Ildebrando Tabarroni

ingegnere ed imprenditore italiano

Ildebrando Tabarroni (Bologna, 21 ottobre 1881Bologna, 1958) è stato un ingegnere civile e imprenditore italiano.

Biografia modifica

Ildebrando Tabarroni nacque in una famiglia da due generazioni legata all'edilizia.[1] Il nonno Cesare aveva fondato un'impresa edile nella quale lavoravano i quattro figli, capimastri muratori. Il padre, Pio, ebbe due figli, Ildebrando e Astorre, che negli anni che precedettero il Primo Conflitto Mondiale diedero di nuovo vita all'azienda avviando una collaborazione che durò tutta la vita: Ildebrando curava gli aspetti tecnici e progettuali, Astorre quelli amministrativi.

Nel 1905, a 25 anni, si laurea in Ingegneria Civile e fino al 1911 è assistente alla cattedra di Statica Grafica del prof. Gorrieri e alla Cattedra di Ponti e Costruzioni Idrauliche del prof. Canevazzi.

Dal 1907 Tabarroni progetta e realizza numerosi villini a Bologna, a est fuori porta Mazzini e Santo Stefano, e a ovest, fra porta Saragozza e San Felice.

A partire dal 1909, Tabarroni si dedica principalmente alla libera professione, in gran parte collegata all'impresa edile di famiglia. Nel 1909 effettua i lavori di trasformazione di un oratorio in abitazione per conto del notaio Aristide Baravelli che lo mette in contatto con la Società Anonima Cooperativa per la Costruzione e il Risanamento di Case per gli Operai, che gli fornirà decine di incarichi fino allo scoppio del Secondo Conflitto.

Appartengono al primo periodo di attività numerosi edifici di edilizia residenziale di tipo borghese a Bologna, città in espansione anche a seguito del Piano di ampliamento del 1889.

Nel primo decennio di attività Tabarroni partecipa anche, con ottimi risultati, a numerosi concorsi nazionali di progettazione, e vince nel 1911 il primo premio al Concorso Nazionale per le Case operaie del Comitato del Congresso delle case operaie di Roma[2], che rimane un traguardo importante nella sua futura carriera di progettista di questa tipologia edilizia.

Nel 1915 vince, insieme all'ingegnere Giulio Marcovigi, il concorso per il nuovo ospedale di Parma. Durante la Grande Guerra è arruolato nel Genio, dove si dedica alla progettazione di ospedali.

Al termine della guerra ricostruisce, insieme al fratello Astorre, la Nuova Impresa Fratelli Tabarroni. Nel 1927 all'Impresa vengono affidati i lavori per parte del nuovo ospedale Pizzardi. Tabarroni partecipa poi spesso a concorsi per ospedali, attività che lo impegnerà fino alla fine della carriera. In quell'anno Tabarroni viene nominato Delegato Podestarile di Bologna all'Edilizia e Arte[3] e anche presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari.

«Tabarroni non partecipa ai dibattiti cittadini sui temi del restauro architettonico [...]. In qualità di delegato egli si limita a coordinare i lavori edilizi predisposti dall'ufficio tecnico del comune e, come professionista - progettista, direttore dei lavori, imprenditore -, partecipa ai progetti di trasformazione urbana , sviluppando solo la parte finale. strettamente connessa all'attività costruttiva. Ovviamente, questo gli permette di avere un tornaconto economico senza doversi esporre politicamente in prima persona.»

Intorno al 1932 ottiene i suoi due incarichi pubblici più importanti: la Casa Rionale (Casa del fascio)[5] Gian Carlo Nannini in Bolognina, di fronte alla chiesa del Sacro Cuore e la Colonia Bolognese di Rimini, quest'ultima pubblicizzata come la più grande d'Europa.[6][7] Realizza la chiesa della Coronella a Galliera[8] e Chiesa di S. Giacomo a Monzuno.[9]

Nel 1932 Tabarroni progetta - e la sua impresa costruisce - il cinema-teatro Manzoni, nel centro di Bologna, un edificio tecnologicamente avanzato sia per la copertura apribile della sala a comando idraulico, sia per l'impiantistica, sia per la struttura in acciaio e muratura.[10][11]

Intorno al 1934 il linguaggio architettonico di Tabarroni si depura dagli apparati stilistici e abbraccia il razionalismo.[12] Nel 1938 riceve un premio al concorso nazionale per il nuovo piano regolatore della città di Bologna e sul finire degli anni Trenta la sua attività si concentra principalmente fuori città.

«Proprio per questa sua riluttanza a comparire come collaboratore del regime e per questo forte inserimento nel tessuto produttivo del territorio bolognese, Tabarroni è un professionista che passa indenne il periodo della Seconda Guerra Mondiale e continua l'attività anche dopo il ribaltamento del Fascismo [...]. Si intensificano i rapporti con il mondo agrario per rilevare i danni della guerra, compiere delle stime e lavorare a varie piccole costruzioni. L'impegno nel progetto di edifici pubblici continua senza grande clamore. La stima di cui gode la persona è confermata con la carica alla presidenza dell'Ordine degli Ingegneri dal 1954 al 1958, anno della morte.»

Il suo archivio è conservato presso la facoltà di ingegneria a Bologna.[14]

Note modifica

  1. ^ Guardigli, pp. 5-64.
  2. ^ Case d'oggi edilizia e arredamento, La Casa, 1937. URL consultato il 30 aprile 2023.
  3. ^ Storia amministrativa di Bologna, su comune.bologna.it.
  4. ^ Guardigli, p.43.
  5. ^ Teatro Testoni Ragazzi, su Cinema in Emilia-Romagna. URL consultato il 30 aprile 2023.
  6. ^ Colonia Bolognese - I luoghi del cuore - FAI, su fondoambiente.it. URL consultato il 30 aprile 2023.
  7. ^ “Decima Legio” la colonia fascista location del nuovo video di Fedez, su L'Italia Coloniale, 8 giugno 2022. URL consultato il 30 aprile 2023.
  8. ^ Chiesa della Coronella Parrocchia Della Bv Del Carmine, 1920/00/0, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2023.
  9. ^ Chiesa di S Giacomo Curia Di Bologna, 1921 - 1921, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2023.
  10. ^ Sicari, pp.73-87.
  11. ^ Marco Poli, Cose d’altri tempi, Minerva Edizioni, 27 ottobre 2014, ISBN 978-88-7381-711-6. URL consultato il 30 aprile 2023.
  12. ^ Bologna Online, su www.bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 30 aprile 2023.
  13. ^ Guardigli, p.64.
  14. ^ Clara Masotti, Comfort estivo e risparmio energetico in architettura, Maggioli Editore, 2012, ISBN 978-88-387-7035-7. URL consultato il 30 aprile 2023.

Bibliografia modifica

  • Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire. Ildebrando Tabarroni, ingegnere bolognese (1882-1958), Bologna, CLUEB, 2012.
  • David Sicari, I luoghi dello spettacolo a Bologna, Bologna, Editrice Compositori, 2003.
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