Il termine occitano fenhedor, 'fingitore, simulatore',[1] indica l'uomo che di fronte alla donna amata non è in grado di manifestare i sentimenti e ne soffre segretamente. Nella letteratura italiana lo si trova soprattutto nella poesia del XIII secolo, in alcune liriche sull'amore e il cor gentile.

Una delle prime opere in cui si può riscontrare è Meravigliosamente, di Giacomo da Lentini, della scuola poetica siciliana:

«In cor par ch'eo vi porti,
pinta come parete,
e non pare difore.
O Deo, co' mi par forte
non so se lo sapete,
com' v'amo di bon core;
ch'eo son sì vergognoso
ca pur vi guardo ascoso,
e non vi mostro amore.»

Tale tema è presente anche nel dolce stil novo e in Dante Alighieri.

Note modifica

  1. ^ Da distinguere dai successivi gradi di precador, entendedor e drut (cfr. Daniela Calanca, Storia sociale della moda.

Collegamenti esterni modifica