Discussione:Attilio Prevost (ingegnere)

Ultimo commento: 3 anni fa, lasciato da Artemisiaxx in merito all'argomento La presenza femminile nelle industrie

Manipolazione delle fonti e loro uso non corretto: capitolo "Da Orson Welles ai Beatles"

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Ciao Bruno Zani 1936, riporto anche in questa pagina di discussione la "discussione utente" scritta a ottobre 2017 nella tua pagina (alla quale non hai risposto).

Contravvenendo alle linee guida sulla attendibilità di Wikipedia, ho notato che in alcuni capitoli (o paragrafi) le fonti sono state selezionare a tradimento e riportate surrettiziamente fuori dal loro contesto, allo scopo di sostenere un singolo punto di vista.

Da un confronto con le fonti, risulta che alcune citazioni sono state attinte da fonti diverse da quelle indicate, modificate e/o riportate in modo non corretto, generando informazioni incomplete o errate.

Nello specifico: da un confronto con le fonti citate nel capitolo “Da Orson Welles ai Beatles”: “Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, p.264” e “La materia dei sogni, Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005, p.46”, ed in particolare nell’aneddoto che riguarda Herbert von Karajan, ho notato che hai ignorato la linea guida sulla Attendibilità di Wikipedia: Le due fonti citate sono state infatti mescolate e manipolate.

L’episodio narrato è in realtà un aneddoto raccontato dal tecnico delle Officine Prevost Dino Pajola, che incontrò più volte Herbert von Karajan negli anni 1965-67 a Salisburgo e che è riportato nella fonte “La materia dei sogni p.46”.

Del testo tratto da “Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, pp.264-265 “Herbert von Karajan…p.265” sono presenti solo la data: 1983 (che quindi sposta la collocazione temporale dell’aneddoto, falsandolo, dal 1965-67 al 1983), e la frase: “Apportare i tagli è importante, come dirigere un'orchestra”, e informazioni da cui proviene il passaggio: “Von Karajan sedeva su un seggiolino alto da disegnatore al centro del tavolo Prevost, alla sua sinistra il suo montatore Gela Marina Runne. Si trattava della Sinfonia n.6 (Beethoven)”.

Questo punto: “Nel 1983 gli venne montata a Salisburgo, in due grandi stanze che erano state allestite a laboratorio, una Prevost otto piatti Modello 72/3P con tre schermi, così da poter avere la visione simultanea relativa agli strumenti dell'orchestra, alle sue mani e al suo volto.” è un montaggio di notizie prese dalle due fonti, ma accreditato solo a una: “Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, p.264”.

Questo punto: - Andò tutto bene sino a quando il Maestro sentì la musica letta al contrario durante il riavvolgimento della pellicola. Il suono emesso gli procurò una reazione di disgusto e disse “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti) che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono - proviene invece dall’altra fonte (“La materia dei sogni”, p.46).

Ma quello che è più grave, è che manipoli la fonte inserendo di tuo pugno questo passaggio: “Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti)”, ed ometti l’informazione più interessante, e cioè che il microswitch fu realizzato “in loco” dal tecnico Dino Pajola, che ricevette i complimenti di von Karajan: “Allora Pajola applicò temporaneamente un microswitch che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono. Ricevuti i complimenti di von Karajan…ecc…” (cit.)

Cito dalle linee guida di Wikipedia: “Nelle voci di Wikipedia è fondamentale indicare esplicitamente le fonti dalle quali sono tratte le informazioni riportate. È importante riportare i riferimenti completi: si permette così a chiunque utilizzi Wikipedia di individuare l'origine delle informazioni e di verificarne validità e attendibilità”. --Koradazzi (msg) 10:56, 20 mar 2018 (CET)Rispondi

Avviso di controllo pagina cancellato senza apportare correzioni utili

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Il paragrafo è stato modificato, ma le fonti restano manipolate e generano ancora informazioni errate.

Ciao Bruno Zani 1936, abbiamo notato che hai tolto gli avvisi di controllo delle fonti senza apportare le correzioni segnalate.

Si vorrebbe capire meglio quello che stai sostenendo riguardo all’aneddoto raccontato dal tecnico della Prevost Dino Pajola riguardante il direttore d’orchestra Herbert von Karajan ed il dispositivo per lui realizzato (rif. “La materia dei sogni”, pp. 44-45). Andando a leggere nella cronologia della pagina prima scrivi: (in riferimento all’incontro von Karajan-Pajola) - “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti) che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono. -

Dopo che ti è stato fatto notare (tramite l’avviso di correzione) che il dispositivo in questione fu realizzato dal tecnico della Prevost Dino Pajola (rif. “La materia dei sogni” - pp. 44-45), e venivi invitato a riportare l'aneddoto correttamente (veniva indicato anche il link del racconto reso dallo stesso Pajola in un'intervista al quotidiano La Repubblica - 28/08/2014), hai cancellato l’avviso di controllo della voce ed hai modificato così:

