Discussione:Storia di Milano

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...da fare in Storia di Milano

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  • Articolo da completare. Dal 1700 ad oggi
  • Parlare di più delle corporazioni e arti del 1200-1300

Inserisco qui la cronologia della voce che è stata cancellata per copyvio iniziale e ricreata usando l'ultima versione in crono (utinam) --Civvì talk 15:17, 13 nov 2006 (CET)Rispondi

Il paragrafo 9 vita culturale modifica

Questo paragrafo, interessante, denso e "leggermente" POV, mi sembra che sia fuori posto in questa voce, qualche idea (oltre che depov) su dove si possa trasferirlo oppure che voce creare per inserirlo? --Bramfab Discorriamo 20:17, 1 apr 2009 (CEST)Rispondi

Concordo, il paragrafo 9 è totalmente estraneo alla voce e non parla di argomenti storici. Si potrebbe creare una voce come Cultura a Milano ma non conosco se esistono voci simili di approfondimento e come sono categorizzate, realizzate. --Luckyzdimmi 21:04, 1 apr 2009 (CEST)Rispondi
Inoltre la voce è già lunga 57 kilobyte e sarebbe buona idea iniziare a sfoltirla degli argomenti non direttamente relativi. --Luckyzdimmi 21:10, 1 apr 2009 (CEST)Rispondi
La lunghezza della voce oggi non e' piu' un problema, (basta guardre il peso di quello attualmente in vetrina), il problema e' la sua omogenieta' interna. Tuttavia sospetto che una voce dal titolo Cultura a Milano venga fraintesa finindo ad essere un invito a battaglie campanilistiche di cui possiamo farne a meno.--Bramfab Discorriamo 11:09, 2 apr 2009 (CEST)Rispondi


Milano deriva da Mediolanum? modifica

Ma siamo sicuri di ciò? Milano deriva da Medhlan o Medhelan, toponimo celtico, da cui il milanese Milàn, durante l' epoca medioevale, quindi milano, oggi in lingua italiana. Propongo di cambiare mediolanum con Medhlan o Medhelan.

Fonti? MM (msg) 21:53, 15 gen 2010 (CET)Rispondi

Fonti? Le avete cancellate. Perchè? Milano non deriva da mediolanum, quali sono le fonti che lo attestano?

Veramente data la notorietà del fatto viene da chiedersi quali sarebbero le fonti che attestano l'opposto.--Bramfab Discorriamo 18:03, 25 gen 2010 (CET)Rispondi

La notorietà del fatto che milano deriva da mediolanum? Ma è uno scherzo? Eppure ormai è dato per assunto da quasi tutte le fonti attendibili che sia medhlan e che mediolanum sia improbabile. Perchè il mio post con le fonti viene censurato? Posso avere una risposta democratica? Voglio fare notare cheome nella versione inglese di wikipedia sia medhlan il termine assunto come toponimo da cui deriva l' attuale milano. http://en.wikipedia.org/wiki/Milan#Etymology Forse è ora di adeguarsi e correggere mediolanum con medhlan anche in questa versione.

Gentile utente, se nei tuoi interventi continui a modificare quanto scritto da altri in passato, i tuoi interventi vengono cancellati. Quanto inserito nella voce inglese *non* vale come fonte. Mediolanum è un nome della città attestato dalle fonti antiche e dai dati archeologici. Se vuoi una fonte moderna che ne parla v. ad esempio qui. Potresti gentilmente indicare ora altre fonti antiche e/o altri dati archeologici che attestino l'esistenza del termine Medhlan, cosicché ne possiamo discutere, (ovviamente in fondo alla pagina)? Grazie. MM (msg) 01:40, 26 gen 2010 (CET)Rispondi

Milano deriva dal celtico Medhelan:

