Garzia Cassola

giornalista e traduttore italiano (1869-1955)

Garzia Cassola (Borgo Val di Taro, 27 aprile 1869Volterra, 25 luglio 1955) è stato un giornalista e traduttore italiano.

È il padre dello scrittore Carlo Cassola, il quale trarrà spunto dal suo rapporto padre-figlio per le opere La casa di via Valadier, Un uomo solo e l'autobiografico Mio padre.

Biografia modifica

Nato a Borgo Val di Taro, nella provincia di Parma, da Rosa Belli e Carlo Cassola, patriota e magistrato di orientamento radicale e massone, studiò giurisprudenza all'Università di Pavia e divenne uditore giudiziario dopo la laurea.[1] Iniziò ad avvicinarsi al giornalismo e alla politica contribuendo al settimanale operaio socialista «La Plebe» ed unendosi al Circolo socialista pavese.[1] Nel 1894 abbandonò definitivamente la professione forense. Trasferitosi a Cremona, dove fu segretario della Camera del Lavoro, collaborò con il socialista Leonida Bissolati a «L'eco del popolo», rimanendo notevolmente influenzato da quest'ultimo per quanto riguarda l'orientamento politico.[1] Con Bissolati, nel 1895 si spostò a Milano, entrando nella redazione di «Lotta di classe», e successivamente, nel 1897, a Roma, dove divenne caporedattore del quotidiano «Avanti!», collaborando in seguito anche con l'«Avanti! della domenica».[1] Cassola fu arrestato e condannato insieme a Bissolati e altri esponenti socialisti del quotidiano in seguito ai tumulti di Milano del maggio 1898.[1] Tra il 1901 e il 1907 collaborò con articoli di attualità al periodico «Critica Sociale» di Filippo Turati.[1] Nel 1901 entrò nel comitato direttivo dell'Unione socialista romana e nell'aprile dello stesso anno convolò a nozze con Camilla Bianchi di Volterra.[1]

Fu in questo periodo che l'orientamento politico del Cassola si spostò su posizioni maggiormente populistiche e riformiste, influenzato soprattutto dalla sua attività di traduttore delle opere di Paul Magnaud, presidente del tribunale di Château-Thierry, e del politico socialista Jean Jaurès.[1] Nel 1903 decise di abbandonare l'Avanti! con l'arrivo del nuovo direttore Enrico Ferri e si avvicinò a quotidiani di ispirazione riformista come corrispondente esterno per «Il Tempo» di Milano, diretto da Claudio Treves, e «Il Lavoro» di Genova.[1] Ciò comportò una divisione all'interno del socialismo romano, tanto che nel luglio 1905 vi fu una prima espulsione dall'Unione del Cassola, insieme a Bissolati e Ivanoe Bonomi, in seguito revocata.[1] Nel 1912 avvenne la scissione definitiva e Garzia Cassola entrò nella direzione del Partito socialista riformista appena costituitosi.[1]

Inizialmente su posizioni di neutralità circa l'intervento italiano nella Grande Guerra, si spostò su ideologie interventiste sul finire dell'estate 1914.[1] Al termine del conflitto mondiale, riprese la sua attività giornalistica come caporedattore e vicedirettore del quotidiano romano «L'Epoca» e come corrispondente di «Il Mattino» di Napoli.[1] Nel 1917 nacque l'ultimo dei suoi quattro figli, lo scrittore Carlo Cassola.[1] Ritiratosi a Volterra, qui trascorse gli ultimi anni, avvicinandosi a posizioni più vicine al fascismo.[1]

Morì a Volterra il 25 luglio 1955.[1]

Opere modifica

Traduzioni modifica

  • Lev Tolstoj, La radice del male, Firenze 1901.
  • Paul Magnaud, Il "buon giudice" e il diritto alla vita, con note e commenti, Firenze 1901.
  • Jean Jaurès, Storia socialista, in collaborazione con Alessandro Schiavi e Giuseppe Pinardi, Roma 1900-1901.
  • Jean Jaurès, Studi socialisti, Milano-Palermo 1903.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Riccardo Merolla, Garzia Cassola, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 21, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978. URL consultato il 21 settembre 2015.

Bibliografia modifica

  • Enrico Ferri, Il metodo rivoluzionario, in «Il Socialismo», I, 1902-1903, pp. 97–106.
  • Teodoro Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei: dizionario bio-bibliografico, Napoli, 1922, p. 89.
  • Luigi Lodi, Giornalisti, Bari, Laterza, 1930, p. 87;
  • Costantino Lazzari, Memorie, a cura di Alessandro Schiavi, in «Movimento operaio», IV, 1952, p. 806;
  • Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Carteggio, V, a cura di Alessandro Schiavi, Torino, 1953, pp. 326, 377.
  • Brunello Vigezzi, L'Italia di fronte alla prima guerra mondiale, Milano-Napoli, Ricciardi, 1966, pp. 170–172, 405–429, 604, 808–814.
  • Giuseppe Mammarella, Riformisti e rivoluzionari nel Partito socialista italiano. 1900-1912, Padova, Marsilio, 1968, pp. 170, 189.
  • Carlo Cassola, Mio padre, Milano, Rizzoli, 1983, pp. 9–15, 79–118.

Collegamenti esterni modifica

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