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--l'etrusco (msg) 15:30, 29 set 2014 (CEST)Rispondi

Avviso

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Ciao! La modifica che hai effettuato alla pagina Antonio Porro è sembrata un test e per questo motivo è stata annullata. Se sei poco pratico/a di Wikipedia, per favore utilizza la pagina delle prove, oppure puoi dare un'occhiata al tour guidato o alle Domande Frequenti (FAQ) per imparare a contribuire al meglio sulle pagine dell'enciclopedia. Grazie dei contributi. (Not Italian? It-0?)--Dapifer [disputatio] 10:40, 1 ott 2014 (CEST)Rispondi

File senza licenza

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Grazie per aver caricato File:Attilio Prevost Jr nel 2010.jpg. Ho notato però che nella pagina di descrizione del file manca il template di licenza che indica il modo con cui vuoi distribuire la tua immagine. Tieni presente che i file senza chiare informazioni sulla loro provenienza e sullo status del copyright saranno cancellate entro una settimana dal momento della segnalazione. Se hai caricato altri file, per favore controllali per assicurarti di aver fornito sufficienti informazioni nel formato corretto. Per maggiori informazioni, vedi Wikipedia:Copyright immagini o visita le FAQ. Questo è un messaggio automatico di Bottuzzu. --Bottuzzu (msg) 15:41, 8 ott 2014 (CEST)Rispondi

Pagina: Attilio Prevost (1918-2010)

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Ciao, da una verifica dei testi, ho notato che ci sono citazioni delle fonti riportate in modo non corretto. Alcuni punti sono infatti stati omessi o modificati, o riferiti ad una fonte non corrispondente, sottacendo informazioni o generandone altre non corrette. Contribuirò alle correzioni --Koradazzi (msg) 16:46, 29 set 2017 (CEST)Rispondi

Manipolazione delle fonti ed uso non corretto: pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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Da un confronto con le fonti citate nel capitolo “Da Orson Welles ai Beatles”: “Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, p.264” e “La materia dei sogni, Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005, p.46”, ed in particolare nell’aneddoto che riguarda Herbert von Karajan, ho notato che hai ignorato la linea guida sulla Attendibilità di Wikipedia:

(https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Uso_delle_fonti)

“Nelle voci di Wikipedia è fondamentale indicare esplicitamente le fonti dalle quali sono tratte le informazioni riportate. È importante riportare i riferimenti completi: si permette così a chiunque utilizzi Wikipedia di individuare l'origine delle informazioni e di verificarne validità e attendibilità”.

Non hai inoltre tenuto conto che: “Non è ammesso selezionare a tradimento le fonti, per esempio riportandole surrettiziamente fuori dal loro contesto, allo scopo di sostenere un singolo punto di vista”.

Le due fonti citate sono state infatti mescolate e manipolate.

L’episodio narrato è in realtà un aneddoto raccontato dal tecnico delle Officine Prevost Dino Pajola, che incontrò Herbert von Karajan negli anni 1965-67 a Salisburgo e che è riportato nella fonte “La materia dei sogni p.46”. Anche gli episodi sui Beatles e su Orson Welles sono tratti dagli aneddoti raccontati da Dino Pajola (La materia dei sogni p.46); quello su Welles riporta ulteriori passaggi di cui non è citata la fonte.

Del testo “Herbert von Karajan…pag.265” sono presenti solo la data: 1983 (che quindi confonde la collocazione temporale dell’aneddoto), la frase: “Apportare i tagli è importante, come dirigere un'orchestra”, e informazioni da cui proviene il passaggio: “Von Karajan sedeva su un seggiolino alto da disegnatore al centro del tavolo Prevost, alla sua sinistra il suo montatore Gela Marina Runne. Si trattava della Sinfonia n.6 (Beethoven)”

Questo punto: “Nel 1983 gli venne montata a Salisburgo, in due grandi stanze che erano state allestite a laboratorio, una Prevost otto piatti Modello 72/3P con tre schermi, così da poter avere la visione simultanea relativa agli strumenti dell'orchestra, alle sue mani e al suo volto.” è un montaggio di notizie prese dalle due fonti, ma accreditato solo a una: “Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, p.264”.