La fondazione mitologica di Medhelan può collocarsi attorno al 600-590 a.C. Mediolanium, (Milano), è la forma latinizzata del celtico continentale antico Medhelanion o Medhelan, ossia "santuario di mezzo". La notizia è riportata sotto forma di mito da Tito Livio, Storia di Roma dalla fondazione, V, 33-35, che fornisce come termine di raffronto cronologico il regno di Tarquinio Prisco (616-579 a.C.) e la fondazione di Marsiglia da parte dei coloni focesi (600 a.C. ca.). Il leggendario fondatore è Belloveso, della tribù dei Biturigi, nipote del grande re transalpino Ambigato. Secondo una antica tradizione milanese, Belloveso vide un animale sacro, una scrofa semilanuta, animale sacro alla Dea celtica Belisama (ancora oggi presente in via Mercanti, con un antichissimo bassorilievo successivamente incorporato nel Palazzo della Ragione del 1200), e da questa apparizione, da questo segno degli Dei, venne indotto a fondare il centro sacro di Medhelan. Vi è un'altra leggenda che è interessante riportare. Il tutto inizia con la marcia di Belloveso, proveniente dalla Francia, che giunge in quella che viene definita "Gallia Cisalpina" nei dintorni del Seveso. Il Seveso viene indicato come piccolo fiume che attraversa una zona degli Insubres, stirpe affine alla gente di Belloveso. Secondo il calendario celtico era il giorno del capodanno celtico (il "giorno di Samhain") e, riporto come c'è scritto " in quell'istante Antares, la stella più brillante della costellazione dello Scorpione, sorgeva insieme al sole.". Non si sa a cosa fosse dovuta la sosta, forse ad un fatto straordinario, ma in ogni caso Belloveso ed i suoi si fermarono presso il fiume quando all'improvviso scoppiò un furioso temporale con grandi fulmini e tuoni che così raccontato mi ricorda certi temporali davvero terrificanti che ho visto solo qui in pianura padana. Ma, tornando al racconto, tra fulmini e tuoni cade anche una violenta folgore che scaricò tutta la sua potenza nel bosco provocando un incendio così devastante che la pioggia non riuscì a salvare le piante dal rogo dal quale, il giorno seguente, risultarono salve solo due grosse querce che benché quasi distrutte si ergevano ritte in mezzo ai tizzoni ancora ardenti e la cenere. Il sole illuminando le due piante ne tracciò sul terreno l'ombra tanto che sembrava tracciasse in realtà un percorso. Così doveva apparire ai Celti che probabilmente ritennero tale fatto un dono degli dei e considerando quella somma di segni come di buon auspicio spianarono il terreno arso e lo ripulirono dai resti dei tronchi carbonizzati recintandolo. Tale area venne considerata sacra, un santuario all'aperto, e fu chiamata Medhelanon (luogo centro di perfezione) . Lo stesso nome fu dato al villaggio che nacque appena poco distante dopodiché nell'area bruciata rinacquero arbusti, piante, erbe e fiori (La Leggenda è tratta da "Il Mondo dei Celti nelle leggende Milanesi" di Giorgio Fumagalli. Saggio inedito.). I Galli stavano cercando un posto dove stanziarsi (all'epoca la pianura padana era un'enorme luogo di foreste e paludi) e avrebbero considerato sacrilega l'idea di distruggere gli alberi della foresta che per i Celti è sacra. Il fatto che gli Dei avessero provveduto a procurare loro un spiazzo attraverso l'incendio evitò loro di compiere un sacrilegio e quindi venne considerato un dono degli Dei stessi che posero fine al loro errabondare, secondo un modo di pensare peraltro comune ai diversi popoli di origine indoeuropea dell'epoca..

La questione mi sembrerebbe più dubbia di quello che la lapidarietà dell'affermazione sembri suggerire. Può essere un'interessante ipotesi da presentare, ma trattandosi di un'interpretazione più che di un dato certo, almeno così sembra dai dati portati a sostegno, dovrebbe essere chiaramente indicato che di questo si tratta. Imho.

Non è un’interpretazione ma un dato di fatto, riscontrabile come detto precedentemente dall’archeologia che ancora oggi dà risultati in questo senso, e dal racconto diretto non solo degli storici greco-latini, ma anche da autori medievali.

