Discussione:Ipostasi

Ultimo commento: 4 anni fa, lasciato da Micheledisaveriosp in merito all'argomento citazione iniziale

In Tommaso d'Aquino modifica

è falso che il concetto greco di ousìa esprima nella Scolastica l'individuazione. Tommaso usa due termini ben precisi per tradurre "substantia": 1) sussistente o ipostasi per indicare la persona-individuo (queste ossa e questa pelle, di questo uomo); 2) essenza per indicare ciò che è generale, i principi che identificano una specie e un genere, in senso aristotelico (le ossa e la pelle degli uomini).

la definizione di norma riguarda i principi generali, esprime l'essenza, non la singolarità . Per cui è impropria una definizione di persona o ipostasi, in quanto singolari. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 89.202.231.191 (discussioni · contributi) 09:32, 30 set 2015‎ (CEST).Rispondi

citazione iniziale modifica

in merito alla citazione iniziale:

« Secondo alcuni la sostanza, nella definizione della persona, sta per sostanza prima, che è l'Ipostasi; tuttavia non è superfluo aggiungere individuale; giacché con il nome di Ipostasi o di sostanza prima si esclude il rapporto tra l'universale e la parte. Noi diciamo infatti che sia un'Ipostasi il concetto di uomo o la mano. » (Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, I, q.29, a.1[4]),

Come già scritto nelle note nella cronologia, bisogna fare attenzione alla struttura della Summa Theologiae: ogni articolo è diviso in tre parti, tesi, analisi delle obiezioni, soluzione delle difficoltà.
Se ci si limita a citare, come in questo caso, la sola parte della analisi obiezioni, si rischia di far dire a Tommaso di Aquino cose che in realtà non ritiene vere e che egli attribuisce a un ipotetico lettore critico della Summa, cui risponde in senso contrario nella parte finale dell'articolo. Così' nella questio 29, articolo 1, proprio all'ultimo capoverso (nella traduzione di filosofico.net linkata) si legge che come l'anima separata dal corpo non è sostanza prima o ipostasi, <<così non lo è la mano e qualsiasi parte del corpo... e a ad essa non si addice il nome o la definizione di persona>>, che è parecchio differente dalla citazione iniziale.
Idem nell'articolo 2, si legge che se i Greci intendevano per ipostasi una qualsiasi sostanza individuale, nella prassi= negli scritti filosofici, intendevano per sostanza individuale soltanto la sua manifestazione più alta, quella di natura razionale (uomo ed esseri spirituali): così Platone e Aristotele, e lo stesso Plotino.
Bene è anche dire che Tommaso continua a contrapporre la filosofia di Platone e Aristotele, e fondare il tomismo scolastico sul solo Aristotele: non è un caso che in tutta la Summa chiami lo Stagirìta (e non Platone) il Filosofo, per antonomasia, con la F maiuscola; non è un caso che anche oggi si parli di sistema o filosofia aristotelico-tomista; non è un caso che Platone non sia citato una volta in tutta la Summa (basta far eun cerca-trova nel testo); non è un caso che il neoplatonico Plotìno compaia soltanto citato attraverso Macrobio, a proposito delle virtù cardinali o teologali. Contributi che dicano, come nella voce su Plotino, quanto l'Aquinate sìa debitore verso il vero Platone piuttosto che verso Aristotele sono a dir poco originali e non enciclopedici.
La voce "ipostasi" merita sicuramente un paragrafo dedicato al cristianesimo, o meglio sarebbe dire per la Scolastica, se non altro perchè attraverso il concetto di sostanza, distinto tra ipostasi (o sussistente) ed essenza, si definisce in termini filosofici e metafisici, il fondamentale mistero della Trinità. Questo non vuol dire che la Scolastica sia la continuazione di Plotino, anche perchè per la Scolastica la Trinità non è epìsteme, cioè è un dato di fede, non dimostrabile con la ragione: col concetto di ipostasi si può descrivere in filosofia, ma non dimostrarne la necessaria esistenza, come invece fa Plotino con le ipostasi degradanti. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 89.202.231.191 (discussioni · contributi) 09:57, 5 ott 2015 (CEST).Rispondi

la voce attuale cita Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae I, q29, a.2, soluzione delle difficoltà 1-2), che rende la sostanza-ipostasi con la parola "sussistenza", distinguendola dall'essenza non individuata. Rimettendo a posto il testo (non mio) come probabilmente era già in origine, ho qualche dubbio riguardo alla presunta distanza fra tomismo e platonismo. I neoplatonici condividono l'idea secondo la quale l'ipostasi è la partecipazione di un ente individuato ad un essenza eterna e immutabile, con la differenza che per i Neoplatonici ciò presume un monismo emanazionistico, nel quale l'essenza è qualcosa di superiore e meno "degradato" delle ipostasi, mentre le tre ipostasi stano tra loro in un rapporto di subordinazione. Invece, le tre Ipostasi della SS. Trinità vivono in un rapporto paritetico e non subordinazionistico sia tra loro in quanto persone individuate in un corpo umano o in uno spirito sia in relazione ala comune unica Essenza che si chiama Dio. Inoltre, il livello inferiore della creatura umana può essere elevato alla stessa partecipazione dell'essenza divina che hanno da sempre e immutabilmente le tre divine Persone: in altre parole, la gerarchia delle tre ipostasi non esiste in Dio, in quanto in sé e per sé, bensì soltanto nella relazione fra il Creatore Triuno e gli enti creati (la superiorità di Dio sulle intelligenze angeliche e di quest'ultime sulle creature umane), e in una modalità non eterna e immutabile, tale che fu possibile elevare al di sopra degli Angeli una creatura umana come la Vergine Maria, aprendo agli altri Suoi Figli la possibilità di partecipare dell'essenza divina nello stesso grado proprio delle tre ipostasi di Dio.--Micheledisaveriosp (msg) 09:46, 24 gen 2020 (CET)Rispondi
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