- “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Sulla moviola realizzata appositamente per il maestro venne installato dal tecnico signor Pajola un dispositivo di silenziamento già ideato alla fine degli anni sessanta e già opzionabile per tutte le moviole. Come a Von Karajan anche ad alcuni montatori risultava fastidioso il rumore del suono in avvolgimento mentre ad altri aiutava il taglio della pellicola. Queste informazioni sono rilevabili dai registri di produzione della Prevost spa conservati presso la Prevost srl. -

Dunque nella prima versione, quando non nomini il tecnico Pajola, dici che il dispositivo fu realizzato per quella occasione e che poi lo vollero tutti. Nella seconda versione, quando in seguito alla segnalazione di controllo delle fonti nomini il signor Pajola, dici che quel dispositivo (realizzata peraltro in loco), era “già stato ideato alla fine degli anni sessanta” forse per evitare di riconoscere il merito del tecnico Pajola.

Però l’aneddoto narrato dal Pajola nell’intervista contenuta nella fonte “La materia dei sogni” fa riferimento al periodo 1965-67, mentre tu, modificando la fonte, avevi posticipato l’aneddoto al 1983 (vedi in: discussioni utente:Bruno Zani 1936 “Manipolazione delle fonti ed uso non corretto: pagina Attilio Prevost (1918-2010)”.

Quindi oltre ad essere alquanto sospetta, la tua correzione è anche temporalmente improbabile.

Bruno Zani 1936, il tuo modo di usare Wikipedia, anziché rivolto alla più chiara ricostruzione storica con l’intento di creare una voce che sia davvero enciclopedica e veritiera, sembra oltremodo sospetto, e mosso dalla volontà di voler sostenere un unico punto di vista, spesso poco chiaro e inattendibile.

Uniformarsi ad uno spirito di collegialità e cercare il consenso per operare insieme sono le condizioni ottimali per creare un'enciclopedia imparziale in un ambiente favorevole.--Koradazzi (msg) 10:48, 28 mar 2018 (CEST)Rispondi

I proiettori della serie P: attribuzione errata

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Alcuni modelli della serie “P” entrarono in produzione già negli anni Trenta

Bruno Zani 1936, non si capisce il motivo per il quale le informazioni contenute nella fonte “La materia dei sogni” (Ed. Carocci, 2005), vengano modificate e disattese, originando informazioni non corrispondenti al vero.

Tanto più che alcune informazioni sulla produzione contenute nel testo, sono rese tramite intervista, dalla attendibile voce di Attilio Prevost junior, che è stato testimone e prosecutore della produzione degli apparecchi cinematografici realizzati dallo zio Attilio Prevost Sr. (il fondatore dell’azienda Prevost). In storiografia informazioni di questo tipo vengono definite “fonti primarie”.

È lo stesso nipote a raccontare che per esempio il modello P30 fu messo in produzione negli anni Trenta (“La materia dei sogni” p.36) e a definire come modelli storici i proiettori Alfa, Delta, Impero, Magnus, P10, P20, P30, P60…

La frase che hai aggiunto: “Queste informazioni sono rilevabili dai registri di produzione della Prevost spa conservati presso la Prevost srl”, non è attendibile perché, sempre come affermato dallo stesso Attilio Prevost junior (“La materia dei sogni”, p.36), tutto l’archivio storico andò distrutto durante i bombardamenti su Milano del 1943. I registri a cui tu fai riferimento sono evidentemente posteriori a quell’anno e quindi solo parzialmente storici.

È verosimile invece che Attilio Prevost Sr. realizzò i primi modelli della serie P (P10, P20, P30...) dagli anni Venti in poi, e che questi siano stati aggiornati e riveduti negli anni sia da lui che in seguito da Attilio jr. tenendo conto dell’evolversi della tecnica e delle nuove esigenze dell’industria cinematografia.

La stessa cosa avviene per esempio in campo automobilistico, con certi modelli particolarmente azzeccati che vengono regolarmente aggiornati e riproposti sul mercato.

Per esempio la prima versione del P55 (con lanterna a carboni) fu prodotta nel 1952 (rif. “La materia dei sogni”, pp.40-41). In seguito Attilio jr. rinnovò questo apparecchio (presumibilmente più volte) che divenne uno dei proiettori più venduti dall’azienda, al pari del precedente Magnus, molto venduto negli anni Quaranta e Cinquanta.

Le altre principali aziende cinematografiche italiane come Cinemeccanica, Fedi e Pion, costruirono prodotti dalle prestazioni simili negli stessi anni.

