Giulietta (astronomia)
Giulietta, o Urano XI,[1] è un satellite naturale del pianeta Urano che ha preso il nome dalla protagonista della tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Giulietta (Urano XI) | |
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Satellite di | Urano |
Scoperta | 3 gennaio 1986 |
Scopritore | Stephen Synnott Voyager 2 |
Parametri orbitali | |
Semiasse maggiore | 64 400 km |
Periodo orbitale | 0,493 giorni (11 ore 49,92 minuti) |
Inclinazione rispetto all'equat. di Urano | 0,065° |
Eccentricità | 0,0007 |
Dati fisici | |
Diametro medio | ~94 km |
Volume | 632 000 km³ |
Massa | ~5,6 × 1017 kg
|
Densità media | ~1,3 × 103 kg/m³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | ~0,016 m/s² |
Velocità di fuga | ~0,040 km/s |
Periodo di rotazione | sincrona |
Temperatura superficiale |
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Albedo | ~0,07 |
Dallo studio delle immagini Giulietta appare con una forma allungata.
Solamente il 7% della luce irradiata viene riflessa dalla superficie; per questo esso risulta un corpo molto scuro.
Storia
modificaÈ stato scoperto dalle immagini prese dalla Voyager 2 del 1º marzo 1986, ed ha ricevuto la designazione provvisoria S/1986 U 2.[2]
Caratteristiche
modificaGiulietta appartiene al gruppo di Porzia, un gruppo di satelliti che comprende anche Bianca, Cressida, Desdemona, Porzia, Rosalinda, Cupido, Belinda e Perdita.[3] Questi satelliti hanno orbite e proprietà fotometriche simili.[3]
Nelle immagini riprese da Voyager 2, Giulietta appare come un oggetto allungato, con l'asse maggiore che punta verso Urano. Il rapporto tra gli assi dello sferoide oblate è di 0,5 ± 0,3, che è un valore molto elevato.[4] La sua superficie è di colore grigio scuro.[4]
Parametri orbitali
modificaÈ un satellite interno di Urano con un diametro di 53 km.[4] A parte questo valore, i parametri orbitali[5] e l'albedo di 0,08,[3] non si conosce praticamente nient'altro del satellite.
Si ritiene che nei prossimi 100 milioni di anni, Giulietta potrebbe entrare in collisione con Desdemona.[6]
Note
modifica- ^ Planet and Satellite Names and Discoverers, in Gazetteer of Planetary Nomenclature, USGS Astrogeology, 21 luglio 2006. URL consultato il 6 agosto 2006.
- ^ B. A. Smith, Satellites of Uranus, in IAU Circular, vol. 4164, 16 gennaio 1986. URL consultato il 29 ottobre 2011.
- ^ a b c Erich Karkoschka, Comprehensive Photometry of the Rings and 16 Satellites of Uranus with the Hubble Space Telescope, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 51–68, Bibcode:2001Icar..151...51K, DOI:10.1006/icar.2001.6596.
- ^ a b c Erich Karkoschka, Voyager's Eleventh Discovery of a Satellite of Uranus and Photometry and the First Size Measurements of Nine Satellites, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 69–77, Bibcode:2001Icar..151...69K, DOI:10.1006/icar.2001.6597.
- ^ R. A. Jacobson, The Orbits of the Inner Uranian Satellites From Hubble Space Telescope and Voyager 2 Observations, in The Astronomical Journal, vol. 115, n. 3, 1998, pp. 1195–1199, Bibcode:1998AJ....115.1195J, DOI:10.1086/300263.
- ^ Martin J. Duncan e Jack J. Lissauer, Orbital Stability of the Uranian Satellite System, in Icarus, vol. 125, n. 1, 1997, pp. 1–12, Bibcode:1997Icar..125....1D, DOI:10.1006/icar.1996.5568.
Altri progetti
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