Giacomo Ruffo

arcivescovo cattolico

Giacomo Ruffo, in religione fra' Tommaso (Bagnara, 6 settembre 1618Bari, 29 aprile 1691), è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Tommaso Ruffo, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Bari (1684-1691)
 
Nato6 settembre 1618 a Bagnara
Ordinato presbitero1644
Nominato arcivescovo10 aprile 1684 da papa Innocenzo XI
Consacrato arcivescovo16 aprile 1684
Deceduto29 aprile 1691 (72 anni) a Bari
 

Biografia modifica

Figlio di Francesco Ruffo, II duca di Bagnara, e di sua moglie Guiomara Ruffo, dei principi di Scilla, fu inviato quindicenne a studiare a Napoli, dove maturò la sua vocazione e decise di abbracciare la vita religiosa tra i frati domenicani. Prese l'abito religioso in San Domenico Maggiore il 16 luglio 1634 e, compiuto il noviziato, professò i voti il 22 luglio 1635.[1]

Completò la sua formazione ecclesiastica a Salamanca e nel 1641 rientrò a Napoli. Si dedicò all'insegnamento e nel 1644 fu ordinato prete. Fu reggente degli studi nella provincia napoletana dell'ordine e rettore del collegio San Tommaso d'Aquino. Nel suo ordine, ebbe l'incarico di definitore, visitatore, provinciale e priore del convento napoletano di San Domenico Maggiore.[1]

Nominato procuratore generale dell'ordine, nel 1677 si stabilì a Roma. Fu eletto arcivescovo di Bari il 10 aprile 1684, consacrato il 16 aprile e il 24 aprile gli fu imposto il pallio dei metropoliti; raggiunse Bari il 23 luglio successivo.[1]

Da arcivescovo, si preoccupò di applicare i decreti del Concilio di Trento, curò la formazione dei candidati al sacerdozio e potenziò il seminario e, attraverso visite pastorali, ristabilì la disciplina religiosa nei monasteri; lottò contro gli abusi del clero e difese le libertà ecclesiastiche dalle ingerenze del potere civile.[2]

In punto di morte, ordinò di distribuire il ricavato della vendita della sua argenteria ai poveri. La sua tomba è nella basilica cattedrale di Bari.[2]

Il 3 agosto 1745 fu aperto il processo ordinario in vista della beatificazione del vescovo, ma la causa ristagna.[2]

Note modifica

  1. ^ a b c Francesco Ricci, BSS, Prima appendice (1987), col. 1186.
  2. ^ a b c Francesco Ricci, BSS, Prima appendice (1987), col. 1187.

Bibliografia modifica

  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni modifica