Alcuni link in proposito:

Il modello P10 venne messo in produzione negli anni Venti: [1]

Anche l’autorevole pagina di Mario Celso, premio Oscar al merito tecnico-scientifico nel 1991, riporta un Prevost P10 degli anni Trenta: [2]

Proiettore Prevost P10: [3]

http://www.cinematech.it/forum/viewtopic.php?t=2582

http://www.pxleyes.com/photography-picture/5149c7985cde5/Prevost-fil-projector.html

Ricorda Attilio junior: “In quanto alle innovazioni e modifiche apportate ai proiettori, non si può dire che esse abbiano contribuito a un sensibile cambiamento della modalità di lavoro: ci si adeguò sempre alle innovazioni provenienti soprattutto dall’America in modo da poter offrire delle apparecchiature perfettamente idonee allo sfruttamento delle nuove tecniche”. (rif. “La materia dei sogni”, p.44)--Koradazzi (msg) 10:59, 28 mar 2018 (CEST)Rispondi

Alcuni chiarimenti alla pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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Replica a False attribuzioni - pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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[@ Koradazzi]

Gli scritti nella "materia dei sogni" sono certamente validi nei contenuti, anche se alcune date sono smentite dalle fonti storiche archivistiche.

Riguardo l'archivio distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe stato irrilevante dato che stiamo parlando dei proiettori serie P. la cui produzione è iniziata nei primi anni Cinquanta. Chi scrive dimostra di non essere particolarmente informato in merito, dato che la presenza dei diversi modelli di proiettori della Serie P., tra musei e atri di cinema e cineforum, è facilmente rintracciabile. Recentemente, per altro, Paolo Prevost (figlio di Attilio junior entrato in azienda negli anni '70 e che ha partecipato alla liquidazione e chiusura dell'azienda e che dal '92, con altri soci, ha fondato e gestisce la nuova Prevost srl (acquistando dalla Prevost Spa i macchinari, il magazzino e la documentazione tecnica), ha ritrovato parte dell'archivio storico (risalente dal 1927 fino al 1991) i cui documenti permettono di chiarire perfettamente le date di produzione dei diversi modelli e chiude definitivamente la discussione.

E' scritto e noto il fatto che i primi apparecchi delle Officine Prevost ideati da Attilio senior, i vari Splendor, Lux, Alfa, Delta per finire al Magnus, fanno parte di una generazione di proiettori che arriva fino al '53, anno in cui i due Attilii hanno lavorato insieme (Attilio senior dal 52 al 54 viveva a Magreglio ricoprendo il ruolo di Sindaco del Comune) e Attilio junior dal '53 direttore dell'azienda. Solo a partire da quel momento nacque il primo proiettore della serie P. (nel 52 era nato il primo figlio maschio di Attilio junior, chiamato Paolo e per questo decisero di chiamarli P). P con un numero dopo, mentre gli altri precedenti proiettori furono messi in disuso. La nuova produzione di proiettori non comportava affatto solo un cambiamento di estetica (anche quella, ma non era estetica erano materiali migliorati) ma di parti sostanziali come il sistema di proiezione e i controlli automatici e altro, che negli anni hanno fatto diventare i proiettori Prevost il massimo dei massimi, tanto da definirli nel 1970 "le Ferrari dei proiettori". Inoltre, "mantenere la tradizione" non significa che i modelli precedenti fossero abbandonati ma che fossero costantemente innovati e sostituiti con nuovi progetti e dispositivi, migliorandone sempre le prestazioni.

Nessuno intende sminuire la figura di Attilio Senior, se mai elogiarlo, ma nemmeno sminuire l'opera di Attilio Junior. Se Attilio Senior aprì l'azienda (grazie anche ai capitali del fratello Augusto, padre di Attilio Junior) e la portò avanti fino al '52, progettando moviole e proiettori innovativi, è merito del suo pensiero e delle sue capacità. Dal '46 al '53 zio e nipote progettarono insieme. Dal '54, anno della scomparsa di Attilio Senior, se non vi fosse stato Attilio Junior a far non solo continuare ma triplicare l'azienda grazie a moviole e proiettori ideati da lui, (oltre che altri prodotti minori come le stampanti, simulatori di luce solare, sincronizzatrici etc..) l'azienda Prevost avrebbe chiuso, poiché malgrado l'abilità delle persone che vi lavoravano il vero motore e vita e realtà dell'azienda "Officine Prevost" sono state le menti di Attilio Senior e di Attilio Junior. Inoltre i due Attili si sono sempre amati e stimati (in fondo Augusto chiamò il figlio maschio Attilio.. nomen omen?..) e lavoravano insieme in grande accordo, soltanto dopo la morte di Attilio Junior sono cominciate a girare voci tendenziose.

