Domenico Battaglia

pittore italiano
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Domenico Battaglia (Napoli, 18 maggio 1842Napoli, dopo il 1921) è stato un pittore italiano, di scuola napoletana.

Coro di chiesa

Biografia modifica

Domenico Battaglia nacque a Napoli il 18 maggio 1842[1] da una famiglia di poveri commercianti di oli e legumi[2]. A tredici anni il Battaglia non volendo continuare l’attività di famiglia divenne apprendista di un incisore di coralli[2] . Un buon incisore di coralli deve saper disegnare e il ragazzo si fece raccomandare da un suo amico, cameriere del pittore Francesco Paolo Palizzi per qualche lezione di disegno[2]. Così cominciò a prendere lezioni dal Palizzi che colpito dal talento del Battaglia lo convinse a lasciare il lavoro presso l’incisore di coralli per dedicarsi a tempo pieno all’arte. Dopo sette mesi però il pittore dovette trasferirsi a Parigi ed affidò il giovine allievo al fratello maggiore Filippo Palizzi[2]. Battaglia restò sempre legato a Filippo Palizzi. Il giovane Battaglia comincia a frequentare l’Istituto delle Belle Arti dove ha come maestri Giuseppe Mancinelli, Camillo Guerra e lo stesso Palizzi e come compagni di studio Gustavo Mancinelli, Alfonso Simonetti e Giuseppe De Nittis[2].I suoi primi lavori rappresentano scene campestri e di animali[3].

Nel 1859 giovanissimo partecipa all’ultima Mostra di Belle Arti nel Regio Museo Borbonico con due opere: “Un ritratto virile” e “Un garzone che alimenta un manzo”[3] . Battaglia parteciperà a tutte le edizioni della Mostra della Società Promotrice di Belle Arti dal 1862 al 1911[2][3][4] Nel 1862 presenta un “Interno di cucina”. Nel 1863 presenta “La confessione di Isabella Orsini” e “Un battesimo” e nel 1866 presenta “Tommaso Campanella nelle prigioni di Castel dell’Ovo”. Nel 1867 il suo “Interno della chiesa di S. Severino” è acquistato da Vittorio Emanuele II. Nel 1869 un “Interno di S. Martino” è comprato dal principe di Piedimonte. Nel 1870 presenta “Una visita alla Certosa di S. Martino” nel 1874 “Paesaggio con animali” e nel 1876 “La Foresta”, nel 1879 un “Paesaggio”, nel 1881 “Gli sponsali” comprato dal re Umberto I, nel 1883 “Eleonora Pimentel” , nel 1884 “La domenica delle Palme in San Severino” , nel 1885 “Sacre funzioni” e “Il riposo rinfranca le forze perdute”, nel 1886 “Interno di cucina”, nel 1887 “Un avvertimento” e nel 1888 “Vaccheria nei dintorni di Napoli”. Nel 1890 presenta “Prima della processione” e nel 1893 espone “Giordano Bruno dinanzi al Santo Ufficio”. Nel 1904 “Prima del sì”, nel 1906 “Tramonto” acquistato da Vittorio Emanuele III. Nel 1914 presenta “Il coro di Montecassino” presentato a Palermo nel 1891 e ora di proprietà della città metropolitana di Napoli.[3][2][1][5][6]

Negli anni ‘60 comincia a dipingere quegli interni che gli daranno fama. Sembra che fu addirittura Morelli che vide un giorno la sua “Sagrestia di S. Martino a Napoli” a incitarlo a dedicarsi a questo genere.[2]

Nel 1870 partecipa a Parma alla Prima Mostra Italiana con questo quadro e “Il Coro di S. Martino a Napoli” tutti e due del principe di Piedimonte ed è premiato con la medaglia d’argento.[3]

Nel 1873 partecipa alla Esposizione Mondiale di Vienna con “Il Coro di S. Severino” che è premiato con la medaglia di bronzo ed è acquistato da Francesco Giuseppe.[3]

Nel 1877 partecipa alla Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli con 4 opere: 468."Paesaggio. L'Inverno"; 587. "Carmine Giordano che concerta la "ninna nanna” ai Domenicani". 869. "Interno del coro di S. Severino"; 900."Paesaggio".[3]

Nel 1878 a Parigi alla Esposizione Universale Internazionale è premiato per il “Carmine Giordano che concerta la "ninna nanna” ai Domenicani”.[3]

Nel 1880 è a Torino alla IV Esposizione Nazionali di Belle Arti con 56 “La festa dei quattro altari Torre del Greco”; 57 “Paesaggio”; 58 “Sponsali nella sagrestia della Nunziata di Napoli”.[3]

Nel 1883 a Roma espone alla Esposizione di Belle Arti 10. "Interno del coro di Montecassino". 28; "Monaco al coro"; 77. "Il ritorno dalle corse". 25. "La Domenica delle Palme in S. Severino"; 37. "Una vedetta".[3]