La prima celtizzazione del nord della penisola italiana viene individuata nel fondamentale testo Celti in Italia di Venceslas Kruta e Valerio M. Manfredi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1999, già nell'età del Bronzo (che Alexandre Bertrand ancora nella seconda metà dell'800, preferiva chiamare, per Francia e Italia Settentrionale, come "era celtica") e ha trovato sviluppo organico (peraltro preceduto dalla civiltà di Canegrate, che ne anticipa forme e sviluppi) con la Civiltà di Golasecca (iniziata nel XII secolo a.C.), che a ragione viene considerata come una delle prime "civiltà celtiche" dell'intero continente europeo. Non è perciò strano che proprio nell'area archeologica golasecchiana sia stata rinvenuta la più antica testimonianza di una lingua celtica in Europa: da un corredo funebre del secondo quarto del VI secolo a.C., individuato nei pressi di Castelletto Ticino, rileviamo infatti il famoso genitivo gallico in alfabeto etrusco-capenate - Xosoio - graffito su vaso. Dal testo emergono poi i continui riferimenti allo scambio culturale, etnico e commerciale con le popolazioni alpine (tra cui i camuni!) e transalpine che vede un intreccio di relazioni fortissimo tra gli antenati di quelli che saranno i futuri popoli del Centro Europa. L'invasione celtica "storica" o "lateniana" dell'Italia è ricca di vicende storiche e militari che videro il confronto e lo scontro tra i Celti, e le popolazioni mediterranee e latine. Di questo scontro, durato per secoli, vi sono dettagli di grande interesse, approfonditi nel libro citato, e altri che meritano una evidenza particolare. Vi è ad esempio chi ha sostenuto la tesi che i galli senoni (forse con la collaborazione di altri popoli gallici come boi e insubri, come sembra adombrare Tito Livio, V, 35) che misero a sacco Roma, occupandola e costringendo alla fuga legioni ed esercito di quella che era già una grande potenza regionale, agirono istigati dai tiranni di Sicilia: ma la tesi è piuttosto bizzarra e sicuramente insostenibile se si considerano gli ottimi rapporti che Roma aveva in quel tempo con quei governanti, attestati da Tito Livio, IV, 52, dove dopo una grave carestia, a fronte della quale tutti i popoli vicini rifiutarono di vendere grano a Roma (avendo subito da essa innumerevoli guerre e sconfitte) "furono aiutati con generosità dai Tiranni della Sicilia". Va sottolineata la notevole capacità di sopravvivenza delle popolazioni celtiche anche in aree molto lontane dalle Alpi, come nel caso della popolazione celtica dei Senoni (stanziati tra i fiumi che Tito Livio indica come Utente e Aesim, tra Ravenna e Ancona), stanziatasi nelle attuali Marche superiori e duramente colpiti dalla politica di sterminio attuata dai Romani. Per quanto riguarda l'eredità celtica, "il ruolo svolto dall’Italia è stato a lungo mal compreso e mal apprezzato. Da un lato dai difensori dell'eredità classica, che volevano vedere nella presenza celtica in Italia un'invasione di barbari incolti e, alla fine, fortunatamente respinta da Roma. Da un altro lato dai celtofili che consideravano questa presenza episodica e marginale, tanto meno significativa per il fatto che i Celti vi apparivano soltanto come una delle componenti di un insieme culturalmente ed etnicamente molto diversificato e mescolato". Recenti ricerche archeologiche e linguistiche "hanno permesso di riconsiderare la questione e di disegnare un quadro che rivela il posto importantissimo occupato dal popolamento di origine celtica nell'Italia settentrionale, e il ruolo fondamentale che ebbero le intense relazioni tra i Celti d'Italia - a contatto con Etruschi e Greci - e i loro congeneri transalpini...".. Alle vestigia archeologiche "si aggiungono le scoperte di diversi testi - purtroppo brevi e poco vari - scritti dai Celti antichi nella loro lingua utilizzando diversi tipi di alfabeti di origine mediterranea. Questi testi, oltre a fornire materia per lo studio delle lingue celtiche antiche, costituiscono una prova irrefutabile dell'estensione delle popolazioni celtofone". Il mondo dei Celti antichi, "che gli autori greci e latini ci hanno descritto sotto una luce così sfavorevole, si rivela invece più ricco e meno semplice di quanto voleva la tradizione, che attribuiva loro, come merito principale, se non l'unico, quello di aver assimilato i benefici imposti da Roma". Appare sempre più evidente "che la perdita dell'indipendenza non ha significato uno sconvolgimento immediato e radicale della situazione preesistente: il sistema socioeconomico preromano continua infatti a funzionare senza subire modificazioni importanti, e i Romani stessi integrano e sviluppano numerosi elementi già esistenti - santuari, insediamenti, reti viarie, mercati, ecc.". Gli aggettivi "gallo-romano" (riferito alla Gallia cisalpina e transalpina), "celto-romano" (per le regioni danubiane), o "romano-britannico" esprimono la doppia filiazione di queste facies provinciali e il ruolo che svolse il sostrato celtico nella loro formazione". (in Venceslas Kruta e Valerio M. Manfredi I Celti in Italia , Mondadori, Milano 1999, 2000, pagg. 12-14).