Per quel che riguarda il signor Dino Pajola, chiariamo una volta per tutte la sua posizione, indipendentemente da interviste da lui rilasciate prima di morire, il signor Pajola era un" tecnico specializzato"e lavorava nell'assistenza tecnica esterna dell'azienda, uno dei più bravi sicuramente. Uno dei suoi compiti era quello di seguire le installazioni dei prodotti presso i clienti, insegnare loro come usarli, ma non può essere identificato come l'ideatore di nessun prodotto. Certo che ha incontrato i Beatles, Orson Welles eccetera, andava da loro per le installazioni e l'assistenza del prodotto. A partire dalla costruzione su misura delle moviole, dal '54, venivano create dopo ore di discussioni dell'ingegner Attilio Jr. con il cliente. (Le officine Prevost erano una fabbrica artigianale sembra un ossimoro ma è così). Inoltre, nei viaggi, Pajola spesso era accompagnato dal figlio di Attilio Junior, Paolo, che entrato in azienda cominciò a prendere il posto del padre nei contatti con l'estero. Arriviamo al maestro von Karajan. Posso limitarmi a dire che è vero che abbia pronunciato la famosa frase "non lo sopporto" andandosene, come è vero che fosse presente il signor Pajola che, appunto, era stato inviato presso il maestro a montargli la moviola costruita apposta per lui e a mostrargli il funzionamento. Pajola si limitò ad installargli un dispositivo (non lo inventò) già in uso dalla Prevost per alcune moviole dopo il 60, come rilevabile dal materiale a disposizione di Paolo Prevost e dalla sua diretta testimonianza.

Rif. Testimonianza di Paolo Prevost, marzo 2018

Abbiamo recentemente trovato, (pensavamo di averli persi), durante una fase di sistemazione del magazzino, in via Fermi al n 8, in condizioni molto sporche e usurati ma perfettamente consultabili, molti registri di produzione delle officine. Si tratta dei quaderni di produzione di reparto che venivano aggiornati mensilmente con i dati della produzione, dei modelli prodotti, della loro destinazione, corredati di appunti sulle caratteristiche delle macchine e delle applicazioni speciali. Sono firmati e corredati del nome dell’operaio montatore e/o collaudatore; si tratta per la nostra storia di documenti di eccezionale valore. Ci sono dei quaderni con riepilogo complessivo e con registrazione per modello. A questo punto l'archivio delle officine è completo dal 1927 fino al 1991. Risulta perfettamente evidente come i modelli denominati “Alfa“ , “Impero “ , “Magnus “ escono di produzione nel 1952 quando vengono totalmente rimpiazzati dai modelli “ P10 “, “P30 “ e poi successivamente dalle altre numerazioni (nota: i numeri associati alla lettera “P”non hanno mai avuto un riferimento temporale legato all’anno di produzione e/o ad una sequenza crescente.) I primi due proiettori “P10“ compaiono nel 1952 e non hanno un riferimento di destinazione (probabilmente vennero esposti alla “fiera campionaria” di Milano di quell’anno). I primi proiettori P.16 per film a 16 mm compaiono nei registri nel 1959 in corrispondenza degli anni dello sviluppo del formato 16mm in campo professionale e non più amatoriale come avveniva in precedenza. Purtroppo l’Ing Attilio Prevost Junior è deceduto prima di potere ispezionare il materiale che ho illustrato; probabilmente le inesattezze rispetto alle date che risultano da pubblicazioni precedenti sono state erroneamente riportate.

Rif. dispositivo silenziamento moviola maestro Von Karajan; episodio datato approssivamente 1983.

Nessuna intenzione di svilire l’operato del ns. compianto tecnico Sig. Pajola con il quale ho vissuto personalmente moltissimi episodi di interventi in Italia ed all’estero per risolvere assistenze e/o problematiche speciali, il riferimento all’episodio Von Karajan vuole precisare le tempistiche corrette visto che alcune date vengono attentamente e giustamente esaminate e contestate. Il dispositivo che permetteva di silenziare l’audio delle moviole (il termine esatto è tavola di montaggio) nella fase di riavvolgimento del nastro è stato applicato su moltissimi tavoli ed era certamente già in uso nella produzione dei tavoli nel 1967 quando ho fatto il mio primo ingresso nelle Officine Prevost spa ( svolgevo le prime collaborazioni con l’ufficio tecnico prima di terminare gli studi) . Allora tutte le moviole venivano impostate , sviluppate, abbozzate e configurate con l’intervento congiunto dell’Ing. Prevost Attilio Jr, del responsabile reparto moviole Sig. Pessina, del collaudatore capo sig. Benito Messana e spesso con i suggerimenti preziosi dei tecnici di assistenza clienti tra i quali il Sig. Dino Pajola ed il personale del Sig. Peppino Pesciarelli dell'agenzia di Roma, un lavoro di gruppo insomma che cercava di risolvere i problemi o le esigenze dei clienti che man mano scaturivano e i cambiamenti poi entravano in produzione per tutte.

