Garage house

sottogenere di musica house

La Garage house, conosciuta anche come US garage, è un genere di musica dance nato a New York[2] nei primi anni ottanta e sviluppata parallelamente alla musica house di Chicago. Nacque principalmente grazie al deejay Larry Levan.[2] Il genere era una derivazione della disco realizzata però con largo uso di sintetizzatori, sequencer e drum machine, ma pur sempre accompagnati da una parte strumentale ed un cantato.

Garage house
Origini stilisticheHouse,[1] Soul,[2] Disco music[1]
Origini culturaliInizio anni ottanta a New York
Strumenti tipiciSintetizzatore, Drum machine, Sequencer, tastiera[3]
Popolaritàanni novanta
Sottogeneri
Future house
Generi derivati
UK garage, Deep house
Categorie correlate
Gruppi musicali garage house · Musicisti garage house · Album garage house · EP garage house · Singoli garage house · Album video garage house

In seguito ne è derivata anche la UK garage, nata appunto nel Regno Unito agli inizi degli anni novanta.[2]

Storia modifica

Il genere, nato come evoluzione della disco music,[1] ma legato ad un circuito più underground rispetto a quest'ultima si affermò nella scena newyorkese nei primi anni '80. Iniziò quindi a nascere una scena di produttori newyorkesi come NYC Peech Boys[4] (autori di "Don't Make Me Wait"), D Train ("Keep On"), mentre Larry Levan, DJ resident presso la discoteca Paradise Garage, iniziò a suonare nel suo locale questo nuovo tipo di musica, più lento e con maggiori influenze soul e groove rispetto per esempio, alla Chicago house del Warehouse. Nel suo periodo mainstream gli artisti di spicco del periodo a cavallo tra gli anni '80 e '90 furono i Deee-lite, Alison Limerick ed i Masters at Work.

Note modifica

  1. ^ a b c Garage, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 1º ottobre 2011.
  2. ^ a b c d (EN) Tony Verderosa, The techno primer: the essential reference for loop-based music styles, Hal Leonard Corporation, 2002, p. 36, ISBN 978-0-634-01788-9.
  3. ^ Robin Sylvan, Traces of the spirit: the religious dimensions of popular music, NYU Press, 2002, pp. 117 e ss., ISBN 978-0-8147-9809-6.
  4. ^ Vladimir Bogdanov, All music guide to electronica: the definitive guide to electronic music, Backbeat Books, 2001, p. 594, ISBN 978-0-87930-628-1.