Heinrich Matthes

vice comandante del campo di sterminio di Treblinka

Heinrich Arthur Matthes (Wermsdorf, 11 gennaio 1902Bochum, 16 dicembre 1978) è stato un militare tedesco, SS-Obercharführer vice comandante del campo di sterminio di Treblinka.

Heinrich Arthur Matthes
Heinrich Matthes in divisa SS
NascitaWermsdorf, 11 gennaio 1902
MorteBochum, 16 dicembre 1978
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Schutzstaffel
UnitàSS-Totenkopfverbände
GradoSS-Obercharführer
GuerreSeconda guerra mondiale
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Durante l'Operazione Reinhard, Matthes fu nominato capo dell'area di sterminio del Campo II di Treblinka, dove le camere a gas furono gestite dal personale delle SS che supervisionava circa 300 prigionieri allo smaltimento dei cadaveri.[1][2] Fu processato nei processi di Treblinka del 1964 e condannato all'ergastolo.

Biografia modifica

Matthes nacque nel 1902 a Wermsdorf, vicino a Lipsia. Frequentò la scuola elementare pubblica per otto anni. Studiò a Sonnenstein dove sostenne l'esame di infermiere. Lavorò poi negli ospedali di Arnsdorf e Bräunsdorf.[3] Si sposò ed ebbe una figlia.

Carriera modifica

All'inizio del 1934 si iscrisse al partito nazista e alle SA. Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu arruolato nell'esercito. Dopo circa due anni, Matthes entrò nel laboratorio fotografico legato al programma Aktion T4, successivamente prestò servizio in Russia con l'Organizzazione Todt inquadrato nell'unità T4. Il grado più in alto raggiunto da Matthes nell'Heer fu Obergefreiter.[3]

Campo di sterminio di Treblinka modifica

Nell'agosto 1942, Matthes ricevette l'ordine di recarsi nella riserva di Lublino, dove fu arruolato nelle SS con il grado di Scharführer nell'ambito dell'Operazione Reinhard e inviato al campo di sterminio di Treblinka. Arrivato al campo, fu nominato ufficiale capo al comando del Campo II (l'area di sterminio) e delle camere a gas.[4] Matthes è stato così ricordato dal collega Franz Suchomel, ufficiale delle SS di Treblinka:

«Wirth insediò Matthes come capo del Campo II, per quanto ne so - e io vivevo con Matthes - contro la sua volontà. Con ulteriori minacce costrinse anche Matthes a seguire la linea.[5]»

Matthes era ossessionato dalla pulizia. Nell'autunno del 1942, Matthes fucilò due prigionieri perché alla fine della giornata di lavoro non avevano pulito in modo soddisfacente la barella che usavano per trasportare i cadaveri.[4] Nell'inverno del 1942-1943, a Treblinka scoppiò un'epidemia di tifo. Matthes portò otto detenuti malati al Lazaret e li fece fucilare. Nello stesso inverno fucilò il prigioniero Ilik Weintraub perché, durante il trasferimento dei corpi dalle camere a gas alle fosse, Weintraub si era fermato a bere dell'acqua dal pozzo.[4]

Matthes come ricordato da Jerzy Rajgrodzki, un prigioniero della zona di sterminio:

«Picchiava i prigionieri con uno sguardo completamente inespressivo e apatico, come se le percosse facessero parte della sua routine quotidiana. Si preoccupava sempre che la zona dell'appello fosse sempre estremamente pulita. Un prigioniero doveva rastrellare la sabbia nella piazza per tutto il giorno, e doveva farlo con estrema precisione.[4]»

Nell'autunno del 1943, Matthes fu trasferito nel campo di sterminio di Sobibor e successivamente a Trieste nel Sonderabteilung Einsatz R con gli altri responsabili dell'Operazione Reinhard.[3]

Al processo di Treblinka del 1965[6] fu condannato all'ergastolo. Matthes morì in carcere nel 1978.[7]

Testimonianze di Matthes al processo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Processi di Treblinka.

