Geōrgios Papandreou
Geōrgios Papandreou (in greco Γεώργιος Παπανδρέου; Kalentzi, 13 febbraio 1888 – Atene, 1º novembre 1968) è stato un politico greco, primo esponente della dinastia politica dei Papandreou. Era il padre dell'ex Primo ministro greco Andreas Papandreou (fondatore del Pasok al termine del regime dei colonnelli)[1] e il nonno di un altro Primo ministro greco, Giorgos Papandreou.
Geōrgios Papandreou | |
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Primo ministro della Grecia | |
Durata mandato | 19 febbraio 1964 – 15 luglio 1965 |
Predecessore | Ioannis Paraskevopoulos |
Successore | Georgios Athanasiadis-Novas |
Durata mandato | 8 novembre 1963 – 30 dicembre 1963 |
Predecessore | Stylianos Mavromichalis |
Successore | Ioannis Paraskevopoulos |
Durata mandato | 26 aprile 1944 – 3 gennaio 1945 |
Predecessore | Sofoklīs Venizelos |
Successore | Nikolaos Plastiras |
Dati generali | |
Partito politico | Unione di Centro |
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La sua vita politica fu un'altalena di carcere e di cariche governative, un alternarsi di repubblica e monarchia, di unioni e scissioni di partiti, tentando di trovare continuità e coerenza in una situazione di perenne instabilità, finché tutto finì con il regime dei colonnelli.[2]
Biografia modifica
Deputato liberale alla Camera, divenne ministro dell'Interno nel 1923 e dell'Economia nel 1925.[2][3] Fu deportato dal generale Theodoros Pangalos, tornò al governo con Eleutherios Venizelos, divenendo ministro dell'Istruzione dal 1930 al 1932, poi nel 1933 divenne ministro dei Lavori pubblici.[2][3] Nel 1935 uscì dal partito liberale per fondare quello socialdemocratico.[2][3] Nel 1936, durante il regime di Ioannis Metaxas, fu deportato nell'isola di Andros.[2][3]
Liberato 5 anni dopo, partecipò alla Resistenza antifascista, fu arrestato di nuovo dagli Italiani nel 1942 e, alla fine del 1943, riuscì a fuggire in Egitto, dove fu nominato capo del governo greco in esilio; successivamente riordinò e assestò le forze armate greche all'estero.[2][3]
La guerra civile lo costrinse a dimettersi nel gennaio 1945, ma dopo il 1947 partecipò con vari incarichi ai governi di Dimitrios Maximos[3], di Nikolaos Plastiras e, infine, di Sofocle Venizelos, figlio del vecchio leader liberale Eleuterio Venizelos.
Con Venizelos ebbe, alternativamente, urti e alleanze, finché non raggiunse con l'Unione di centro una forza e una vastità di consensi elettorali tali da consentirgli, nel novembre 1963, di tornare al potere e di formare un governo nel mese di febbraio del 1964,[2] con un programma politico di rinnovamento democratico.
Un anno dopo ebbe forti contrasti con il re Costantino II e fu praticamente esonerato da quest'ultimo.[2]
Incominciò allora l'ultima battaglia di Papandreou per tornare al potere, diretta contro la Corte e a favore di un regime di legalità costituzionale.[2] In grandi comizi, chiese al popolo di decidere se in Grecia dovesse comandare la Corte o il Parlamento.
Ma qualcuno aveva già deciso che il comando non doveva toccare né all'una né all'altro: il 21 aprile 1967 il colpo di Stato dei colonnelli costrinse il re all'esilio e riportò Papandreou in carcere.[2]
Il vecchio leader morì un anno dopo, in casa sua, ma sotto la sorveglianza dei suoi carcerieri.
Note modifica
Voci correlate modifica
- Andreas Papandreou, il figlio
- George Papandreou, il nipote
Altri progetti modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Geōrgios Papandreou
Collegamenti esterni modifica
- Papandrèu, Geòrgios, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- PAPANDREU, Georgios, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1949.
- Papandrèu, Geòrgios, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Papandréou, Gheórghios (1888-1968), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Opere di Geōrgios Papandreou, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42641822 · ISNI (EN) 0000 0000 8223 5241 · LCCN (EN) n82050817 · GND (DE) 119153572 · BNF (FR) cb16699273t (data) · J9U (EN, HE) 987007276727705171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82050817 |
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