Demenna

sito della Sicilia antica
Demenna o Dèmena
Amministrazione
Territorio controllato Val Demone
Territorio e popolazione
Lingua siciliana
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Italia Italia

Demenna o Dèmena è un'antica città, o forse un insieme territoriale, della Sicilia orientale fondata da coloni di Sparta.

Storia modifica

Il nome deriverebbe dal termine greco Lacedemonion (abitanti di Sparta) che dovettero abbandonare il Peloponneso nel VII secolo per insediarsi in tale territorio. Ne dà ampi ragguagli la cosiddetta "Cronaca di Monemvasia".[1]

Per la sua ubicazione fu città importante in epoca bizantina e in seguito diede il nome al Val Demone, una delle tre circoscrizioni amministrative in cui fu divisa la Sicilia dall'invasione araba al periodo borbonico. Fu conquistata dai musulmani intorno all'anno 885 e perse la sua importanza. Era ridotta ad un nucleo di poche case con scarsi abitanti quando nel 920 vi nacque San Luca di Demenna. Nel XII secolo, durante la dominazione normanna cessò di esistere come borgo autonomo.[senza fonte]

I superstiti, probabilmente andarono ad ingrossare Turiano (l'attuale Alcara li Fusi), che così divenne una città abbastanza importante per l'avvenuta fusione dei territori e delle popolazioni di tre gruppi civici.[senza fonte]

Scavi modifica

Alcuni studiosi[senza fonte] identificano Demenna con un centro che sorgeva a nord-est di Alcara Li Fusi, a circa tre chilometri di distanza, nella contrada che tuttora è denominata Dèmina o Lémina, ricadente nella parte settentrionale dell'ex feudo San Giorgio.

Ma una attenta campagna di scavi archeologici avvalora e conferma l'ipotesi secondo cui il centro antico corrisponde a San Marco d'Alunzio[2]. Certamente le Rocche del Crasto, sito nei pressi, rappresentavano il kastron principale della chora di Demenna. Che Demenna sia l'attuale San Marco d'Alunzio lo conferma il geografo arabo ‘Al-Sharif ‘al-Idrisi nel suo ‘Al kitab ‘al Rudjari, nel punto in cui parlando del convento di San Filippo di Demenna, lo definisce kanisat Sant Marku (La chiesa di San Marco)[3].

Il passo che precede, relativo alla definizione di San Filippo di Demenna come Chiesa di San Marco, è stato evidenziato, per la prima volta, da Michele Manfredi-Gigliotti (Demenna nella letteratura arabo-sicula, Arti Grafiche Zuccarello 2006), sottolineando come lo studioso arabo, enumerando i più importanti insediamenti urbani della Sicilia, abbia indicato le distanze metriche da cui sono separate. Riferendosi all’odierno Galati Mamertino, così scrive:

“Galati, difendevole fortilizio tra eccelse montagne, è popolato, prosperoso; ha terre da seminagione e bestiame; vi si coltiva di molto lino [in prati] irrigui…Di qui alla kanisat Sant Marku sette miglia tra ponente e tramontana.

Dopo avere precisato quanto sopra (op. cit.), il Manfredi-Gigliotti ha percorso, “tra ponente e tramontana”, la Strada Provinciale 157 (Galati-Frazzanò), partendo da Galati Mamertino e misurando la distanza con un apparecchio VDO. Quando l’apparecchio ha segnato la percorrenza di 10,900 chilometri sulla Provinciale, oltre a chilometri 1,500 sul diverticolo della Strada Provinciale, per un totale, quindi, di chilometri 12,400, lo studioso si è trovato dinanzi l’entrata del Monastero di San Filippo di Demenna o Fragalà. Poiché il miglio arabico ha un valore di circa metri 1980, le sette miglia indicate da ‘al-Idrisi corrispondono a chilometri 13,860: come si vede le misure sono da ritenersi coincidenti, tenuto conto, necessariamente, di eventuali variazioni che abbiano potuto interessare il percorso durante il trascorrere di circa un millennio.

Per conseguenza, secondo la lezione tramandataci da ‘al-Idrisi, San Filippo di Demenna o di Militiro o di Fragalà (dall’arabo: fràg’al ‘Allah, ossia la gioia di ‘Allah) era la Chiesa di San Marco.

Il Manfredi-Gigliotti precisa, infine come gli autori arabi adoperino, ambivalentemente, sia il toponimo Demona che l’altro San Marco, con una inclinazione preferenziale, per la maggior parte di essi, per Demona. Il periodo storico considerato è quello in cui un forte contingente etnico, a seguito delle pressioni esercitate dagli Avari e Slavi, preferì abbandonare la Laconia dirigendosi verso la Sicilia ove si stanziò. Coincidente con questo momento storico, gli autori arabi cominciano ad adoperare ambivalentemente sia il toponimo Demona che l’altro San Marco, con una inclinazione preferenziale per Demona

(non si può fare a meno, a tal proposito, di evidenziare come la tripartizione amministrativa dell’Isola in Valdemone, Val di Mazara, Val di Noto, sia avvenuta ad impulso dei burocrati arabi).

I sentieri storici percorsi portano tutti a ritenere l’esatta coincidenza tra Demenna e San Marco, oggi San Marco d’Alunzio. I Lacedemoni o Demenniti, esuli dalla Laconia, si sono insediati nel preesistente tessuto urbano di San Marco e, in un momento storico nel quale l’antica Alontion stava attraversando un evidente momento di crisi politica, economica e demografica, avevano mutato la denominazione onomastica dell’insediamento dando risalto all’elemento demografico greco-lacedemonico.

Non molto lontano da Demenna sorgeva il monastero basiliano di San Barbaro di Demenna, con annessa chiesa.

