Gammarelli è una storica sartoria di Roma specializzata in paramenti liturgici e abbigliamento ecclesiastico situata via di Santa Chiara, nei pressi del Pantheon. Aperta nel 1798, la "Ditta Annibale Gammarelli" ha servito migliaia di sacerdoti e, oltre a centinaia di vescovi e cardinali, anche Pio IX e Paolo VI, san Giovanni XXIII, Giovanni Paolo I, san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI[1] e papa Francesco.

Ditta Annibale Gammarelli
La facciata dello storico negozio di Roma
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà in nome collettivo
Fondazione1798 a Roma
Fondata daGiovanni Antonio Gammarelli
Sede principaleRoma
SettoreTessile
Prodotti
Slogan«Abiti per ecclesiastici dal 1798»
Sito webwww.gammarelli.com

Storia modifica

 
Alcuni esempi di abiti papali

Giovanni Antonio Gammarelli iniziò la sua attività nel 1798, sotto il pontificato di Pio VI, come sarto al servizio del clero romano. In seguito le redini passarono al figlio Filippo, e quindi al figlio di quest'ultimo, Annibale.

Nel 1874 Annibale trasferì la sartoria in via di Santa Chiara 34, nel palazzo della Pontificia Accademia Ecclesiastica. Il periodo della sua gestione fu caratterizzata da un forte slancio di sviluppo dell'attività, e alla sua morte i figli Bonaventura e Giuseppe vollero titolare la sartoria “Ditta Annibale Gammarelli”. Con questo nome la sartoria venne conosciuta in tutto il mondo.

Fino al mese di luglio 2016 la sartoria è stata gestita da Annibale, figlio di Bonaventura, morto il 12 luglio[2]. La gestione della ditta passa quindi alla sesta generazione della famiglia con Massimiliano, Lorenzo e Stefano Paolo.

Riconoscimenti modifica

Nel 2000 la Ditta Annibale Gammarelli è stata inserita nell'elenco dei Negozi Storici di Roma, ed è probabilmente la più antica ditta di Roma ad essere ancora gestita da discendenti diretti del fondatore.

Note modifica

  1. ^ Benedetto XVI, Ultime conversazioni, a cura di Peter Seewald, Garzanti, p. 175, ISBN 978-88-11-68824-2.
  2. ^ Morto Annibale Gammarelli, storico sarto dei Papi, su ansa.it. URL consultato il 14 luglio 2016.

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