Prendendo a caso una scheda di produzione qualsiasi da uno dei registri di produzione (disponiamo della documentazione per ogni singola moviola prodotta dalla Officine Prevost spa e dalla Prevost srl: per esempio la moviola sn.3187 ( raccoglitore del 1979 ) moviola destinata al British Film Institute di Londra. Si rilevano tutte le indicazioni date dalla direzione al reparto di produzione e tutte le annotazioni aggiunte dal reparto durante la costruzione: caratteristiche dettagliate, riferimenti ad elementi di proiezione, numeri seriali dei componenti, annotazioni del reparto collaudo; sono riportati anche i numeri dei disegni degli schemi elettrici della moviola. Dall’esame degli schemi elettrici si vede come i microswitch associati al comando di direzione fossero sempre montati a disposizione sulle macchine (vedi anche la foto del disegno che riporta i microinterruttori a camma che venivano montati sui comandi delle moviole per dare le segnalazioni del senso di marcia). Il fatto che non tutte le moviole fossero corredate in partenza con il collegamento tra questo microswith e l’amplificatore della moviola deriva proprio dalla caratteristica di lavoro del montatore che deve continuamente andare in avanti ed in dietro con la pellicola e con il sonoro è molto più facile trovare il punto di sicronizzazione del labiale con l’immagine potendo sentire il suono anche in riavvolgimento a bassa velocità. Al maestro Von Karajan, come anche ad alcuni montatori, dava fastidio.

Nota: gli schemi elettrici sono tutti conservati in ottime condizioni nei mobili sempre nell’archivio posto nella sede della Prevost srl in Settimo Milanese, sono disegni in china su fogli da lucido formato A1. Non disponiamo di una archiviazione digitale e non abbiamo più da molti anni l’apparecchio per le stampe in cianografia, sono comunque a disposizione per chiunque fosse interessato a vederli.

Bruno Zani 1936 (msg)

Ulteriori chiarimenti sui contenuti della pagina.

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[@ Koradazzi]

Riguardo Von Karajan non esiste manipolazione tra le date una è una fonte “La materia dei sogni” l'altro una biografia su Von Karajan molti anni dopo evidentemente la biografia è stata scritta dopo, in ogni caso, che sia una data o l'altra non cambia il contenuto del fatto ,il citato microswitch di cui si parla era tecnicamente una connessione ,realizzata collegando un semplice microinterruttore ( che era montato sul sistema di inversione di marcia ed era quindi azionato dal senso di scorrimento della pellicola con una o più funzioni ; come ad esempio una funzione di “ Mute “ per l’audio nelle fasi di riavvolgimento oppure ad un comando delle luci di ispezione nelle fasi di arresto per il taglio della pellicola o ancora ad un controllo della luminosità di proiezione ) . La presenza di queste opzioni sulle moviole è documentato dall’esame dello schema elettrico delle moviole in tutte le fasi della loro produzione a partire dai primi anni ’60. Gli schemi elettrici sono consultabili nell’archivio della Prevost Srl. Per quel che riguarda il signor Pajola non possiamo che ripetere che era un tecnico specializzato alle “Officine Prevost” e che veniva inviato presso i clienti, soprattutto quelli più importanti ,a montare e spiegare l’uso dei prodotti. Quindi ha incontrato molti clienti ma non è che se viene a casa un tecnico della Merloni a montare e spiegare la nuova lavatrice questo faccia di lui l’ingegner Vittorio Merloni.


In ogni caso qualunque data scritta su libri o riviste o internet del passato potrebbe essere sbagliata bisognerebbe risalire alle fonti del giornalista o alla veridicità delle interviste e/o a quanto romanzato, sappiamo benissimo che qualunque giornalista sbaglia spesso date o romanza i fatti, ritenendo per anni di aver perso gli archivi fino al 43 sarebbe stato difficile fare chiarezza su alcuni punti ma avendo recentemente e fortunatamente ritrovato tutti gli archivi dal 27 al 91 la cosa diventa molto facile finalmente. Tra qualche giorno un testimone vivente, in merito interpellato: Paolo Prevost ,pubblicherà sul sito della sua attuale azienda la “Prevost”srl i dati considerati inquinati, il link verrà messo nella bibliografia di wikipedia a disposizione di qualunque interessato. così come tutta la documentazione resta a disposizione in azienda per chiunque desideri guardarla .E a risposta di qualunque quesito.