Questo punto: - Andò tutto bene sino a quando il Maestro sentì la musica letta al contrario durante il riavvolgimento della pellicola. Il suono emesso gli procurò una reazione di disgusto e disse “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti) che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono - proviene invece dall’altra fonte (La materia dei sogni, p.46). Ma quello che è più grave è che manipoli la fonte inserendo di tuo pugno questo punto “Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti)” ed ometti l’informazione più utile e cioè che la realizzazione del microswitch fu opera del tecnico Dino Pajola che ricevette in loco i complimenti di von Karajan: “Allora Pajola applicò temporaneamente un microswitch che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono. Ricevuti i complimenti di von Karajan…ecc…” (cit.)

False attribuzioni - pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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Ciao Bruno Zani 1936, controllando la fonte da te citata nella bibliografia e più volte nelle note "La materia dei sogni - Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005”, ho notato che hai attribuito impropriamente ad Attilio Prevost (1918-2010) meriti di suo zio Attilio Prevost (1890-1954).

Nel paragrafo “La croce di malta per il proiettore P.16”, si rileva una contraddizione tra quanto da te scritto e quanto scritto nel testo "La materia dei sogni - Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005, a pagina 39-40”. Cito testualmente: “Nell’anno 1939 la società fu trasferita nella sede di Via Desenzano 2. Qui il volume di produzione crebbe ed ebbe inizio la costruzione del proiettore professionale P16 per pellicola 16mm, apparecchio di altissimo livello tecnico, con avanzamento intermittente a croce di Malta … Il proiettore venne adottato anche dalla ditta Zeiss, che lo vendette con il nome di Favorit 16”.

Quindi il proiettore fu progettato e messo in produzione dal fondatore dell’azienda Attilio Prevost (1890-1954), zio dell’omonimo Attilio Prevost (1918-2010). Di conseguenza anche il paragrafo seguente, “La collaborazione con la Zeiss” riporta informazioni non corrette e ne sottace altre, in quanto la collaborazione con la ditta Zeiss era già stata attivata alla fine degli anni ’30 da Attilio Prevost (1890-1954), e non negli anni ’60 da Attilio Prevost (1918-2010).

Nel paragrafo “Il successo della moviola e dei proiettori 16/35mm" si rilevano altre contraddizioni tra quanto da te scritto e quanto invece è scritto nella fonte "La materia dei sogni - Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005”. La ricostruzione della produzione dell’azienda (come scritto all'inizio del capitolo), si basa tra l’altro su autorevoli informazioni rese da Attilio Prevost junior. I proiettori della serie P non nascono quindi dal 1952 in poi, ma molto prima. Alle pagine 39,40,41,44, si legge che i modell P30 e P16 furono messi in produzione dallo zio Attilio Prevost (1890-1954) negli anni '30, così come si devono alla sua produzione storica altri modelli della serie P. Il proiettore P55 venne prodotto intorno al 1952 (p.41) e non nel 1959.

Ancora una volta hai ignorato le linee guida di Wikipedia.

“Nelle voci di Wikipedia è fondamentale indicare esplicitamente le fonti dalle quali sono tratte le informazioni riportate. È importante riportare i riferimenti completi”. I contributi si basano soprattutto “sulla presunzione di buona fede da parte degli altri wikipediani. Uniformarsi ad uno spirito di collegialità e cercare il consenso per operare insieme sono le condizioni ottimali per creare un'enciclopedia imparziale in un ambiente favorevole”.

Ho anche notato, da un confronto con la pagina dedicata ad Attilio Prevost (1890-1954), che non hai dato adeguate informazioni sulla storia dell’azienda e la sua struttura.

--Koradazzi (msg) 12:05, 15 feb 2018 (CET)Rispondi

Ancora manipolazione delle fonti e loro uso non corretto: pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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Ciao Bruno Zani 1936, purtroppo vedo che non partecipi alla discussione e che hai tolto gli avvisi senza apportare le correzioni segnalate.

