Discussione:Narrativa di genere

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Salve a tutti. Un'osservazione preliminare: l'articolo è una traduzione da quello inglese.

1) Altra osservazione: mi sembra che ci sia una confusione di fondo: "narrativa di genere" è quella che fino ad una quindicina di anni fa era chiamata "paraletteratura" ossia qualcosa che "sta a fianco" della letteratura propriamente detta. Senza voler dare quelli che Pier Vincenzo Mengaldo chiamava "giudizi di valore" mi sembra indubbio che tra le due serie ci sia una differenza profonda. Nello specifico lo scarto tra letteratura di genere e letteratura propriamente detta potrebbe essere considerato il modo di concepire la memoria letteraria. Mentre la narrativa di genere si conforma il più saldamente possibile ad un paradigma (un insieme di modi di espressione, stili, contenuti e forma), la letteratura instaura con questo paradigma un rapporto molto più complesso (specie negli ultimi cent'anni).

2) Sulla definizione di genere: l'autore scrive: "Scrittori, editori, addetti al marketing, librai, biblioteche, accademici, critici, lettori potrebbero avere modi diversi di classificare la narrativa, e ciascuna di queste classificazioni potrebbe essere definita genere". Ora, questo non è del tutto esatto visto che c'è un discreto accordo nella comunità scientifica su cos'è un genere letterario: la definizione più elegante (più economica) è: un insieme di opere che abbiano dei tratti in comune. Questi tratti possono essere i più variegati (ne butto qualcuno alla rinfusa: stile, modo narrativo, focalizzazione, struttura, tematica, procedimenti, fabula, intreccio). Visto che un tale metodo produce di necessità definizioni di genere intensive e non estensive la diatriba rimarrà sempre viva. Mi permetto comunque di esprimere qualche dubbio che "gli esperti di marketing" possiedano la competenza per definire un genere letterario. Essi categorizzano in base ai dati di vendita non a criteri estetici. Se il genere letterario è una categoria estetica allora esso deve essere trattato di conseguenza. Non è che se uno passa per la strada, vede un tram e dice: questa è una Ferrari, visto che lui definisce Ferrari qualsiasi pezzo di metallo semovente, quel tram è sul serio una Ferrari. Rimane un tram. Se un consiglio d'amministrazione si produce in corbellerie analoghe in campo letterario non è obbligatorio dargli retta (anche se l'economia "gira" grazie a loro).

2a) "Non vi è dubbio che i lettori abbiano preferenze per certi tipi di storie, e che esistano scrittori ed editori che tentano di soddisfare queste preferenze, ma il termine genere resta amorfo, e l'assegnazione di una certa opera a un dato genere resta, in certa misura, arbitraria e soggettiva." Questa frase, che in sé è corretta, senza un adeguato cappello è fuorviante per il lettore che deve essere guidato all'interno dei processi di categorizzazione (definire un genere è un'operazione analitica e deve, indipendentemente dai tratti o dai criteri utilizzati, rispettare dei principi logici).

3) Un'altra fonte di confusione è quella tra "genere" inteso come poesia, prosa ecc. (peraltro questo è il concetto di Aristotele) e quella di "narrativa". Un romanzo può anche essere scritto in versi. In effetti si consideri la posizione del determinativo: il "genere letterario" e "letteratura di genere" potrebbero indicare due insiemi non comparabili...