Bisogna inoltre considerare il fatto che molti proiettori esibiti in diversi esposizioni e/o vendite online(questo in risposta ai vostri link segnalati per identificare proiettori P negli anni 30 invece che 60) risultano ad un semplice esame di un esperto( come spesso succede ) risultanti dall’insieme di parti di proiettori di epoche diverse ( ad esempio una lanterna montata su un proiettore di epoca differente.). Oltre al fatto che su nessun proiettore è stata mai riportata la data di fabbricazione ma solo un numero di serie che trova riscontro nei registri conservati presso la “Prevost srl”: unica attuale fonte attendibile. Questo è il fatto e i registri trovati lo confermano. L’unica fonte attendibile in merito agli anni di costruzione dei diversi modelli sono i quaderni di registri di produzione conservati presso la “ Prevost Srl”.

Attilio senior inventò e costruì fino al 51, dal 52 alla primavera del 54 insieme ad Attilio junior (anche se da lontano perché in quel periodo Attilio senior era a Magreglio a fare in sindaco)e Attilio junior dalla primavera 54 (quando Attilio senior morì) fino al 91 ed era lui che incontrava i clienti e costruiva poi i prodotti tenendo conto delle lor esigenze. Attilio senior non incontrava nello stesso modo i clienti perché i prodotti all’epoca i prodotti erano costruiti in un modo unico che era per tutti, fu solo dopo il 56 che, a causa dei cambiamenti di cinema e avvento della televisione e pubblicità, nacquero più esigenze e proiettori e moviole iniziarono ad assumere diverse sfaccettature: come un vestito su misura. A questo proposito , giusto per essere più chiari ,benché abbiate elencato dei link in cui il proiettore P10 viene attribuito alla fine degli anni 30,non sappiamo come sia uscito questa data all’interno di quei link (oltre al fatto che come abbiamo detto è un mix di proiettori) ma sappiamo con matematica certezza dai libri della “Prevost” e da Paolo Prevost testimone vivente e in azienda per oltre 30 anni ( si potrebbero volendo intervistare anche molti montatori) che tutta la serie dei posi P iniziò alla fine del 52 e poi gli altri a seguire fino al 70. Tali libri come detto verranno segnalati con un link e restano comunque a disposizione all’interno dell’azienda in via Fermi a Settimo Milanese. Inoltre anche se fosse che questi proiettori avessero caratteristiche diverse ma basi uguali ai vecchi proiettori (cosa che non è) questo non vorrebbe dire che non sono nuove invenzioni: come dire che chi ha creato oggi la 500 L ha copiato la 500 degli anni 60 .

Che poi alcuni o anche i due Attili prendessero spunto dall’America o dalla Germania (come per il fotocoagulatore ) non ci sembra nulla di strano anzi è significato di capacità creativa , così come è normale concorrenza il fatto che i concorrenti cerchino di copiare e seguire i prodotti buoni . Succede in tutti i lavori, qualcuno apre una via, altri seguono, Vediamo per questo , in tutto questo vostro atteggiamento , un tentativo di sminuire le capacità di Attilio junior dimenticando che, senza parlare di tutta la miriade di prodotti vari ,proiettori e moviole da lui inventate e/o costruite con continue innovazioni, il salto qualitativo, di raddoppiamento di personale, di fama mondiale e di maggior guadagno si deve a tre principali invenzioni di Attilio junior che sono la moviola 16/35 e i proiettori P55 e P70. Il merito principale di Attilio junior quindi non dipende né da uno switch , né da un proiettore P10 o P30 , se tali proiettori appartenessero agli anni 30 non avremmo perciò nulla da obiettare, né se il signor Pajola invece che fare il tecnico montatore e istruttore avesse fatto l ingegnere, al posto dei due Attili ma non è così: l’archivio storico dal 27 al 91 della prima “Prevost” poi “Officine Prevost” ritrovato parla da solo.

Bruno Zani 1936 (msg)

Risposta ai chiarimenti

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Ciao Bruno Zani 1936, finalmente partecipi alla discussione.

Da appassionati di cinema e di storia della cinematografia italiana, conosciamo e apprezziamo gli apparecchi dell’azienda Prevost e delle altre industrie cinematografiche italiane.

Cerchiamo di ampliare la conoscenza di questo settore (abbiamo creato la pagina di Angiolo Fedi, fondatore della storica azienda, di cui si sa troppo poco) e conosciamo i testi che hai utilizzato per la creazione della pagina.

Qualcuno di noi molti anni fa conobbe il signor Pajola, (ovvio che ci dispiaceva non vederlo citato nell’aneddoto).

