Expositio in Cantica canticorum

Si tratta del secondo commento del Cantico dei Cantici, dopo il Sigillum, scritto da Onorio Augustodunense.

Expositio in Cantica Canticorum
AutoreOnorio Augustodunense
PeriodoXII secolo
GenereOpera esegetica
Lingua originalelatino

L'opera

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Risulta molto difficile attribuire una datazione precisa, il testo è però dedicato al successore dell'abate Conone di Regensburg e da questa informazione si può ricavare il termine post quem del 1132, cioè l’anno della morte di Conone.

Inoltre, diversi elementi interni al testo fanno pensare a una produzione tarda di quest’opera nella vita di Onorio. Infatti, questo aveva approfondito il suo approccio a un materiale così complesso, cosa che è sottolineata dall’autore stesso.

 
Cristo e la sua sposa (ms. München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 4550).

Questo lungo commentario faceva parte di uno sforzo di esegesi biblica più ampio; Onorio afferma che il Cantico dei Cantici ha come argomento principale il matrimonio tra Cristo e la chiesa. Il numero che sta al centro dello sforzo esegetico di Onorio è il quattro: quattro sono i metodi esegetici (storico, allegorico, tropologico, anagogico), quattro sono gli esempi di matrimoni associati a ogni metodo, tutto il processo di redenzione è interpretato come quadruplice: ci sono quattro epoche attraverso cui il matrimonio di Cristo con la chiesa deve passare (ante legem, sub lege, sub gratia, sub Antichristo) e queste età corrispondono con le quattro parti del mondo e con le quattro età degli uomini, ci sono quattro manifestazioni bibliche della sposa di Cristo. Onorio divide il suo lavoro in quattro trattati per occuparsi di ognuna delle spose: la figlia di Faraone, la figlia del re di Babilonia, la donna di Shunem e la Mandragora. Divide anche il testo del Cantico dei Cantici in quattro parti per analizzarne una in relazione a ogni sposa. L’elemento più sorprendente di questo commento è l’assenza della Vergine Maria.

Onorio utilizza fonti scolastiche, molte di quelle germaniche sono andate perse ma è possibile individuarne altre. Certamente usò la Glossa Ordinaria ma anche il lungo commento di Rodolfo di Laon, Anselmo e Giovanni Scoto Eriugena.

Tradizione manoscritta

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La tradizione è composta da circa 150 manoscritti. L'area di diffusione è per circa due terzi germanica; molte copie del XIV-XV secolo sono conservate a Praga e in altre sedi dell'Europa orientale, dove giunsero probabilmente dalla Germania stessa dando inizio a una fortuna locale.

Meno rappresentate la Francia, con una quindicina di testimoni soprattutto del primo periodo (XII-XIII secolo) e l'Italia, con una decina del XIII-XIV spesso però di provenienza ignota; appena cinque sono i codici inglesi.

Vi sono diversi casi di copie frammentarie o estratti. L'attribuzione è spesso assente; altrimenti risulta corretta malgrado qualche confusione con il papa omonimo e lo scambio con Orosio.

Sporadicamente compaiono i nomi di Ugo di San Vittore (in tre copie), Origene (in due), Tommaso d'Aquino, Bernardo, Roberto: tutte le pseudoattribuzioni risalgono comunque al XIV-XV secolo, con l'eccezione di una comparsa di Anselmo - non meglio definito - nel XII. Talvolta nella titolatura vi è confusione con il Sigillum, al quale peraltro l'Expositio si accompagna in una ventina di manoscritti, tutti tedeschi ad eccezione di uno inglese.

Edizioni

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  • PL 172, coll. 347-496

Bibliografia

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  • Jeremy Cohen, «Synagoga Conversa». Honorius Augustodunensis, the Song of Songs, and Christianity's «Eschatological Jew», in «Speculum. A Journal of Medieval Studies Cambridge», 79, 2004, pp. 309-40.
  • Valerie I. J. Flint, The chronology of the works of Honorius Augustodunensis, in «Revue bénédectine», 83, 1972, pp. 215-242.
  • Valerie I.J. Flint, The Commentaries of Honorius Augustodunensis on the Song of Songs», in «Revue bénédictine», 84, 1974, pp. 196-211.

Voci correlate

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Onorio Augustodunense