  • Tu dici "Mediolanium, (Milano), è la forma latinizzata del celtico continentale antico Medhelanion o Medhelan, ossia "santuario di mezzo"." L'affermazione potrebbe essere inserita nella voce solo se c'è qualcuno di autorevole che ha scritto che ritiene sia così (nella forma "Tizio (nota con libro regolarmente pubblicato o sito web istituzionale) ha sostenuto che il termine Mediolanum derivi a sua volta dal termine celtico Medhelanion o Medhelan, con il significato di "santuario di mezzo"". Posto che l'esistenza di questo termine celtico sia effettivamente attestata da qualche testimonianza antica, cosa che non sono ancora riuscita a capire, e non sia solo un'invenzione a ritroso moderna o un'ipotesi (e come sempre, bisognerebbe sapere di chi, e magari anche su quali basi sia stata formulata).
  • Livio parla della fondazione mitica della città da parte di Belloveso e non cita nessun termine celtico: quello che riporta Livio è ampiamente presente nella pagina sulla Fondazione di Milano. Tu aggiungi altri particolari, che non mi ricordo presenti in Livio: se esiste una precisa fonte antica che li riporti, o anche se si tratta di una posteriore leggenda medievale, si può aggiungere anche questa versione, ma solo citando chiaramente a chi debba essere attribuita. Fumagalli racconta piacevolmente storie più o meno romanzate a fini divulgativi, ma non so quanto un suo saggio inedito possa essere preso come fonte: servirebbe la fonte antica o medievale originaria.
  • Che la civiltà di Golasecca sia considerata celtica e i legami dei Celti con le altre popolazioni oltre le Alpi e l'importanza della presenza in Italia prima della conquista romana sono questioni da trattare dove dei Celti si parla e non nella storia di Milano (per cui tutto questo scritto qui, per la pagina di cui questa è la discussione serve a poco).
MM (msg) 09:05, 13 giu 2011 (CEST)Rispondi

Riprendere voce Milano modifica

Questa pagina andrebbe armonizzata con la voce Milano, anche se è aperto un vaglio. Direi che andrebbe anche illustrata, senza riusare le stesse foto, se possibile. Potrei dare una mano, ma sto occupandomi proprio di quella. Cordialità a tutti e soprattutto a chi dopo quasi un anno riaprirà la pagina. Vale! --Yorick39 (msg) 17:44, 31 ott 2010 (CET)Rispondi


Sindaci modifica

Non capisco cosa c'entrino i sindaci degli anni recenti con la storia di Milano; credo abbia piu` senso riportare solo i fatti salienti, non una cronistoria; quella sta bene in una pagina tipo "Lista dei sindaci di Milano"


Bisognerebbe citare EXPO 2015 fra la storia contemporanea del nuovo millennio

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