Mondolibero - La storia

Nato non da una costola d’Adamo, “Mondolibero” fu fondato nell'Aprile del 1968 dal giornalista Italo Tassinari, con la collaborazione d’Edgardo Sogno del Vallino, medaglia d’oro al V.M. ed eroe della Resistenza. Elemento informatore fondamentale di “Mondolibero” fu la lotta al comunismo e al PCI che a quella epoca aveva come alleato il PSI e il comun denominatore, social comunismo costituiva l’opposizione senza quartiere al quadripartito che era al Governo. I socialcomunisti sconfitti alle elezioni primarie del dopoguerra, del 21 aprile 1948, avevano conservato la loro alleanza per mantenere aperta la loro via comunista al potere e da ritentar alle nuove elezioni del 1952, quindi gli organismi e la stampa avversa al comunismo come la nostra svolgeva un compito informativo accusatorio contro il PCI e i crimini consumati in Russia e nei Paesi satelliti al comunismo. A tale scopo, “Mondolibero” costituì il Fronte Anticomunista Italiano a capo del quale era l’eroe della Resistenza, Edgardo Sogno: Poi , sempre da “Mondolibero” furono organizzati i CCD, Comitati Difesa Cittadini, organizzazione che avrebbe dovuto fornire rinforzi volontari per i carabinieri in caso di un tentativo dei social comunisti di conquistare il potere con la forza. A tal fine furono costituiti i gruppi del “Gladio”, mentre contro il collega Sogno, il giudice di sinistra Violante, da Torino spiccò un mandato di cattura per presunta organizzazione di reparti armati al fine di impedire con la forza l’insediamento al potere delle forze politiche social comuniste. Noi contestammo duramente quel provvedimento che Violante ritenne invece di mantenere nei confronti di Sogno, il quale fu costretto alla latitanza per sfuggire all’assurdo arresto. Non un solo uomo delle formazioni, CCD o Gladio era armato, od autorizzato ad armarsi per i fini ai quali alludeva il giudice Violante. Le armi erano nelle caserme dei carabinieri, e soltanto nel caso in cui i comunisti si fossero avvalsi delle vecchie formazioni partigiane che possedevano i loro nasco pieni di armi, Gladio e CCD avrebbero trovato le armi necessarie nelle caserme dei carabinieri con i quali poi fronteggiare situazioni d’emergenza rivoluzionaria. Violante non volle credere, e non prese in considerazione il mio esposto personale, redatto dopo la morte di Sogno al fine di difenderne la memoria ed esporre la realtà dei fatti. Ma il giudice Violante dichiarò che la sua opinione accusatoria su Edgardo Sogno del Vallino non mutava nemmeno dopo la morte del celebre collega. Il fulgido eroismo del mio autorevole collega il quale, in divisa da ufficiale tedesco, si recò nelle carceri di Milano dove era tenuto prigioniero il futuro presidente del Consiglio dei Ministri del dopo guerra, Ferruccio Parri, alias Maurizio: presentando documenti falsi, riuscì ad ottenerne la liberazione: Scoperto nelle more dell’operazione Edgardo Sogno, rocambolescamente uscì trionfalmente dalla situazione raccapricciante nella quale si era impegnato rischiando la vita. Ferruccio Parri (esponente del Partito d’Azione) potè così essere eletto presidente del Consiglio di ministri del primo governo democratico del dopo -guerra: Il nostro grande amico Edgardo Sogno del Vallino, fu premiato con medaglia d’oro al V.M. senza avere mai ucciso nessuno, prestandosi invece e reiteratamente per evitare le uccisioni sommarie di fascisti, autorizzate dall’editto assurdo del fu presidente della Repubblica Pertini, il quale nella sua veste di presidente del CLN ( Comitato Liberazione Nazionale) ordinò di passare per le armi tutti i fascisti e per farlo bastava accertarsi della loro identità ed avere contezza del loro passato. Fu sufficiente quest’enunciazione Paradossale per consentire a tanta gente di farsi le proprio vendette o accusare i propri nemici d’essere fascisti per assistere alla loro esecuzione, e a Pertini di essere poi eletto Presidente della repubblica. E’ difficile credere a questa criminale decisione, ma è la verità: Questo il clima del dopo guerra e noi che assieme a Sogno pubblicammo la prima rivista per denunciare i crimini del comunismo, “Pace e liberta”, finanziata alle autorità alleate, e non furono pochi i crimini e i criminali comunisti che noi mettemmo alla gogna con quella rivista, riuscendo a contribuire anche alla condanna del sen del PCI, Francesco Moranino, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Firenze per ‘omicidio di cinque partigiani e delle mogli di due di essi, fatto avvenuto in val D’Ossola E subito dopo la rivista “ Pace e Libertà” fondammo “Mondolibero” che ne continuò