Torno a farti notare che nella già citata fonte “La materia dei sogni” (Ed. Carocci, 2005), si trovano informazioni sulla produzione rese tramite intervista, dalla attendibile e autorevole voce di Attilio Prevost junior, che è stato testimone e prosecutore della produzione degli apparecchi cinematografici realizzati dallo zio Attilio Prevost Sr., fondatore dell’azienda Prevost. È lo stesso nipote a raccontare che per esempio il modello P30 fu messo in produzione negli anni Trenta (“La materia dei sogni” p.36) e a definire come modelli storici i proiettori Alfa, Delta, Impero, Magnus, P10, P20, P30, P60, P86. La frase che hai aggiunto: “Queste informazioni sono rilevabili dai registri di produzione della Prevost spa conservati presso la Prevost srl”, credo lasci il tempo che trova perché, sempre come affermato dallo stesso Attilio Prevost junior (“La materia dei sogni”, p.36), tutto l’archivio storico andò distrutto durante i bombardamenti su Milano del 1943, I registri a cui tu fai riferimento sono evidentemente posteriori a quell’anno e quindi solo parzialmente storici. Peraltro basta semplicemente recarsi presso qualcuno dei sempre più numerosi musei del Cinema, entrare nell’atrio di una sala cinematografica o fare delle ricerche online per vedere questi storici apparecchi analogici, ormai fermati dall’evoluzione della tecnologia, fare mostra di sé e del loro nome rendendosi visibili dopo anni di reclusione nelle cabine di proiezione. Qualsiasi appassionato di apparecchiature cinematografiche, operatore cinematografico e di cabina, studioso di storia dell'industria cinematografica italiana può confermare che i proiettori Prevost della serie P furono prodotti a partire dagli anni Venti. Dopo la morte dello zio, alcuni modelli furono senz'altro aggiornati e cambiati nell'estetica da Attilio Prevost junior, tenendo conto dell’evolversi della tecnica e delle nuove esigenze dell’industria cinematografica. Le Officine Prevost hanno comunque sempre mantenuto un forte legame con la propria tradizione.

Ecco alcuni link in proposito:

Il modello P10 venne messo in produzione negli anni '20: [1] [2] [3]

Anche nell'autorevole pagina di Mario Celso, premio Oscar al merito tecnico-scientifico nel 1991, e collaboratore storico della Prevost è visibile un proiettore P10 degli anni Trenta [4]

Prevost P30: [5]

Vorrei inoltre capire meglio quello che stai sostenendo riguardo all’aneddoto raccontato dal tecnico della Prevost Dino Pajola riguardante il direttore d’orchestra Herbert von Karajan ed il dispositivo per lui realizzato (“La materia dei sogni”, pp. 44-45). Andando a leggere nella cronologia prima scrivi: (in riferimento all’incontro von Karajan-Pajola) - “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti) che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono. -

Dopo che ti è stato fatto notare (tramite l’avviso di correzione) che il dispositivo in questione fu realizzato dal tecnico della Prevost Dino Pajola (rif. “La materia dei sogni” - pp. 44-45), e venivi invitavo a scriverlo correggendo il paragrafo (indicando a tale proposito anche il link del racconto reso dallo stesso Pajola in una intervista al quotidiano La Repubblica - 28/08/2014), hai cancellato l’avviso di controllo della voce senza correggerla, ma hai modificato così:

- “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio” e se ne andò dalla sala. Sulla moviola realizzata appositamente per il maestro venne installato dal tecnico signor Pajola un dispositivo di silenziamento già ideato alla fine degli anni sessanta e già opzionabile per tutte le moviole. Come a Von Karajan anche ad alcuni montatori risultava fastidioso il rumore del suono in avvolgimento mentre ad altri aiutava il taglio della pellicola. Queste informazioni sono rilevabili dai registri di produzione della Prevost spa conservati presso la Prevost srl. -

