Hanabusa Itchō[2] (英一蜩?; Kyoto, 16521724) è stato un pittore giapponese, rappresentante del genere ukiyo-e, pur non accogliendone in pieno le istanze[1].

Biografia modifica

 
"La caduta del dio del tuono"
 
"Monaci ciechi esaminano un elefante"

Nacque a Kyoto nel 1652, si trasferì in giovane età ad Edo, ove entrò nell'accademia artistica della scuola Kanō, allievo di Kanō Yasunobu.[1] Il suo nome personale era Taga Shinkō ed adottò come primo nome d'arte quello di Chōko.[1] Restio al rispetto delle rigide regole artistiche dell'accademia, venne espulso e per il suo comportamento poco ortodosso esiliato per dodici anni.[1] Tornato ad Edo, ed avvicinatosi ormai alle istanze del genere ukiyo-e, aprì una propria scuola ed assunse il nome d'arte Hanabusa Itchō.[1] Fu legato da stretta amicizia al poeta Matsuo Bashō.[1]

Si dedicò esclusivamente alla pittura, eccellendo come colorista e rivolgendo il suo interesse soprattutto alla rappresentazione di scene di vita popolare, che animava con grazia, vivacità ed un fine umorismo.[1] Solo dopo la sua morte le sue opere furono riprodotte su stampa.[1] Il suo stile influenzò numerosi artisti anche nei secoli successivi, come Utamaro, Toyokuni, Hokusai e Kyōsai.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Bernabò Brea, Kondo, p.36.
  2. ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Hanabusa" è il cognome.

Bibliografia modifica

  • Luigi Bernabò Brea e Eiko Kondo, Stampe e Pitture - L'ukiyo-e dagli inizi a Shunshō, Genova, Sagep Editrice, 1979.

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