Era il giorno ch'al sol si scoloraro
Era il giorno ch'al sol si scoloraro è il sonetto numero III (3) del Canzoniere di Francesco Petrarca, nel quale per la prima volta l'autore racconta il suo primo incontro con Laura, della quale si innamora immediatamente grazie a un agguato metaforico da parte del dio dell'amore.[1][2][3][4][5][6]
È considerato da una parte di critica complementare al sonetto precedente, Per fare una leggiadra sua vendetta (II), poiché Petrarca in entrambe le poesie parla della stessa esperienza, ma con due prospettive spazio-temporali diverse: il sonetto II fa uso del tempo circolare ed eterno del mito, mentre il sonetto usa il tempo lineare e mortale del cristianesimo cristianesimo.[2] Inoltre, nel sonetto II l'autore è preparato allo scontro con Amore; mentre nel sonetto III viene colto impreparato. Per queste ragioni, altri considerano la complementarità dei due sonetti più apparente che reale.[7] Nel sonetto III, inoltre, Laura viene invocata per la prima volta, anche se non viene nominata; mentre è assente nel sonetto precedente.
Il sonetto è ambientato durante il Venerdì Santo, nella chiesa di S. Chiara ad Avignone, e narra dell'innamoramento fulmineo di Petrarca nei confronti di Laura, attraverso gli occhi, proprio nel momento di massima raccolta della cristianità, ossia durante l'anniversario della passione di Cristo. Data la situazione, a Petrarca non sembra il caso di stare in guardia contro gli attacchi di Amore; perciò questi ne approfitta per colpirlo indifeso con una sua saetta, mentre non mostra nemmeno l'arco a Laura che è ben difesa (riprendendo parzialmente il mito di Apollo e Dafne). Il poeta ne esce sconfitto e soffrirà perché il suo amore verso Laura non sarà corrisposto, versando lacrime dagli occhi sfruttati dal dio per colpirlo al cuore. Alla fine, l'autore propone la sua opinione sull'accaduto: il comportamento di Amore, date le condizioni, non è stato onorevole.[1][2][3][4][5]
Testo
modificaTesto | Parafrasi |
---|---|
Era il giorno ch’al sol si scoloraro |
Era il giorno in cui al sole si oscurarono |
Analisi strutturale
modificaIl sonetto è costituito da 14 versi, tutti in endecasillabi, divisi in quattro strofe: 2 quartine e 2 terzine. Le rime sono costruite secondo lo schema metrico ABBA, ABBA; CDE, DCE. A e D sono in assonanza, -aro/-ore, come pure C ed E, -ato/-arco.
Figure retoriche
modifica- la personificazione della parola "Amor" ai versi 6 e 9;
- un'allitterazione della "s" al verso 1: «sol si scoloraro»;
- un'allitterazione della "s" al verso 7: «secur, senza sospetto»;
- un'allitterazione della "m" ai versi 8–9: «commune dolor s’incominciaro/ Trovommi amor del tutto disarmato».
Voci correlate
modificaNote
modifica- ^ a b Luca Aquadro, "Era il giorno ch'al sol si scoloraro" (RVF 3) - Petrarca si innamora di Laura il 6 aprile 1327, 18 dicembre 2021. URL consultato il 20 luglio 2024.
- ^ a b c “Il caffè” di Alberto Marcato, RVF 3 "Era 'l giorno ch'al sol si scoloraro" - Canzoniere - Petrarca, 17 ottobre 2021. URL consultato il 20 luglio 2024.
- ^ a b Francesco Petrarca - Era il giorno ch'al sol si scoloraro, su Letteratura italiana. URL consultato il 20 luglio 2024.
- ^ a b “Era il giorno ch'al sol si scoloraro” di Francesco Petrarca: parafrasi del testo, su WeSchool. URL consultato il 20 luglio 2024.
- ^ a b Petrarca, Francesco, Era il giorno ch’al sol si scoloraro, su Skuola.net - Portale per Studenti: Materiali, Appunti e Notizie. URL consultato il 20 luglio 2024.
- ^ analisi testi del Canzoniere di Petrarca | Appunti di Letteratura Italiana | Docsity, su www.docsity.com. URL consultato il 2 luglio 2024.
- ^ Commento e analisi dei componimenti del Canzoniere di Petrarca | Schemi e mappe concettuali di Filologia italiana | Docsity, su www.docsity.com. URL consultato il 5 luglio 2024.
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Era il giorno ch'al sol si scoloraro