4) Cito dalla voce: "Il termine "narrativa di genere" è a volte usato come opposto peggiorativo di "narrativa letteraria", che si considera dotata di maggior valore artistico e culturale. Secondo questa posizione, a confronto con la narrativa letteraria, quella di genere sarebbe stereotipata, commerciale, sensazionale, melodrammatica e sentimentale. Per estensione, si suppone che i lettori di narrativa di genere (il pubblico di massa) abbiano gusti letterari più grossolani rispetto ai lettori di narrativa letteraria. La narrativa di genere è quindi essenzialmente vista come letteratura destinata al mercato di massa." Il termine "narrativa letteraria" in Italia non l'ho mai sentito. C'è "literary fiction" nell'originale di quest'articolo ma in italia si parla di "letteratura" senza ulteriori specificazioni. (A proposito della traduzione: bisognerebbe considerare più attentamente la parola "fiction", piuttosto che tradurla con "narrativa". La "fiction" è una prosa AD ANDAMENTO NARRATIVO che tratta di avvenimenti fittizi. Fino a una decina d'anni fa si poteva affiancare a "fittizi" anche l'aggettivo "realistici" in quanto "fiction" veniva considerato in opposizione a "romance").

Torniamo al brano che ho citato. "Per estensione" un corno. Nessuno dà giudizi su chi legge cosa: è indubbio però che da un punto di vista puramente estetico un'opera come "romanzo criminale" non possiede la complessità, il continuo interrogarsi, la coscienza di (mi mantengo nella contemporaneità) "i figli della mezzanotte". Con questo, senza nulla togliere alla letteratura di genere. Il fatto è che la letteratura tout court, o per adeguarci alla terminologia la "narrativa letteraria" non "si considera" (ma è un si riflessivo o impersonale??) dotata di maggior valore artistico e letterario: lo è. infatti mentre un autore di genere (come illustrato) se vuole essere pubblicato ha come maggiore interesse quello di andare incontro ai desideri del pubblico, rispettando un rigido canovaccio, lo scrittore offre uno spaccato che, spesso, è tutt'altro che conforme alle aspettative o ai desideri del pubblico. Volendola mettere sulla ricezione, il patto narrativo che lega uno scrittore di genere al suo pubblico è molto più vincolante ed il rapporto è sbilanciato verso quest'ultimo.

5) Ora, non vorrei che mi si considerasse come un babbione imbalsamato che storce il naso di fronte ad ogni Urania che vede (tutt'altro). I critici e gli accademici (chissà perchè nel testo sono citati separatamente, visto che oggigiorno i critici trovano uno stipendio solo in accademia) son vent'anni che hanno scoperto e sviscerato la letteratura di genere. Di più: Viktor Sklovskij dedica ampio spazio nel suo "O teorij prozij" (Teoria della prosa, Milano, Garzanti e poi Torino, Einaudi) alla letteratura poliziesca. Del resto molti autori "di genere" sono comunemente studiati: Dashiel Hammett, Alexandre Dumas, Maxim Gorkij, Simenon... Alcuni hanno prodotto anche scritti non di genere (mi sembra più semplice la definizione in negativo, per quanto pericolose esse siano); si potrebbe accennare al fatto che la letteratura di genere, il poliziesco per esempio, una volta soddisfatti i criteri- base (delitto, ecc.) lascia allo scrittore le mani libere (questo lo dice Pennac, il quale nel bene e nel male ha scritto quasi solo romanzi gialli) per occuparsi d'altro.

6) Ecco, allora forse può essere questa la discriminante: se lo scrittore si limita alla ritualità del genere o se, a fianco ed oltre questa ritualità, è presente un qualcosa d'altro (in soldoni, ma non è del tutto esatto, bisogna vedere se a chi scrive interessa proprio e soltanto scoprire l'assassino o se ha qualcosa da dirci), qualche mira estetica, etica, politica, e se allora il delitto diventa un pretesto (ma anche, letteralmente, un pre-testo, quasi un'avantesto, spinto sulle genettiane "soglie"...). Strangolerò personalmente chi considera il "pasticciaccio" di Gadda narrativa di genere.