Nel 1884 espone a Torino alla Esposizione Generale Italiana. 130. "Fra due amici"; 131. "Nel bosco Reale di Capodimonte"; 132. "Monaco in coro"; 133 "Riposo".[3]

A Venezia nel 1887 alla Esposizione Nazionale Artistica espone 15. "Interno del coro di S. Severino"; 7. "Paesaggio".[3]

A Londra nel 1888 alla Esposizione Italiana espone 835. "Bosco Reale di Capodimonte"; 868. "Interno del coro di S. Severino";873."Pergolesi che dirige lo "Stabat Mater” nel coro dei Francescani di Pozzuoli".[3]

Nel 1891-92 a Palermo alla Esposizione Nazionale presenta 609. "Coro di Montecassino"; 668. "Vaccheria"; 677. "Pergolesi"; 682. "Gli sponsali".[3]

A Roma alla Esposizione Nazionale nel 1893 espone: 10. "Nella funzione"; 14. "Gli sponsali".[3]

A Chicago alla Esposizione Mondiale Colombiana nel 1893 presenta 294 "Stalla con giovenca". 295. "Pergolesi dirige il suo 'Stabat".[3]

A Firenze nel 1896-1897 alla Esposizione di Belle Arti, Festa dell'arte e dei fiori, presenta: 433. "Paesaggio calabrese"; 434. "Sagrestia della Certosa di S. Martino in Napoli".[3]

A Milano nel 1897 alla Terza Esposizione Triennale della Regia Accademia di Belle Arti di Brera espone: 213. "Coro di S. Martino".[3]

Nel 1898 a Torino alla Esposizione Nazionale espone: 482. "Coro dei Benedettini"; 753. "Scena dal vero".[3]

A Milano nel 1900 alla Quarta Esposizione Triennale della Regia Accademia di Belle Arti di Brera presenta: 297. "La Domenica delle Palme".[3]

A Monaco di Baviera nel 1901 alla VIII Esposizione Internazionale d'Arte espone: 291. "Domenica delle Palme".[3]

Nel 1921 partecipa alla prima Esposizione Biennale d’arte della città di Napoli con “Scena monastica” ed è l’ultima traccia ufficiale di questo pittore che fu molto prolifico ed ebbe grandi riconoscimenti e soddisfazioni ma che non riuscì mai a raggiungere l’agiatezza economica e dovette dipingere fino alla più tarda età.[4]

Battaglia ha dipinto opere di soggetto sacro che si trovano nella chiesa della Santissima Annunziata ad Acerra (NA) e secondo De Gubernatis è stato professore onorario all'lstituto di Belle Arti di Napoli anche se questo non è confermato dai documenti pubblicati.[4]

Oggi le sue opere sono conservate sia presso amministrazioni pubbliche che in collezioni private.[7]

Note modifica

  1. ^ a b Roberto Rinaldi, Pittori a Napoli nell'Ottocento,2001 Libri & Libri, Napoli.
  2. ^ a b c d e f g h Vincenzo della Sala Ottocentisti meridionali 1935 Alfredo Guida editore Napoli 332 p.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Enrico Giannelli: Artisti napoletani viventi : pittori, scultori ed architetti : opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali : con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono. - Napoli : Tip. Melfi e Joele, 1916. - XVII, 749 p.
  4. ^ a b c Greco F.C.;Picone Petrusa M.A.; Valente I.; La pittura Napoletana dell'Ottocento 1996 Napoli Tullio Pironti editore 472 p.
  5. ^ Domenico Battaglia, su istitutomatteucci.it.
  6. ^ Angelo De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti 1889 Firenze Le Monnier 645 p.
  7. ^ Mazzarese Fardella Mungivera, 800 altro. Pittura napoletana tra Otto e Novecento, 2011 Napoli Rogiosi Ed.,.

Bibliografia modifica

  • Roberto Rinaldi, Pittori a Napoli nell'Ottocento, 2001 Napoli Libri & Libri,
  • Vincenzo della Sala Ottocentisti meridionali 1935 Napoli Alfredo Guida editore 332 p
  • Enrico Giannelli: Artisti napoletani viventi : pittori, scultori ed architetti : opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali : con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono. 1916 Napoli : Tip. Melfi e Joele, XVII, 749 p
  • Greco F.C.;Picone Petrusa M.A.; Valente I.; 1996 , La pittura Napoletana dell'Ottocento Tullio Pironti editore 472 p
  • http://www.istitutomatteucci.it/dizionario-degli-artisti/battaglia-domenico
  • Angelo De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti 1889 Firenze Le Monnier 645 p
  • Claudio Mungivera, "800, altro. Pittura napoletana tra Otto e Novecento, 2011 Napoli Rogiosi Ed.

Voci correlate modifica

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