Abbiamo studiato le regole e il lessico di Wikipedia e siamo molto attenti al suo uso. Ti ricordiamo comunque l’utilizzo delle fonti (motivo delle nostre segnalazioni).

https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Uso_delle_fonti

“Nelle voci di Wikipedia è fondamentale indicare esplicitamente le fonti dalle quali sono tratte le informazioni riportate. Questa è la regola che fa di Wikipedia un'enciclopedia. È imprescindibile riportare i riferimenti completi, per due motivi. Il primo è che si permette così a chiunque utilizzi Wikipedia di individuare l'origine delle informazioni e di verificarne validità e attendibilità (secondo quanto raccomandato nella linea guida Wikipedia: Verificabilità). Il secondo è che su Wikipedia non sono ammesse, per quanto corrette, ricerche originali. Indica le fonti quando scrivi tu stesso una voce, ma ricorda che puoi sempre rintracciare e aggiungere su Wikipedia fonti anche per informazioni inserite da altri e che ne sono carenti.“

Con queste premesse abbiamo letto la tua pagina dedicata all’ingegner Prevost junior cercando qualche notizia in più, e sostanzialmente abbiamo trovato le stesse informazioni contenute nel testo “La materia dei sogni”, ma in più punti modificate.

Avendo riscontrato nella tua pagina, non una, ma parecchie informazioni riportate in modo diverso da come sono scritte, (l’aneddoto del Sig. Pajola, il proiettore P16 e la collaborazione con la Zeiss, i proiettori della serie P), ci è sembrato molto strano: dunque nulla di tendenzioso, ma constatazione della modifica di certe informazioni.

Per quanto riguarda l’aneddoto del signor Pajola abbiamo letto anche il testo su Herbert von Karajan scoprendo il montaggio “furbetto” tra le due fonti che modifica la ricostruzione dei fatti e ci siamo insospettiti. Abbiamo messo in dubbio la serietà della pagina e di chi l’ha scritta, che ha dimostrato di non accettare i principi fondamentali di Wikipedia, e abbiamo aperto la discussione.

I nostri dubbi sono nati proprio dal fatto che la tua voce modificava non un testo scritto da terzi, contenete una ricerca magari errata, ma i contenuti delle interviste rilasciate sia da Attilio Prevost junior (che attribuiva allo zio la realizzazione di certi apparecchi) che dal signor Dino Pajola (che raccontava il già citato aneddoto).

Wikipedia purtroppo annovera parecchie pagine (tutte prima o poi puntualmente segnalate) esageratamente celebrative, agiografiche, redatte da chissà quali autori che, per sostenere un loro punto di vista, spesso modificano le fonti (e questo era il tuo caso) e aggiungono informazioni non verificabili. Ci sembrava sbagliato, ai fini della ricostruzione storica, che certi meriti dello zio venissero attribuiti al nipote, e che il pur piccolo contributo del signor Pajola venisse ignorato. Per passione abbiamo voluto verificare un argomento di nicchia come questo, dove l’interesse è esiguo, e la datazione di un apparecchio cinematografico oggi può sembrare irrilevante.

Per esempio sono in molti, (tra i pochi appassionati), che credono che i primi proiettori della serie P (quelli con il basamento ancora steliforme, comune anche a Pion e Fedi, come il P10, o il P30 e dall’estetica chiaramente più datata rispetto all’ultimo Magnus, che ha il basamento più ampio, come quello delle serie successive di P10 e P30) siano nati negli anni Trenta-Quaranta.

Ora, alla luce delle interessanti e specifiche informazioni da te riportate, che prendiamo per buone e che di fatto correggono la fonte, crediamo comunque che l’aneddoto riguardante il signor Pajola e von Karajan non sia più utile alla pagina, oltre a non essere di interesse enciclopedico (difetto principale della pagina stessa), e vada cancellato, perché l’aneddoto deriva da un racconto del signor Pajola, il cui contenuto è stato anche smentito. Per le regole di Wikipedia resta il fatto che le fonti sono state effettivamente modificate. Sarebbe meglio dire che von Karajan era un cliente affezionato per il quale vennero prodotte delle moviole personalizzate ecc..., senza citare l'aneddoto. Ci dispiace per il signor Pajola.

Per quanto riguarda la datazione dei modelli di proiettori della serie P, e alla luce di altrettante interessanti e sembrerebbe attendibili informazioni che hai fornito, si prende atto che anche in questo caso la fonte reca degli errori, e se non ci saranno ulteriori discussioni, consideriamo come più attendibile la tua ricostruzione dei fatti.

Certo, sarebbe stato da segnalare subito, anche all’interno della voce. Tuttavia risulta abbastanza incomprensibile come l’ingegner Prevost junior non lo sapesse e non lo abbia riportato nell’intervista, datando chiaramente il P30 negli anni Trenta e collocando altresì l’episodio nel capitolo della fase iniziale, quella dell’espansione dell’azienda (prima della Guerra), come dire…più che un errore di datazione.