7) "Molte opere di indiscusso valore letterario presentano i tratti caratteristici di un certo genere. Di conseguenza, gli appassionati di quel genere tenderanno a trattare l'opera come appartenente al genere stesso e sosterranno che dimostra il valore del genere; mentre coloro che hanno scarsa considerazione per la scrittura di genere tenderanno a negare che l'opera in questione appartenga a quel genere." Quest'acuto saggio di comportamentismo... ma perchè bisogna sempre metterla sul livello del "mi piace"/"non mi piace". Coloro che hanno scarsa considerazione... detto così si nega anche "l'indiscusso valore letterario" del periodo in apertura. Perchè se posso negare o affermare che un libro sia di genere, così, in base ai giramenti del momento, allora posso anche dire che "l'arcobaleno della gravità" è una porcheria. Quando si parla dei "critici che esitano a classificare" qualcosa sarebbe il caso di riportare citazioni della fonte che ha esitato. Non è che "i critici" sono un'entità come "i visitors", sono tanti e ce n'è di ogni tendenza: marxisti, psicoanalitici, neostoricisti, strutturalisti ed ogni gruppo possiede delle convenzioni (anche linguistiche) ben determinate. Mi scuso per la lunghezza dell'intervento e mi auguro che le critiche espresse vi siano d'aiuto.

Gianni

PS: Penso che ci si potrebbe risparmiare di limitarsi a tradurre gli articoli stranieri, almeno nei casi di elementi che non riguardano strettamente la(le) letteratura(letterature) espresse nella lingua data.

Confusione modifica

Riporto innanzitutto due stralci dell'articolo:

Il termine narrativa popolare, un tempo usato in contrasto a "narrativa letteraria", è caduto in disuso. Esso è stato sostanzialmente sostituito da "narrativa di genere".

Il termine "narrativa di genere" è a volte usato come opposto peggiorativo di "narrativa letteraria", che si considera dotata di maggior valore artistico e culturale. Secondo questa posizione, a confronto con la narrativa letteraria, quella di genere sarebbe stereotipata, commerciale, sensazionale, melodrammatica e sentimentale. Per estensione, si suppone che i lettori di narrativa di genere (il pubblico di massa) abbiano gusti letterari più grossolani rispetto ai lettori di narrativa letteraria. La narrativa di genere è quindi essenzialmente vista come letteratura destinata al mercato di massa.

In parte tutto questo è vero, però mi pare che si sia creata una confusione di fondo, tra cioè narrativa di genere e letteratura di consumo (voce esistente su wikipedia). La letteratura di genere è, piuttosto, un ramo di quella di consumo. E' quest'ultima che definisce infatti la letteratura destinata alle masse, dedita all'intrattenimento, ritenuta "popolare". All'interno di essa, vi è la narrativa di genere, che non solo è fenomeno di massa ma anche (almeno in teoria) incasellamento, "ghetizzazione" volendo usare termini forti, all'interno di canoni e tòpoi. Il Viandante Immortale 23:00, 31 gen 2007 (CET)Rispondi