l’opera senza che attentati e tentativi d’incendio alle nostre sedi, invasione dei nostri uffici di Padova da parte delle BR , ovvero di un commando di cui fecero parte gli assassini Alunni e Ognibene , recentemente condannati anche per gli omicidi di via Zabarella in Padova. “Mondolibero” è un periodico cresciuto durante la contestazione del ’68 quindi sottoposto alle angherie storiche di quel periodo che a Padova fu piuttosto vivace: I nostri manifesti murali redassero in sintesi i drammi che viveva la nostra società a quel tempo mentre i capi di “Lotta Continua”, con al vertice il loro “ eroe”, Adriano Sofri, ammazzavano a Milano il commissario di PS, Luigi Calabresi, allo scopo dichiarato di vendicare l’anarchico Pinelli, caduto da una finestra della questura di Milano. Sofri, e i suoi tre complici, dirigenti di Lotta Continua, vennero poi condannati per quell’omicidio a 22 anni, in ben tre sentenze consecutive. Furono gli anni nei quali non pochi militanti dell’MSI, venivano assassinati tranquillamente a Roma e a Milano fra l’indifferenza generale. E furono uccisi solo perché militavano dalla parte ritenuta sbagliata, e ad ogni militante di destra ucciso era una specie di festa rituale per le sinistre sempre incazzate. Noi continuavamo la nostra azione informativa che ci faceva definire tout court “fascisti” e ci mandavano per posta il redatto per l’epiteto quotidiano, “ fascisti carogne, tornate nelle fogne”. Fini poi,ci ha creduto e non è tornato nelle fogne ma alla presidenza della Camera : Ora cerca di mimetizzarsi dicendo che lui non c’era e se c’era, dormiva. Noi non siamo mai stati fascisti e la via delle fogne non l’abbiamo mai imboccata, tuttavia l’epiteto c’Ë rimasto appiccicato addosso e nessuno ce lo toglie. “ Mondolibero” ha compiuto in questi giorni i quarant’anni e lungo il tormentato percorso decine di denuncie ci sono piovute addosso , vuoi per vilipendio, diffamazione, diffamazione a mezzo stampa sia semplice che aggravata. Una quarantina i processi subiti e soltanto tre condanne per avere accusato gli assassini di omicidio o i ladri e i concussori di ladrocinio e o di concussione. La condanna più cocente ci fu inflitta dalla Corte di Assise di Modena negli anni 60 per il reato di vilipendio alle “ gloriose” formazioni partigiane, quindi alla resistenza. Sol perchè accusammo di essere assassini e criminali 6 partigiani perché ad un posto di blocco vicino al paese di san Possidonio in quel di Modena subito dopo la guerra, fermarono una corriera della pontificia opera di assistenza, con a bordo 52 giovani dai 15 ai vent’anni, ragazzi e ragazze accusandoli d’essere figli di fascisti.:I malcapitati furono fatti scendere dalla corriera per essere perquisiti, poi furono costretti , minacciati dai mitra dei partigiani, a scavare una larga fossa, e al termine dello scavo i ragazzi furono tutti massacrati e sommariamente sepolti: Una sola ragazza sedicenne fu salva per la sua smagliante bellezza. I sei “ eroi della resistenza la violentarono reiteratamente per settimane. Il sottoscritto nel narrare l’episodio durante un comizio per il PLI a Reggio Emilia , sempre negli anni ’60, accusò i sei partigiani di assassinio e di essere volgarissimi criminali da mandare in galera. L’accusa di vilipendio fu presa sul serio dai partigiani di Reggio Emilia , quindi vilipendio ai “fulgidi eroi della resistenza” Trascinato dopo il rinvio a giudizio,davanti la Corte d’Assise di Modena fui condannato per quel crimine diffamatorio mentre la folla di partigiani che assisteva al processo attese la mia uscita , resa possibile da un nutrito drappello di carabinieri . I sei giudici popolari della Corte d’Assise con le narici fumiganti di guareschiana memoria, condannandomi avevano vendicato “l’onore dei sei criminali , partigiani assassini “ che avevano “ eroicamente “ giustiziato i ragazzi per il reato di essere figli di fascisti reduci da Salò. . La storia di un giornale è la storia del suo fondatore e direttore che da oltre 60 anni si batte e con la rivista “Pace e Libertà” fondata nell’autunno del 1945 , e con “Mondolibero” vent’anni più tardi. Abbiamo avuto sempre il coraggio delle denunce, della lotta, del desiderio di rendere giustizia , di dare degna sepoltura ai martiri, alle vittime dell’odio politico, ripristinare il diritto dei vinti contro i quali si puntò sempre l’indice dei vincitori, mentre da entrambi i contendenti si puntava al trionfo di idee contrapposte. Giampaolo Pansa scrittore e giornalista, è un illustre collega di sinistra che ha scoperto il valore dei vinti con il suo revisionismo storico, e