Dunque nella prima versione, quando non nomini il tecnico Pajola, dici che il dispositivo fu realizzato per quella occasione e che poi lo vollero tutti. Nella seconda versione, quando in seguito alla segnalazione, nomini il signor Pajola, dici che quel dispositivo (realizzata peraltro in loco), era “già stato ideato alla fine degli anni sessanta” forse per evitare di riconoscere il merito del tecnico Pajola. Non ti accorgi però che l’aneddoto narrato da Pajola nell’intervista contenuta nella fonte “La materia dei sogni” fa riferimento al periodo 1965-67. Quindi oltre ad essere alquanto sospetta, la tua correzione è anche temporalmente improbabile. Modificando la fonte, tu avevi datato l’aneddoto di Pajola-von Karajan al 1983 - vedi la discussione precedente “Manipolazione delle fonti ed uso non corretto: pagina Attilio Prevost (1918-2010)”.

Bruno Zani 1936, il tuo modo di usare Wikipedia, anziché rivolto alla più chiara ricostruzione storica con l’intento di creare una voce che sia davvero enciclopedica e veritiera, sembra oltremodo sospetto, e mosso dalla volontà di voler sostenere un unico punto di vista, spesso poco chiaro e inattendibile. Uniformarsi ad uno spirito di collegialità e cercare il consenso per operare insieme sono le condizioni ottimali per creare un'enciclopedia imparziale in un ambiente favorevole. Ti invito nuovamente ad apportare le correzioni indicate. Viceversa la tua pagina potrebbe essere segnalata e proposta per la cancellazione dagli amministratori. --Koradazzi (msg) 16:50, 16 mar 2018 (CET)Rispondi

Replica a False attribuzioni - pagina Attilio Prevost (1918-2010)

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[@ Koradazzi]

Gli scritti nella "materia dei sogni" sono certamente validi nei contenuti, anche se alcune date sono smentite dalle fonti storiche archivistiche.

Riguardo l'archivio distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe stato irrilevante dato che stiamo parlando dei proiettori serie P. la cui produzione è iniziata nei primi anni Cinquanta. Chi scrive dimostra di non essere particolarmente informato in merito, dato che la presenza dei diversi modelli di proiettori della Serie P., tra musei e atri di cinema e cineforum, è facilmente rintracciabile. Recentemente, per altro, Paolo Prevost (figlio di Attilio junior entrato in azienda negli anni '70 e che ha partecipato alla liquidazione e chiusura dell'azienda e che dal '92, con altri soci, ha fondato e gestisce la nuova Prevost srl (acquistando dalla Prevost Spa i macchinari, il magazzino e la documentazione tecnica), ha ritrovato parte dell'archivio storico (risalente dal 1927 fino al 1991) i cui documenti permettono di chiarire perfettamente le date di produzione dei diversi modelli e chiude definitivamente la discussione.

E' scritto e noto il fatto che i primi apparecchi delle Officine Prevost ideati da Attilio senior, i vari Splendor, Lux, Alfa, Delta per finire al Magnus, fanno parte di una generazione di proiettori che arriva fino al '53, anno in cui i due Attilii hanno lavorato insieme (Attilio senior dal 52 al 54 viveva a Magreglio ricoprendo il ruolo di Sindaco del Comune) e Attilio junior dal '53 direttore dell'azienda. Solo a partire da quel momento nacque il primo proiettore della serie P. (nel 52 era nato il primo figlio maschio di Attilio junior, chiamato Paolo e per questo decisero di chiamarli P). P con un numero dopo, mentre gli altri precedenti proiettori furono messi in disuso. La nuova produzione di proiettori non comportava affatto solo un cambiamento di estetica (anche quella, ma non era estetica erano materiali migliorati) ma di parti sostanziali come il sistema di proiezione e i controlli automatici e altro, che negli anni hanno fatto diventare i proiettori Prevost il massimo dei massimi, tanto da definirli nel 1970 "le Ferrari dei proiettori". Inoltre, "mantenere la tradizione" non significa che i modelli precedenti fossero abbandonati ma che fossero costantemente innovati e sostituiti con nuovi progetti e dispositivi, migliorandone sempre le prestazioni.