Narrativa buona o scadente modifica

Scusate il ritardo, leggo solo adesso la voce e i vostri interventi. Effettivamente si sta facendo un po' di confusione soprattutto riguardo alla sistemazione della voce che mi pare presenti più di una criticità. In primo luogo manca la citazione di fonti. In secondo luogo non chiarisce molto bene i "contenuti" della narrativa limitandosi alla catalogazione. Per limitarci all'Italia, da oltre una quarantina d'anni, per dirla in termini diretti senza girare intorno al problema, il romanzo giallo è stato sdoganato da quando scrittori come Gadda, Sciascia, Scerbanenco, Soldati, Bufalino, Del Buono, Eco, Fruttero & Lucentini e così via hanno adoperato la tecnica investigativa per raccontare con immediatezza e senza circonlocuzioni le degenerazioni della società. I romanzi si dividono in buoni e scadenti. E' però altrettanto vero che da un po' di tempo alcuni editori hanno pubblicato e continuano a pubblicare e a inflazionare dietro l'etichetta non sempre esatta di "gialli" e "noir", che tira sempre anche in periodi di vacche magre come l'attuale, romanzi (e autori) mediocri che peraltro enigmatici o comunque di atmosfera "nera" non sono nemmeno lontanamente. Se si esclude il morto ammazzato messo lì come un manichino. Con la conseguenza più immediata di disorientare il lettore e di dopare il mercato. A proposito di generi letterari Aristotele superava persino la distinzione convenzionale tra prosa e poesia. Platone indicò il genere drammatico, il narrativo e il misto. Il giallo, se si vuole categorizzare, rientra nella definizione platoniana del drammatico. In tempi più moderni il rigore normativo dei generi è stato messo in discussione da Croce che ha valorizzato la creatività individuale. Si può allora il giallo definire una categoria a sé stante, un genere letterario? Per sistemare lo scaffale di una libreria forse sì. Per orientare il lettore anche, ma fino a un certo punto: non si può prescindere dai contenuti e dai valori. Ritornando a noi e alla voce, sul noir ho aggiunto un paio di cose corredate da note. Apprezzabile il lavoro, ma molte affermazioni, alcune peraltro opinabili, vanno dotate di note anche se sono numerosi i wikilink di riferimento.----Merton (msg) 09:57, 30 mag 2012 (CEST)Rispondi

"Narrativa letteraria"? modifica

Nella voce compare più volte l'espressione "Narrativa letteraria" che non mi risulta di aver mai sentito prima e non ho trovato l'espressione neanche nei link e testi in bibliografia come ad esempio "Sociologia della letteratura" di Rondini (e anche con una ricerca su google ho trovato pochissime occorrenze nel significato preciso usato da questa voce). L'espressione di per sé è una tautologia (per definizione la narrativa, ovvero romanzi e racconti, è parte della letteratura) a meno che non si volesse dire "narrativa di alto valore letterario" ma come diceva Roland Barthes "La maggior parte delle poesie è brutta, ma sono pur sempre poesie", perciò la "letteratura" non coincide con la "letteratura ritenuta di alto valore". Neanche il termine "mainstream" come sinonimo di "di alto valore artistico" mi risulta così diffuso (sulla relativa voce viene citato "L'ombra lunga dell'autore" della Benedetti, ma non ho mai sentito un critico dire a un autore "Il suo è un romanzo davvero molto mainstream" per segnalare il suo alto valore artistico, anzi il significato sembra quasi rovesciato). Propongo di sostituire quindi l'espressione con "Narrativa ritenuta di alto valore". comunque nella voce occorrerebbe evidenziare di più che il motivo della passata "emarginazione" da parte dei critici di questo tipo di narrativa è a causa non tanto del legame con un certo genere piuttosto che di un altro o nessuno ma piuttosto con i legami di tale tipo di narrativa con le logiche di mercato e la diffusione e potere dei mass media (come viene evidenziato nelle voci "letteratura di consumo" "cultura di massa" e "industria culturale").--Myron Aub (msg) 21:52, 6 ago 2014 (CEST)Rispondi

Umorismo modifica

la letteratura umoristica non è anch'essa letteratura di genere? Woodhouse e Jerome, Courteline e About, i nostri Campanile, Guareschi, Mosca o Villaggio non hanno avuto dapprima lo stesso trattamento da paraletteratura, ma anche poi lo stesso riconoscimento, almeno negli esempi migliori, di essere "buona letteratura"? Come tutta la letteratura malvista dai critici c'erano editori specializzati nel genere, come il povero Formiggini, o Bietti, e fu cavallo di battaglia di Rizzoli per decenni. Lele giannoni (msg) 19:25, 17 set 2018 (CEST)Rispondi

Spionaggio modifica

penso alle collane di Mondadori: insieme ai Gialli e ad Urania veniva Segretissimo. Non è un genere quello di Fleming, Le Carré e compagni? Lele giannoni (msg) 19:45, 17 set 2018 (CEST)Rispondi

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