Erythropitta ussheri

specie di uccello

La pitta neroscarlatta o pitta testanera (Erythropitta ussheri (Gould, 1877)) è un uccello passeriforme della famiglia dei Pittidi[2].

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Pitta neroscarlatta
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Ordine Passeriformes
Sottordine Tyranni
Famiglia Pittidae
Genere Erythropitta
Specie E. ussheri
Nomenclatura binomiale
Erythropitta ussheri
(Gould, 1877)

Etimologia modifica

Il nome scientifico della specie è stato scelto in omaggio all'ornitologo irlandese Richard John Ussher, mentre il suo nome comune si riferisce alla livrea di questi uccelli.

Descrizione modifica

Dimensioni modifica

Misura fino a 15 cm di lunghezza, per un peso di 50-64 g.

Aspetto modifica

Questi uccelli hanno un aspetto massiccio e paffuto, con ali e coda corte, testa arrotondata e becco allungato: nel complesso, questa specie mostra grande somiglianza con la pitta granatina (che presenta calotta rossa, assente nella pitta neroscarlatta) e con la pitta graziosa (di colore più scuro).
Il maschio presenta testa e collo nero-bluastri, con una sottile banda bianco-azzurrina che parte dal retro dell'occhio raggiungendo i lati della nuca: petto, ali, dorso e coda sono di colore blu (le seconde con remiganti azzurre), mentre ventre e sottocoda sono di colore rosso scarlatto. La femmina presenta colorazione perlopiù brunastra, con remiganti e coda blu-azzurre e ventre rossiccio: in ambedue i sessi il becco è nerastro con una caratteristica punta rosso-arancio presente unicamente in questa specie e le zampe sono di colore carnicino, mentre gli occhi sono bruni nel maschio e azzurri nella femmina.

Biologia modifica

Comportamento modifica

Si tratta di uccelli diurni e solitari, estremamente territoriali verso i conspecifici pur mostrandosi assai timidi e riservati: essi passano la maggior parte della giornata al suolo, muovendosi nel folto del sottobosco alla ricerca di cibo. Generalmente, questa specie può essere osservata in densità di 21-22 coppie per chilometro quadrato.

Alimentazione modifica

La dieta di questi uccelli è composta principalmente da lombrichi e chiocciole: essa viene inoltre integrata quando possibile con insetti e altri invertebrati di piccole dimensioni.

Riproduzione modifica

La stagione degli amori coincide con la stagione secca, estendendosi da febbraio alla fine di luglio: il nido, un ammasso globoso di rametti e materiale vegetale intrecciato con camera centrale imbottita di foglie, viene costruito da ambedue i sessi su un substrato fangoso, al suolo o fra gli arbusti. Al suo interno la femmina depone due uova di colore biancastro con screziature nere e rosso cupo, che ambedue i partner covano per due settimane e mezzo: è sempre compito di entrambi i genitori nutrire i pulli, ciechi e implumi alla nascita, che si allontanano dal nido solo una volta completamente indipendenti.

Distribuzione e habitat modifica

La pitta neroscarlatta è endemica del Borneo settentrionale (Sabah), dove abita la foresta pluviale primaria e secondaria di pianura, lasciando alla pitta minore le quote oltre i 300 m: essa può essere osservata anche nelle Piantagioni di albero della gomma e di albizia[3].

Tassonomia modifica

Tradizionalmente considerata una sottospecie di pitta granatina, col nome di Erythropitta granatina ussheri, in base alle differenze morfologiche e vocali, oltre che all'apparente parapatria, la pitta rossoscarlatta viene attualmente considerata una specie a sé stante, derivata molto verosimilmente proprio dalla pitta granatina per speciazione allopatrica[4].

Note modifica

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Erythropitta ussheri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Pittidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ Phillipps, Q. & Phillipps, K., Phillipps’ Field Guide to the Birds of Borneo, John Beaufoy Publishing, 2011, ISBN 978-1-906780-56-2.
  4. ^ BLI, su birdlife.org.

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