Nessuno intende sminuire la figura di Attilio Senior, se mai elogiarlo, ma nemmeno sminuire l'opera di Attilio Junior. Se Attilio Senior aprì l'azienda (grazie anche ai capitali del fratello Augusto, padre di Attilio Junior) e la portò avanti fino al '52, progettando moviole e proiettori innovativi, è merito del suo pensiero e delle sue capacità. Dal '46 al '53 zio e nipote progettarono insieme. Dal '54, anno della scomparsa di Attilio Senior, se non vi fosse stato Attilio Junior a far non solo continuare ma triplicare l'azienda grazie a moviole e proiettori ideati da lui, (oltre che altri prodotti minori come le stampanti, simulatori di luce solare, sincronizzatrici etc..) l'azienda Prevost avrebbe chiuso, poiché malgrado l'abilità delle persone che vi lavoravano il vero motore e vita e realtà dell'azienda "Officine Prevost" sono state le menti di Attilio Senior e di Attilio Junior. Inoltre i due Attili si sono sempre amati e stimati (in fondo Augusto chiamò il figlio maschio Attilio.. nomen omen?..) e lavoravano insieme in grande accordo, soltanto dopo la morte di Attilio Junior sono cominciate a girare voci tendenziose.

Per quel che riguarda il signor Dino Pajola, chiariamo una volta per tutte la sua posizione, indipendentemente da interviste da lui rilasciate prima di morire, il signor Pajola era un" tecnico specializzato"e lavorava nell'assistenza tecnica esterna dell'azienda, uno dei più bravi sicuramente. Uno dei suoi compiti era quello di seguire le installazioni dei prodotti presso i clienti, insegnare loro come usarli, ma non può essere identificato come l'ideatore di nessun prodotto. Certo che ha incontrato i Beatles, Orson Welles eccetera, andava da loro per le installazioni e l'assistenza del prodotto. A partire dalla costruzione su misura delle moviole, dal '54, venivano create dopo ore di discussioni dell'ingegner Attilio Jr. con il cliente. (Le officine Prevost erano una fabbrica artigianale sembra un ossimoro ma è così). Inoltre, nei viaggi, Pajola spesso era accompagnato dal figlio di Attilio Junior, Paolo, che entrato in azienda cominciò a prendere il posto del padre nei contatti con l'estero. Arriviamo al maestro von Karajan. Posso limitarmi a dire che è vero che abbia pronunciato la famosa frase "non lo sopporto" andandosene, come è vero che fosse presente il signor Pajola che, appunto, era stato inviato presso il maestro a montargli la moviola costruita apposta per lui e a mostrargli il funzionamento. Pajola si limitò ad installargli un dispositivo (non lo inventò) già in uso dalla Prevost per alcune moviole dopo il 60, come rilevabile dal materiale a disposizione di Paolo Prevost e dalla sua diretta testimonianza.

Rif. Testimonianza di Paolo Prevost, marzo 2018

Abbiamo recentemente trovato, (pensavamo di averli persi), durante una fase di sistemazione del magazzino, in via Fermi al n 8, in condizioni molto sporche e usurati ma perfettamente consultabili, molti registri di produzione delle officine. Si tratta dei quaderni di produzione di reparto che venivano aggiornati mensilmente con i dati della produzione, dei modelli prodotti, della loro destinazione, corredati di appunti sulle caratteristiche delle macchine e delle applicazioni speciali. Sono firmati e corredati del nome dell’operaio montatore e/o collaudatore; si tratta per la nostra storia di documenti di eccezionale valore. Ci sono dei quaderni con riepilogo complessivo e con registrazione per modello. A questo punto l'archivio delle officine è completo dal 1927 fino al 1991. Risulta perfettamente evidente come i modelli denominati “Alfa“ , “Impero “ , “Magnus “ escono di produzione nel 1952 quando vengono totalmente rimpiazzati dai modelli “ P10 “, “P30 “ e poi successivamente dalle altre numerazioni (nota: i numeri associati alla lettera “P”non hanno mai avuto un riferimento temporale legato all’anno di produzione e/o ad una sequenza crescente.) I primi due proiettori “P10“ compaiono nel 1952 e non hanno un riferimento di destinazione (probabilmente vennero esposti alla “fiera campionaria” di Milano di quell’anno). I primi proiettori P.16 per film a 16 mm compaiono nei registri nel 1959 in corrispondenza degli anni dello sviluppo del formato 16mm in campo professionale e non più amatoriale come avveniva in precedenza. Purtroppo l’Ing Attilio Prevost Junior è deceduto prima di potere ispezionare il materiale che ho illustrato; probabilmente le inesattezze rispetto alle date che risultano da pubblicazioni precedenti sono state erroneamente riportate.