ha esaltato il sacrificio di chi ebbe ad immolarsi per i propri ideali. E’ quel che abbiamo fatto noi, negli anni trascorsi in perfetta buona fede. E quando il senatore Boldrini, già presidente dell’ANPI, ci trascinò davanti ai giudici perché lo accusammo dello sterminio dei 300 giovani della X a Mas e dell’esercito della RSI, avvenuto nella prima decade di maggio del 1945, a Codevigo (Pd), sul greto del fiume Bacchiglione, definendolo assassino, riuscimmo a dimostrare che era nostro dovere definirlo assassino e criminale, fummo confortati dal verdetto che sancì una verità incontestabile: IL FATTO DI DEFINIRE IL SENATORE DELLA REPUBBLICA ARRIGO BOLDRINI , ASSASSINO, NON COSTITUISCE REATO ! Complici del presunto delitto di vilipendio e diffamazione con noi furono il prof, Vittorio Sgarbi Deputato al Parlamento e lo scrittore ravennate Gianfranco Stella. Ma questa miriade di procedimenti penali non ci abbattè mai poiché il mestiere di giornalista implica responsabilità anche penali che debbono essere affrontate serenamente quando si è convinti di avere assolto un dovere professionale che implica assunzioni di responsabilità: Quando ci si batte per una verità che riteniamo incontestabile non si deve mai avere timore delle conseguenze del nostro atto anche se sono conseguenze pesanti . Da oltre quarant’anni “Mondolibero“ si batte sul piano sociale, in difesa dell’iniziativa privata e dei lavoratori dipendenti: Una continua battaglia per sostenere i diritti dei salariati, quelli dei rinnovi contrattuali, e della rispettiva detassazione di quegli aumenti. Non è giusto che un datore di lavoro per dare al suo dipendente mille o duemila euro in più debba sborsarne sempre più del doppio. Recentemente ci siamo battuti per la detassazione dello straordinario. Abbiamo insistito per circa tre anni su quest’argomento che avrebbe dovuto portare in busta paga l’importo totale degli aumenti e non solo il 50% dell’importo concordato con la ratifica degli aumenti concessi dal le aziende. Finalmente , il presidente Berlusconi , dopo tante lotte da noi sostenute ci promise a Milano di varare una legge per detassare gli straordinari, ed in realtà, al primo consiglio dei ministri, fatto a Napoli, dopo la vittoria elettorale de PDL, la legge fu varate e la detassazione, sia pure parziale fu concessa, anche se il peso eccessivo degli oneri sociali continua a mutilare onerosamente la busta paga. Nella nostra azione, volta anche a realizzare il sabato in azienda, come avviene in quasi tutta Europa, ci sosteneva il dottor Andrea Pinin Farina, vice presidente di Confindustria, morto recentemente in tragiche circostanze. Noi continueremo a batterci per la flessibilità nelle aziende per consentire loro maggiore produttività quindi la possibilità di aumentare sostanzialmente le buste paga dei salariati. Ci battiamo per detassare totalmente tutti gli aumenti contrattuali al fine di consentire ai lavoratori dipendenti di arrivare indenni alla fine del mese: Di consentire ai salariati di avere un salario indenne da troppe decurtazioni , un salario gravato di tasse inique per i lavoratori che a fatica raggiungono i 1.400 euro al mese, una cifra che nessuno dovrebbe permettersi di ridurre per prelievi di tasse e oneri sociali. IL problema dei lavoratori che non arrivano alla fine del mese, è il tema sempre presente sulle colonne di “Mondolibero” e di “Mondomigranti”, l’unico periodico multietnico, redatto tre lingue, diffuso in Italia. E’ un tema che interessa aziende e dipendenti soprattutto perché per le aziende il costo del lavoro è troppo elevato il che impedisce loro aumenti salariali ulteriori, mentre a fronte di quell’eccesivo costo, i salariati prendono troppo poco e questo genera diminuzione di consumi e malcontento nelle famiglie dei lavoratori. Noi invochiamo altresì di applicare subito la proposta elettorale di Epifani della CGIL, la diminuzione di cento euro mensili di tasse ai redditi sino a 1.500 euro al mese. Molti lavoratori ci chiedono di avere il nostro giornale che noi, nei limiti delle nostre possibilità cerchiamo di distribuire presso le mense. aziendali, vista l’impossibilità obiettiva di spedire a domicilio dei lavoratori le nostre pubblicazioni: Ma per soddisfare le richieste dovremmo avere tirature milionarie il che ci è obiettivamente impossibile. Ringraziamo le aziende che sin qui ci hanno aiutato sottoscrivendo abbonamenti per i rispettivi dipendenti e ringraziamo quei dipendenti che ci inviano i loro indirizzi, pregandoci di spedire loro in omaggio il nostro “Mondolibero” anche se questo ci sottopone a molti sacrifici.