Personalità modifica

Oltre al già citato San Luca di Demenna, un certo Bonaventura di Démena è da segnalare tra le personalità cui l'antica Demenna ha dato i natali. Come lui stesso afferma nel preambolo della sua traduzione in francese antico del De Consolatio Philosophiae di Boezio al foglio 48b del manoscritto francese 821, conservato presso la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi, egli si definisce "ge, Bonaventure, qi né sun[4] de Demena, translateors don Bo[ece] de letre en volgar fra[n]cois"[5], già traduttore della medesima in "vulgar latin", ossia in italiano antico.

Note modifica

  1. ^ Cronaca di Monemvasia - Introduzione, testo critico e note a cura di Ivan Duicev, Palermo, Istituto siciliano di studi bizantini e neoellenici, 1976.
  2. ^ G. Scibona, La campagna di scavi del 1979 a S. Marco d'Alunzio, in «Bollettino dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana» 3 (1982), pp. 100-142.
  3. ^ M. Manfredi-Gigliotti, Demenna nella letteratura arabo-sicula, Arti Grafiche Zuccarello, Sant'Agata Militello 2006.
  4. ^ si noti l'interferenza della sintassi della lingua siciliana che prevede l'inversione del participio passato con il verbo ausiliare: "nato sono"
  5. ^ https://archive.org/details/histoirelittra37riveuoft/page/470/mode/1up pp. 466-470

Bibliografia modifica

  • Al-Sharif ‘al-Idrisi, ‘Al kitab nuzhat ‘al mustaq fi ihtiraq ‘al ‘afaq (Il libro del sollazzo per chi si diletta di girare il mondo, rititolato dagli eruditi arabi ‘Al kitab ‘al-Rudjari (Il libro di [re] Ruggero);
  • Shara Pirrotti, Un itinerario normanno nel Valdemone, in Nuove ricerche sul Valdemone Medievale, Edizioni del Rotary Club Sant’Agata Militello, 2005;
  • Salvatore Cusa, I diplomi greci ed arabi di Sicilia
  • Giuseppe Spata, Le pergamene greche esistenti nel grande Archivio di Palermo 1862;
  • Francesco Maggiore Perni, La popolazione della Sicilia, Palermo 1892;
  • Patrick Leigh Fermor, Mani, viaggi nel Peloponneso, Adelphi;
  • Ewald Kislinger, Demenna città e territorio, storia e archeologia in Nuove ricerche sul Valdemone Medievale, Edizioni Rotary Club Sant’Agata Militello, 2005; ID. Una moneta bizantina trovata nel “Conventazzo” (Torrenova-ME), Wien 1991; ID. Le isole Eolie in epoca bizantina ed araba, Messina 1991; ID. Monumenti e testimonianze greco-bizantine di San Marco d’Alunzio (ME), Sant’Agata Militello 1995; ID. Il Conventazzo (Torrenova) 1500 anni di storia siciliana, Palermo 2003 da Atti del Convegno, Torrenova 2003;ID. I Normanni, la seta bizantina e San Marco d’Alunzio da Miscellanea nebroidea, Contributo alla conoscenza del territorio dei Nebrodi, Sant’Agata Militello 1999; ID: Regionalgeschichte als Quellenproblem die Chronik von Monembasia und das sizilianische Demenna. Eine historisch-topographische studie, Wien 2001; ID: Una tarda testimonianza per la grecità nel territorio di San Marco d’Alunzio. Il codice Vaticanus graecus 2032 in Miscellanea ecc.ecc, Sant’Agata Militello 1999;
  • Michele Amari, Storia dei Musulmani in Sicilia, Palermo 1854-1872; ID. Biblioteca arabo-sicula, Lipsia-Torina 1857-1881;
  • Amico Vincenzo, Dizionario topografico di Sicilia, Palermo 1855;
  • Giovanni Luca Barberi, I Capibrevi, Palermo 1879-1888;
  • Bianco Fausto, Due monete d’oro rinvenute a San Marco d’Alunzio (ME), in Miscellanea nebroidea Sant’Agata Militello 1999;
  • Ferdinand Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicilie, Paris 1907;
  • Ivan Dujcev, Cronaca di Monemvasia (Istituto Siciliano di Studi bizantini e neoellenici), Palermo 1976;
  • Vincenzo Epifanio, I valli della Sicilia nel Medio Evo e la loro importanza nella vita dello Stato, Napoli 1938-XVI;
  • Tommaso Fazello, Storia della Sicilia, Palermo 1830;
  • Camillo Filangeri, Ipotesi sul sito e territorio di Demenna, Archivio Storico Siciliano;
  • Adolfo Holm', Storia della Sicilia nell’antichità, Torino 1896-1901;
  • Bruno Lavagnini, Demenna e Demenniti, in Byzance;
  • Francesco Maggiore Perni, La popolazione di Sicilia e di Palermo nel secolo XIX, Palermo 1897;
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  • Rocco Pirri, Sicilia sacra, Palermo 1733;
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  • Salvatore Serio, Ipotesi sul territorio di Demenna e origini del castello di Longi;
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  • Michele Manfredi-Gigliotti, Demenna nella letteratura arabo-sicula, Arti Grafiche Zuccarello, Sant'Agata Militello, 2006;
  • Michele Manfredi-Gigliotti, San Filippo di Demenna e il viaggio di 'al-Idrisi. Sviste e incongruenze nella percorrenza del "Libro di Ruggero", da Variae Historiae Fragmenta II, Edizioni Agemina, Firenze, 2020;
  • Michele Manfredi-Gigliotti, San Marco d'Alunzio "Nobilissima civitas". La storia dell'insediamento attraverso le denominazioni assunte nella successione dei periodi storici, da Variae Historiae Fragmenta II, Edizioni Agemina, Firenze, 2020.

Voci correlate modifica