Tito Flavio Clemente (console 95)

politico romano
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Tito Flavio Clemente (in latino Titus Flavius Clemens; 50 circa – Roma, maggio 95) è stato un politico romano, appartenente alla dinastia flavia. È stato messo a morte dall'imperatore romano Domiziano nel 95. Secondo alcuni sarebbe un convertito all'ebraismo, secondo altri al cristianesimo e un santo. Alcuni l'hanno identificato con papa Clemente I.[senza fonte]

Tito Flavio Clemente
Console imperiale romano
Nome originaleTitus Flavius Clemens
Nascita50 circa
Mortemaggio 95
Roma
Consolato95
San Tito Flavio Clemente

Console, laico, martire e sposo

 
Nascita50 circa
MorteRoma, maggio 95
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza22 giugno

Famiglia modifica

Clemente era figlio di Tito Flavio Sabino, consul suffectus nel 69 e nel 72 e che era figlio di Tito Flavio Sabino, consul suffectus nel 47 e fratello maggiore dell'imperatore Vespasiano. Così Clemente era strettamente legato per parentela agli imperatori romani Vespasiano, Tito e Domiziano.

Suo fratello maggiore Tito Flavio Sabino sposò nell'81 Giulia, figlia dell'imperatore Tito e fu consul ordinarius nell'82. Clemente sposò Flavia Domitilla, figlia di Flavia Domitilla minore, sorella di Tito e di Domiziano, e da lei ebbe sette figli,[1] affidati alla cura di Quintiliano[2]. Domiziano ebbe in grande considerazione Clemente e sua moglie Domitilla. Clemente fu nominato console per l'anno 95, con l'onore di avere per collega l'imperatore stesso; i figli di Clemente e Domitilla, ancora giovani, furono designati eredi dall'imperatore, che non aveva figli, e che cambiò loro nome in Vespasiano e Domiziano.

Morte modifica

Dal gennaio al maggio 95 Clemente fu consul ordinarius insieme all'imperatore Domiziano. Secondo quanto racconta Svetonio, Domiziano mise a morte Clemente appena terminato il suo consolato, sulla base di un leggero sospetto.[3]

Cassio Dione racconta che l'accusa contro Clemente era di ateismo (ἀθεότης), spiegando che questa era l'accusa mossa verso molti di coloro che si lasciavano cadere negli usi dell'Ebraismo, alcuni dei quali furono messi a morte e altri privati dei propri beni, mentre Domitilla fu esiliata a Pandateria (Ventotene).[4]

In seguito Domiziano fu assassinato da un collaboratore di Domitilla[5].

Non vi sono espliciti accenni al cristianesimo: il primo autore che ha attribuito a Clemente la fede cristiana è stato Giorgio Sincello nel IX secolo.[6]

Si discute se la repressione delle vittime di Domiziano avesse carattere religioso o politico.[7]

Culto modifica

 
Mitreo sottostante la basilica di San Clemente a Roma

Non ci sono notizie di un suo culto nell'antichità. Nel 1725 furono scoperte nella basilica di San Clemente al Celio delle reliquie che furono credute quelle di Flavio Clemente.

Il Martirologio Romano ne ricorda la traslazione il 22 giugno.

«A Roma, commemorazione di san Flavio Clemente, martire, che dall'imperatore Domiziano, di cui era stato collega nel consolato, fu ucciso con l’accusa di ateismo, ma in realtà per la sua fede in Cristo.»

Note modifica

  1. ^ Inscriptiones latinae selectae, n. 1839 = CIL VI, 8942.
  2. ^ Quintiliano, Institutio Oratoria, iv. 1, § 2
  3. ^ Svetonio dice: Denique Flavium Clementem patruelem suum, contemptissimae inertiae... repente ex tenuissima suspicione tantum non in ipso eius consulatu interemit. Svetonio, Vita di Domiziano, 15, 1
  4. ^ κἀν τῷ αὐτῷ ἔτει ἄλλους τε πολλοὺς καὶ τὸν Φλάουιον τὸν Κλήμεντα ὑπατεύοντα, καίπερ ἀνεψιὸν ὄντα καὶ γυναῖκα καὶ αὐτὴν συγγενῆ ἑαυτοῦ Φλαουίαν Δομιτίλλαν ἔχοντα, κατέσφαξεν ὁ Δομιτιανός. ἐπηνέχθη δὲ ἀμφοῖν ἔγκλημα ἀθεότητος, ὑφ᾽ ἧς καὶ ἄλλοι ἐς τὰ τῶν Ἰουδαίων ἤθη ἐξοκέλλοντες πολλοὶ κατεδικάσθησαν, καὶ οἱ μὲν ἀπέθανον, οἱ δὲ τῶν γοῦν οὐσιῶν ἐστερήθησαν: ἡ δὲ Δομιτίλλα ὑπερωρίσθη μόνον ἐς Πανδατερίαν (Epitome di Cassio Dione, Historia romana, lxvii.14) = Nello stesso anno (95) Domiziano mandò a morte, con molti altri, Flavio Clemente, allora console, benché fosse suo cugino e avesse in moglie Flavia Domitilla, sua parente. Entrambi furono condannati per il delitto di ateismo. Sulla base di questi capi di accusa furono condannati molti altri che avevano seguito i costumi giudaici: molti uccisi, altri puniti con la confisca dei beni; Domitilla fu esiliata a Pandateria.
  5. ^ Svetonio, Vita di Domiziano, 17
  6. ^ Chronographia AM 5575 (vol I, p. 650 Dindorf = p. 497 Adler-Tuffin); Peter Lampe, Christians at Rome in the First Two Centuries: From Paul to Valentinus, A&C Black 2006, p. 200 ISBN 978-1-44111004-6
  7. ^ Philippe Pergola, "La condamnation des Flaviens chrétiens sous Domitien: Persécution religieuse ou répression à caractère politique?" in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité (Année 1978 Volume 90 Numéro 1 pp. 407-423)

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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