Intervallo (musica)
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Nella teoria musicale, un intervallo è la "distanza" (in gergo "ampiezza", in termini di altezza) tra due suoni. A causa della fisiologia della percezione del suono, l'intervallo musicale non è percepito - e misurato - proporzionalmente alla differenza tra le frequenze dei suoni, ma alla differenza tra i loro logaritmi, cioè al rapporto tra le frequenze.
Tale distanza si può verificare tra due suoni prodotti consecutivamente, e in tal caso si parlerà di intervallo melodico o diacronico o salto, oppure tra due suoni prodotti simultaneamente, e si dirà intervallo armonico o sincronico o bicordo.
- Un intervallo melodico si distingue anche per la direzione, ascendente o discendente, a seconda che il secondo suono sia rispettivamente più acuto o più grave rispetto al primo.
- Un intervallo armonico è caratterizzato anche da consonanza e dissonanza, fenomeni legati all'interferenza generata dai due suoni in questione.
Gli intervalli, nella tradizione musicale europea, definiscono le distanze fra le note di una scala musicale e sono misurati in gruppi di toni e semitoni; intervalli più piccoli possono avere come unità di misura il comma o il cent.
Si noti che l'intervallo musicale è una classificazione teorica delle distanze musicali e non delle distanze acustiche che separano un suono dall'altro. Per tale motivo, non rientra nel campo dell'accordatura e del temperamento.
ClassificazioneModifica
Chiamando per necessità di chiarezza il suono più grave 1º termine e il suono più acuto 2º termine, per calcolare senza possibilità di confusione un intervallo è necessario stabilire la "distanza" e la "specie".
DistanzaModifica
La distanza identifica quanti gradi intercorrono tra i due termini contando anche i due in questione, attraverso un aggettivo numerale ordinale al genere femminile (ad esempio: Do3-Re3 = intervallo di seconda o di 2ª; Do4-Mi4 = intervallo di terza o di 3ª); gli intervalli che vanno da quello di prima a quello di ottava vengono detti primari o semplici; quelli superiori all'ottava vengono detti multipli o composti dei precedenti, vale a dire che essi sono considerati trasposizioni degli intervalli primari alle ottave superiori (ad es.: l'intervallo di 10ª è il multiplo di quello di 3ª). Solitamente nella classificazione gli intervalli multipli vengono ricondotti ai loro corrispettivi primari, tranne casi particolari riguardanti lo studio dell'armonia.
SpecieModifica
La specie è la caratteristica di un intervallo determinata dalla sue composizione in toni e semitoni. Essa viene determinata come segue:
- se il secondo termine appartiene sia alla scala maggiore che a quella frigia avente per tonica il primo termine, l'intervallo si dirà giusto (abbreviazione G); questa condizione si può avverare nel caso degli intervalli di 1ª, 4ª, 5ª e 8ª (ad es.: Do-Sol = intervallo di 5ª G);
- se il secondo termine appartiene alla scala maggiore avente per tonica il primo termine e non a quella frigia, l'intervallo si dirà maggiore (abbr. M); questa condizione si può avverare nel caso degli intervalli di 2ª, 3ª, 6ª e 7ª (ad es.: Do-Mi = intervallo di 3ª M);
- se il secondo termine appartiene alla scala frigia avente per tonica il primo termine e non a quella maggiore, l'intervallo si dirà minore (abbr. m); questa condizione si può avverare nel caso degli intervalli di 2ª, 3ª, 6ª e 7ª (ad es.: La-Sol = intervallo di 7ª m);
- se il secondo termine non appartiene né alla scala maggiore né a quella frigia avente per tonica il primo termine, la specie viene come di seguito modificata:
- se essi si sono allontanati, l'intervallo diventa progressivamente eccedente o aumentato (E), più che eccedente o più che aumentato (pE), ultra eccedente (uE); ad esempio l'intervallo Do-Fa♯ è un intervallo di 4ª A (quarta aumentata) perché è più ampio di un semitono rispetto a Do-Fa che è il corrispettivo intervallo giusto;
- se essi si sono ravvicinati, l'intervallo passerà a diminuito (D), più che diminuito (pD), deficiente (DF), più che deficiente (pDF), ultra deficiente (uDF); gli intervalli maggiori, prima di passare allo stadio di diminuiti, diventano minori (m); ad esempio l'intervallo Do-Fa♭ è un intervallo di 4ª D (quarta diminuita) in quanto più piccolo di un semitono rispetto a Do-Fa che è l'intervallo giusto; invece Do-Mi♭ è un intervallo di 3ª m (terza minore) perché più piccolo di un semitono rispetto a Do-Mi che è l'intervallo maggiore.[senza fonte]
Tavola degli intervalliModifica
Segue una tavola degli intervalli maggiormente usati. Per scelta e per limitare l'esempio, il primo termine non viene mai modificato. Questo comporta che si possono ottenere solo intervalli da più che diminuito a più che aumentato.[senza fonte]
Tavola figurata degli intervalli tra due note sul pentagrammaModifica
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «intervallo»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su intervallo
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Intervallo, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Anatomia di un'ottava di Kyle Gann
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