La flashbulb memory, termine in lingua inglese traducibile come ricordo fotografico[1][2], istantanea fotografica[3] o flash di memoria[3], corrisponde ad un tipo di ricordi correlati ad un evento particolarmente significativo (ad esempio un evento pubblico di eccezionale rilevanza). Tali ricordi risultano persistenti e particolarmente vividi, e mantenengono nell'individuo traccia non solo dell'evento in sé, ma anche del contesto personale, ossia il luogo in cui l'individuo si trovava, o altri dettagli personali, al momento in cui hanno appreso la notizia di tali eventi[2][1].

Questo concetto fu teorizzato nel 1977 da Brown e Kulik, che si focalizzarono su eventi quali l'assassinio di John F. Kennedy o di Martin Luther King[3]. Nel 1982 Ulric Neisser criticò alcuni aspetti come il momento della formazioni di questo tipo di ricordi[3]. Tali concetti sono stati ricercati anche nei ricordi correlati ad eventi recenti, nel 1984 da Rubin e Kozin[1] e nel 1995 da Tromp, Koss, Figueredo e Tharan[1]. Nel 1988 una ricerca di McCloskey, Wible e Cohen indagò sulla stabilità di tali ricordi, in questo caso correlati al disastro dello Space Shuttle Challenger[3], e lo stesso fecero Neisser e Harsh nel 1992, sempre sulla tragedia del Challenger[3]. Nel 2003 Talarico e Rubin presero in esame i ricordi relativi agli attentati dell'11 settembre 2001[3].

Note modifica

  1. ^ a b c d Luciano Mecacci, Manuale di psicologia generale, Giunti Editore, 2001, pp. 290-291, ISBN 978-88-09-02259-1
  2. ^ a b Guglielmo Bellelli, Antonietta Curci e Anna Gaspare, Condivisione sociale e regolazione delle emozioni, pp. 152-155, in Olimpia Materazzo e Vanda Lucia Zammuner (a cura di), La regolazione delle emozioni, Il Mulino, 2009, ISBN 978-88-15-13255-0
  3. ^ a b c d e f g Mariella Ciambelli, Memoria ed emozioni, Liguori, 2009, p. 168-186, ISBN 978-88-207-4820-3
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