«Per tutto il tempo che sono stato a Treblinka, ho prestato servizio nel campo principale. Il campo principale era la zona di Treblinka con le camere a gas, dove gli ebrei venivano uccisi e i loro cadaveri venivano deposti in grandi fosse e poi bruciati. Circa quattordici tedeschi prestavano servizio nel campo principale. C'erano due ucraini sempre presenti nel campo principale. Uno di loro si chiamava Nikolai, l'altro era un uomo basso, non ricordo il suo nome... Questi due ucraini, che vivevano nel campo principale, servivano nelle camere a gas. Si occupavano anche della sala macchine quando Fritz Schmidt era assente. Di solito questo Schmidt era responsabile della sala macchine. Secondo me, come civile era un meccanico o un autista. Veniva da Pirna... Facevo l'appello degli ebrei lavoratori nel campo principale. C'erano circa 200-300 ebrei lavoratori. Portavano via i cadaveri e poi li bruciavano. C'erano anche ebrei lavoratori che dovevano estrarre i denti d'oro dai cadaveri. Quando mi è stato chiesto se un gruppo di lavoro speciale esaminava i cadaveri alla ricerca di gioielli e oggetti di valore nascosti, ho risposto: "A questo proposito non lo so".»

«Nel campo principale, nell'area delle camere a gas, stazionavano circa sei-otto ucraini. Questi ucraini erano armati di fucili. Alcuni di loro avevano anche fruste di cuoio... Le persone che venivano portate attraverso il passaggio erano costrette a entrare nella camera a gas separata [singola]. Più tardi, nell'estate del 1942, furono costruite le nuove camere a gas. Credo che siano diventate operative solo in autunno. Complessivamente, erano attive sei camere a gas. Secondo le mie stime, in ogni camera a gas potevano entrare circa 300 persone. Le persone entravano nella camera a gas senza opporre resistenza. Quelle che erano in fondo, le guardie ucraine dovevano spingerle dentro. Ho visto personalmente come gli ucraini spingevano le persone con il calcio del fucile... Le camere a gas rimasero chiuse per circa trenta minuti. Poi Schmidt fermò la gasazione e i due ucraini che erano nella sala macchine aprirono le camere a gas dall'altro lato.[8][9]»

«In quel periodo [novembre 1942] arrivò un SS-Oberscharführer o Hauptscharführer Floss, che, così presumo, doveva essere stato in precedenza in un altro campo. Fece quindi costruire l'impianto per bruciare i cadaveri. L'incenerimento veniva effettuato ponendo delle rotaie su blocchi di cemento. I cadaveri venivano poi ammassati su queste rotaie. Sotto le rotaie veniva posto del legno di sterpaglia. Il legno veniva inzuppato di benzina. In questo modo venivano bruciati non solo i cadaveri appena ottenuti, ma anche quelli esumati dalle fosse.[10][11]»

Note modifica

  1. ^ Holocaust Historical Society, su www.holocausthistoricalsociety.org.uk. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  2. ^ (EN) Operation Reinhard Mass Cremation: Steel Alloy Rails, su Holocaust Denial on Trial. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  3. ^ a b c Friedlander, p. 242.
  4. ^ a b c d Arad, p. 194.
  5. ^ Tregenza, Michael. Christian Wirth: Inspekteur der Sonderkommandos, Aktion Reinhard, p. 7. Vol. XV, Lublin 1993.
  6. ^ Holocaust Historical Society, su www.holocausthistoricalsociety.org.uk. URL consultato il 20 gennaio 2024.
  7. ^ First Treblinka Trial, su holocaustresearchproject.org. URL consultato il 26 aprile 2016.
  8. ^ Testimonies of Treblinka SS-Men, su jewishvirtuallibrary.org.
  9. ^ Arad, p. 121.
  10. ^ StA Dusseldorf, AZ:8 Js 10904/59 <AZ. ZSL: 208 AR-Z 230/59, vol. 10, pp. 2056R, 2057
  11. ^ Operation Reinhard: The Extermination Camps of Belzec, Sobibor and Treblinka - The Attempt to Remove Traces, su nizkor.org. URL consultato il 26 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2015).

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