Rif. dispositivo silenziamento moviola maestro Von Karajan; episodio datato approssivamente 1983.

Nessuna intenzione di svilire l’operato del ns. compianto tecnico Sig. Pajola con il quale ho vissuto personalmente moltissimi episodi di interventi in Italia ed all’estero per risolvere assistenze e/o problematiche speciali, il riferimento all’episodio Von Karajan vuole precisare le tempistiche corrette visto che alcune date vengono attentamente e giustamente esaminate e contestate. Il dispositivo che permetteva di silenziare l’audio delle moviole (il termine esatto è tavola di montaggio) nella fase di riavvolgimento del nastro è stato applicato su moltissimi tavoli ed era certamente già in uso nella produzione dei tavoli nel 1967 quando ho fatto il mio primo ingresso nelle Officine Prevost spa ( svolgevo le prime collaborazioni con l’ufficio tecnico prima di terminare gli studi) . Allora tutte le moviole venivano impostate , sviluppate, abbozzate e configurate con l’intervento congiunto dell’Ing. Prevost Attilio Jr, del responsabile reparto moviole Sig. Pessina, del collaudatore capo sig. Benito Messana e spesso con i suggerimenti preziosi dei tecnici di assistenza clienti tra i quali il Sig. Dino Pajola ed il personale del Sig. Peppino Pesciarelli dell'agenzia di Roma, un lavoro di gruppo insomma che cercava di risolvere i problemi o le esigenze dei clienti che man mano scaturivano e i cambiamenti poi entravano in produzione per tutte.

Prendendo a caso una scheda di produzione qualsiasi da uno dei registri di produzione (disponiamo della documentazione per ogni singola moviola prodotta dalla Officine Prevost spa e dalla Prevost srl: per esempio la moviola sn.3187 ( raccoglitore del 1979 ) moviola destinata al British Film Institute di Londra. Si rilevano tutte le indicazioni date dalla direzione al reparto di produzione e tutte le annotazioni aggiunte dal reparto durante la costruzione: caratteristiche dettagliate, riferimenti ad elementi di proiezione, numeri seriali dei componenti, annotazioni del reparto collaudo; sono riportati anche i numeri dei disegni degli schemi elettrici della moviola. Dall’esame degli schemi elettrici si vede come i microswitch associati al comando di direzione fossero sempre montati a disposizione sulle macchine (vedi anche la foto del disegno che riporta i microinterruttori a camma che venivano montati sui comandi delle moviole per dare le segnalazioni del senso di marcia). Il fatto che non tutte le moviole fossero corredate in partenza con il collegamento tra questo microswith e l’amplificatore della moviola deriva proprio dalla caratteristica di lavoro del montatore che deve continuamente andare in avanti ed in dietro con la pellicola e con il sonoro è molto più facile trovare il punto di sicronizzazione del labiale con l’immagine potendo sentire il suono anche in riavvolgimento a bassa velocità. Al maestro Von Karajan, come anche ad alcuni montatori, dava fastidio.

Nota: gli schemi elettrici sono tutti conservati in ottime condizioni nei mobili sempre nell’archivio posto nella sede della Prevost srl in Settimo Milanese, sono disegni in china su fogli da lucido formato A1. Non disponiamo di una archiviazione digitale e non abbiamo più da molti anni l’apparecchio per le stampe in cianografia, sono comunque a disposizione per chiunque fosse interessato a vederli.

Bruno Zani 1936 (msg)