Discussione:Black Celebration

Black Celebration: da possedere

Senza dubbio uno degli album migliori dei Depeche Mode. Anzi la pietra miliare per capire il passaggio dal Synthpop degli anni '80 e dalle atmosfere industrial di metà decennio, sino a sonorità gotico-dark, che sguazzano tanto nel pop (vedi Stripped, canzone che rispecchia il decalogo della canzone perfetta) tanto nella musica alternativa (A question of time). Un album che è stato anche remixato nel 2004, ma che nella versione originale dell'86 trasuda un'anima lirica, quella del genio compositivo di Martin Gore, e una voce ispirata, quella di Dave Gahan, che si sposa alle musiche cupe dell'album in quanto Gahan è sempre stato un ottimo interprete, sin dai primi tempi, dove la voce delle canzoni da studio era la stessa dei live, sino agli ultimi tempi, laddove la sua voce si è molto affinata grazie a esercitazioni dure per una voce baritonale che rimane tra le più belle di sempre, forse eguagliabile solo da Jim Morrison. E' raro trovare un cantante tonalità baritono che si sappia cimentare con brani che richiedono grande sforzo vocale e toni piuttosto acuti. Morrison lo ha fatto, Gahan lo fa; riscalda con la sua voce l'atmosfera dei pezzi di Gore. In quest'album offre prova della sua abilità vocale soprattutto in Black Celebration, Fly on the windscreen (stupendo saggio di pop maturo e raffinato, così come Stripped), la stessa Stripped, A question of time, Dressed in black, saggio di dark-melanconico. La dimensione vocale emozionale è affidata a Gore, che canta i suoi pezzi più melanconici, quali A question of lust, Sometimes, piano e voce, It doesn't matter two (splendida), World full of nothing (grande anima lirica e grande conoscenza del mondo musicale). Un album da avere nello scaffale e da godere ogni sera, ogni notte magari, "to celebrate the fact that we've seen the back of another black day". Grandi Depeche Mode come sempre.

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