Hornakht (funzionario)

Hornakht (... – metà del XVI secolo a.C.) è stato un funzionario egizio vissuto verso la fine del Secondo periodo intermedio dell'Egitto, che si estese all'incirca dal 1650 a.C. al 1550 a.C.

Disegno raffigurante il sarcofago rishi di Hornakht

La scoperta della tomba modifica

Questo funzionario, recante il titolo di Conoscente del Re con diritto di accesso, è noto agli egittologi grazie alla sua tomba, rinvenuta inviolata (avvenimento molto raro fra le sepolture egizie) il 21 dicembre 1862, a opera dell'archeologo italiano Luigi Vassalli, che lavorava per Auguste Mariette, nell'importante necropoli di Dra Abu el-Naga presso Tebe. La pubblicazione del ritrovamento e dei reperti avvenne nel 1892; se ne occupò Gaston Maspero[1]. La tomba conteneva il sarcofago rishi di Hornakht con la sua salma, insieme a un corredo di oggetti, alcuni dei quali recavano inscritti i nomi di altri funzionari: probabilmente doni di costoro a Hornakht. Inoltre vi era un bastone da caccia (una sorta di boomerang egizio) col nome di Seqenenra Djehuty-aa: il faraone Seqenenra Ta'o (1560/58 - 1555 a.C.[2]) e di un certo Tjuiu, investito del titolo di Figlio del Re. Il corredo funerario è utile nello stabilire la datazione della vita e della morte di Hornakht. Una scatola recava il nome del sindaco Minemhat, e vi era un cucchiaio a uso cosmetico col nome e i titoli di Sobeknakht, sindaco di Ieracompoli. Questi personaggi furono, molto verosimilmente, tutti contemporanei di Hornakht. Fu rinvenuto inoltre un vaso appartenente a un certo Idi, dell'Antico Regno: era quindi già antico di mille anni quando fu inumato con Hornakht. Furono inoltre ritrovati amuleti a forma di scarabeo, recipienti di pietra, un paio di sandali, un poggiatesta e una tavola per il gioco.

Vassalli assegnò inizialmente la tomba a Tjuiu, ma successivamente ribattezzò il proprietario Aqhor, in base a quanto lesse sull coperchio del sarcofago. Gli studiosi moderni leggono giustamente il nome sul feretro Hornakht. Aq è chiaramente parte del titolo che precede il nome proprio, ed è da tradurre come accesso[3].

Note modifica

  1. ^ A. Mariette: Monuments divers recueillis en Egypte et en Nubie par Auguste Mariette-Pacha. Ouvrage publie sous le auspices de S.A. Ismaile Paha Khedivve d'Egypte, Texte par G. Maspero, Paris 1892, pl. 51
  2. ^ Shaw, Ian, ed. (2000). The Oxford History of Ancient Egypt. Oxford University Press. p. 481
  3. ^ Gianluca Miniaci: Rishi coffins and the funerary culture of Second Intermediate Period Egypt, London 2011, ISBN 978-1-906137-24-3, 58–59, 313