In conclusione si evince che la ricostruzione storica dell’azienda Prevost contenuta nella fonte “La materia dei sogni” (capitolo a cura di Federico Rovida) non è sempre corretta, è talvolta manchevole o riporta informazioni errate, e che sulla base delle informazioni fornite nella discussione, le fonti citate sono state modificate.

Procediamo a rimuovere “con riserva” l'avviso di controllo, e ad approfondire la nostra ricerca sulla storia dell’industria cinematografica italiana.--Koradazzi (msg) 11:42, 10 apr 2018 (CEST)Rispondi

Grazie e ancora un aiuto

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[@ Koradazzi]

Ciao Koradazzi e grazie. Abbiamo capito le tue osservazioni e quindi riguardo l'aneddoto del signor Pajola, lo modificheremo a breve come da tuo consiglio. In effetti è un aneddoto più adatto appunto ad un testo raccontato e romanzato, quindi lasceremo solo il fatto. Per il resto, avendo i tuoi/vostri stessi intendimenti di finalità della pagina, ti saremmo grati se potessi darci qualche consiglio in più per come modificare la pagina allo scopo di poter rimuovere anche l’altro avviso di controllo. Si tratta di asciugare ancora un po' qua e là il testo lasciando solo i fatti? Tralasciando le pennellate sul carattere dell'uomo? Sui fatti e la loro sequenza e datazione ormai siamo sicuri anche grazie al già citato archivio ritrovato, le cui foto, presenti sul sito attuale della’azienda Prevost, vorremmo aggiungere sulla pagina come collegamento esterno. Secondo te è possibile farlo? Grazie ancora della collaborazione e a presto.

Bruno Zani 1936 (msg)

Avviso rimosso

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Mi scuso per il ritardo e per la sintesi: avviso rimosso. Per i "link" a pagine esterne non sono molto competente. Saluti --Koradazzi (msg) 14:24, 6 lug 2018 (CEST)Rispondi

Grazie.

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[@ Koradazzi]

Siamo felici che tutto sia andato al posto giusto e grazie per la collaborazione fruttifera. A risentirci in futuro.

Proiezione di film in TV

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Buongiorno, in questa pagina c’è qualcuno che mi sa spiegare come venivano trasmessi in televisione i film ai tempi della pellicola? Veniva avvicinata una telecamera allo schermo di una moviola piuttosto che a uno schermo su cui proiettava un proiettore? Ed anche, in riferimento a quanto leggo nel paragrafo "Il successo della moviola e dei proiettori 16/35mm", qual' era la relazione tra la diffusione della televisione in Italia e la necessità di cambiare il formato tra 16 e 35mm della moviola bipasso?

Grazie

Luca (appassionato di teoria e tecnica cinematografica)

La presenza femminile nelle industrie

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Ciao koradazzi, sono una studiosa di Storia del Cinema e di storia dell’industria declinata al femminile. Come donna, sono particolarmente interessata a ridare luce alle figure femminili che si sono distinte nei vari settori imprenditoriali, artistici e professionali all’inizio del secolo scorso, e che per troppo tempo sono rimaste nell’ombra. Mi sono appassionata alla storia dei coniugi Elena ed Attilio Prevost e della loro famiglia leggendo il libro “Attilio Prevost: Una vita in prima linea. Ritratto dell’inventore della moviola”, scritto dalla loro nipote Annamaria Lari Prevost e prodotto dall’autorevole Museo Nazionale del Cinema di Torino. Mi sono documentata a fondo, con un lungo lavoro di ricerca. Pensavo si dovrebbe dare più rilievo alla figura straordinaria della moglie di Attilio Prevost, l’imprenditrice Elena Lanzoni Prevost, alla sua Società “Elena Lanzoni Films”, ed al suo contributo alle attività imprenditoriali avviate insieme al marito, come la Casa di produzione cinematografica “Astra Film” e le “Officine Prevost”. Di estremo interesse il contenuto del Mandato Generale sottoscritto da Attilio in favore di Elena nel 1915, mette davvero in risalto il sodalizio straordinario di questa “moderna” coppia di imprenditori e rivela il ruolo fondamentale della signora Prevost nella direzione dell’azienda. La sua figura, in anticipo sui tempi, sarebbe stata un ottimo esempio ed un riferimento per i movimenti per l’emancipazione femminile che sarebbero nati di lì a poco anche in Italia. La mia ricerca continua. Ben vengano wikipediani interessati, anche per creare la pagina in italiano dell’imprenditrice Brownie Wise, che intuì che i prodotti dell’azienda Tupperware (utensili per la casa e la cucina), di cui divenne vicepresidente, avrebbero avuto più visibilità presentandoli nei party privati piuttosto che nei negozi. Felice se qualcuno volesse partecipare a queste ricerche. --Artemisiaxx (msg) 11:06, 8 giu 2021 (CEST)Rispondi

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