Discussione:Luciano Salce

Ultimo commento: 7 anni fa, lasciato da Jose Antonio in merito all'argomento Internamento nel campo di concentramento

Internamento nel campo di concentramento modifica

Luciano Salce al suo rientro in Italia ha aderito alla RSI e fu internato nel campo di concentramento di Coltano ( vedesi voce " campo di concentramento di Coltano). Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 190.148.39.78 (discussioni · contributi).

Puoi aggiungere tu stesso l'informazione assieme a una fonte attendibile (in una nota). --MarcoK (msg) 11:04, 9 apr 2015 (CEST)Rispondi
L'affermazione dell'anonimo è sicuramente falsa. Nell'articolo intitolato "Salce il repubblichino inventato" pubblicato nella Lettura del 16 ottobre 2016, pagina 49, Antonio Carioti afferma letteralmente:

«Il caso più eclatante è Wikipedia, strumento di consultazione rapida tra i più usati sul web, che alla voce «Campo di concentramento di Coltano» colloca Luciano Salce tra gli ex combattenti fascisti di Salò rinchiusi in quella località dagli americani, in compagnia di noti repubblichini come Mirko Tremaglia e Pio Filippani Ronconi. [...] Invece no. Non c’è nulla di vero. Nel periodo dal 9 settembre 1943 al 29 aprile 1945 Salce, nato nel 1922, si trovava fra i militari italiani catturati dai tedeschi e internati nel Terzo Reich senza la qualifica ufficiale di prigionieri di guerra. Lungi dall’aderire alla repubblica di Mussolini, gesto che gli avrebbe consentito di recuperare la libertà arruolandosi nelle divisioni di Rodolfo Graziani, scelse di rimanere recluso in condizioni assai difficili. Tra l’altro i nazisti, per impadronirsi dei suoi denti d’oro, espiantarono a Salce, causandogli danni permanenti, la protesi che gli era stata applicata da ragazzo in seguito a un incidente stradale. Da allora sarebbe stato L’uomo con la bocca storta, come il figlio Emanuele e Andrea Pergolari intitolarono un documentario dedicato al regista nel 2009, a vent’anni dalla morte. Tutto ciò risulta inequivocabilmente non solo dalla corrispondenza che Luciano tenne dalla Germania con il padre Mario Salce, che s’interruppe nell’estate 1944 dopo un fallito tentativo di fuga dal lager del giovane prigioniero, ma anche dalla vasta messe di documenti esaminata dallo studioso Andrea Maori, che ha scandagliato gli archivi civili e militari, ricavandone una relazione di notevole interesse. Il foglio matricolare dell’esercito intestato a Salce registra le tappe del suo internamento in Germania e in Austria, così come il suo ritorno in Italia al termine del conflitto, il 9 maggio 1945, dopo la fuga dal lager presso Innsbruck dove era detenuto. Della Rsi e di Coltano non vi è traccia: d’altronde nemmeno i fascisti reduci da quel campo che hanno lasciato delle memorie, come Pietro Ciabattini, citano mai la presenza di Salce tra i loro compagni di prigionia. Ma allora com’è nata questa leggenda metropolitana? Probabilmente alle origini c’è un libro uscito nel 1978 per le edizioni Ciarrapico, Intellettuali sotto due bandiere, firmato da un dirigente di spicco del Msi, Nino Tripodi. Si tratta, spiega Maori, di una rassegna di testi inneggianti al fascismo scritti sotto il regime da personaggi noti che in seguito avrebbero assunto posizioni ben diverse. Tra di essi l’autore richiama anche una «monografia», una sorta di tesina (al massimo 15 pagine dattiloscritte), presentata da Salce, allora diciannovenne, a un convegno di geopolitica dei Gruppi universitari fascisti (Guf) tenuto a Roma nel novembre 1941.»

--SolePensoso (msg) 23:29, 22 ott 2016 (CEST)Rispondi

La presenza di Salce a Coltano è evidentemente priva di riscontri e pertanto presumibilmente falsa--Jose Antonio (msg) 23:55, 22 ott 2016 (CEST)Rispondi

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