ma fossero più che altro onnivori che si cibavano di una vasta gamma di risorse di cibo, senza aver sviluppato l'attitudine alla frantumazione delle ossa tipiche dei successivi borofagini.[3] Tuttavia recenti ritrovamenti dimostrano che il genere combinava caratteristiche tipiche dei canidi con quelle dei Procyonidae.[4] Questi animali furono anche tra i pochi borofagini a raggiungere le foreste decidue del Nordamerica orientale; probabilmente si adattarono meglio agli ambienti boschivi di queste zone rispetto agli altri canidi, più abituati alle zone di prateria della parte occidentale del continente.

Note modifica

  1. ^ Paleobiology Database: Cynartus, su paleodb.org. URL consultato il 26 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2012).
  2. ^ Erwin Barbour e Harold Cook, Two new fossil dogs of the genus "Cynarctus" from Nebraska, in Conservation and Survey Division, vol. 4, 1º gennaio 1914.
  3. ^ Xiaoming Wang e Richard H. Tedford, Dogs, Their Fossil Relatives and Evolutionary History, Columbia, 2008, p. 34, ISBN 978-0-231-13528-3.
  4. ^ Paul O. McGrew, The Genus Cynarctus, in Journal of Paleontology, vol. 11, n. 5, 1937, pp. 444–449, ISSN 0022-3360 (WC · ACNP), JSTOR 1298460.

Bibliografia modifica

  • W. D. Matthew. 1902. New canidae from the Miocene of Colorado. Bulletin of the American Museum of Natural History, 16(21):281-290.
  • E. H. Barbour and H. J. Cook. 1914. Nebraska Geological Survey, 4(15).
  • C. T. Berry. 1938. A Miocene dog from Maryland. Proceedings of the United States National Museum, 85(3035):159-161.
  • X. Wang, R. H. Tedford, and B. E. Taylor. 1999. Phylogenetic systematics of the Borophaginae (Carnivora: Canidae)'. Bulletin of the American Museum of Natural History, 243:1-392.
  • Steven E. Jasinski, Steven C. Wallace. A Borophagine canid (Carnivora: Canidae: Borophaginae) from the middle Miocene Chesapeake Group of eastern North America. Journal of Paleontology, 2016; 89 (06): 1082 DOI: 10.1017/jpa.2016.17.

Collegamenti esterni modifica