Discussione:Botrugno

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Breve storia di Botrugno modifica

Non pochi degli attuali comuni di Terra d'Otranto ebbero origine verso il Mille attorno ad un monastero,ad un bosco o ad una sorgente d'acqua naturale. Forse, proprio la concomitanza di questi fattori, favorì la formazione del primo nucleo dll'attuale comunità botrugnese. Essa appare collocata tra quello che allora era il grande bosco Belvedere, sul quale esercitavano gli usi civici varie comunità limitrofe, e gli espisodi rupestri di Muro e Sanarica (chiese, cripte e tombe scavate nella roccia tufacea). E' solo del 1276 il primo documento (una cedola per l'imposta ordinata da Carlo I° d'Angiò) nel quale Botrugno appare come una unità ben definita, un casale di pochissime famiglie, posseduto da un certo Jacobus de Astis. Testimonianza preistorica è un menhir, detto di Montebianco, in gran parte distrutto. Due sole famiglie mantennero il possesso del casale per tutto il periodo della dominazione feudale: i Maramonte e i Castriota. I primi governarono dalla fine del XIII sec. al 1651. Questo periodo fu caratterizzato da una lunga e coraggiosa lite feduale, che l'Università (universitas civium)di Botrugno condusse contro gli abusi feudali, dal 1480 sino al 1617. L'obiettivo era quello di liberarsi dalla forme più gravose di questi abusi, che andavano dalle decime su tutti i prodotti del territorio, alle prestazioni di lavoro gratuite, al peso di aluni prelievi come quello sugli erbatici e sui carnatici. Nel 1651 il territorio e il feudo di Botrugno venne venduto da Giovanni Tommaso Maramonte alla famiglia Castriota, alla quale sarebbe rimasto sino alla promulgazione delle leggi antifeudali. Si trattò del peiordo centrale della storia di Botrugno, che allora raggiunse quell'assetto economico e urbanistico che mantiene ancora oggi. Nel 1655 Carlo Castriota otteneva il titolo di marchese, mentre Botrugno cominciava ad essere denominato non più "casale" ma "terra" a riprova della sua accresciuta produttività. Nel 1806 le leggi antifeudlai posero fine al potere baronale. L'ultimo rappresentante dei Castriota, Francesco Maria, solo e malato, nel 1817 donava la terra e il feudo di Botrugno con il titolo di marchese a don Oronzo Guarini, dei duchi di Poggiardo. I GUARINI, pur senza esercitare più alcun potere di governo, mantennero il titolo di marchese sino alla morte del loro ultimo rampollo, Ignazio, avvenuta nel 1937 a Lecce. Con l'Ottocento il governo del paese veniva affidato ai decurionati e poi ai consigli comunali. Botrugno perdette la sua autonomia e, insieme con San Cassiano, venne aggregtao a Nociglia, che divenne sede del poetere locale sino al 1959. Solo con la Legge n. 477 del 13 marzo 1958 Botrugno veniva eretto a comune autonomo. (Vito Papa, via Mameli 23, Botrugno-Lecce)

Citazione fuori standard nell'incipit modifica

Sposto qui la seguente citazione iniziale, fuori standard per l'incipit (WP:CITIN), affinché, nel caso sia ritenuta utile, possa essere reinserita nella voce non nell'incipit e adeguatamente contestualizzata.

«Non si vede, non si sente,
è la patria di Morfeo;
tutto dorme quietamente,
di viventi è un gran museo;
e ciascun fa voto espresso
di trattare col suo se stesso.
Lo torreggia a cavaliere
un palagio blasonato;
sembra un nobile messere che sta li pietrificato;
e che stringe nel suo pugno
il paesello di Botrugno.»

--Lupiae (msg) 16:25, 16 feb 2011 (CET)Rispondi

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