João Afonso (esploratore)

João Afonso (circa 1484 – 1544 o 1549) è stato un navigatore ed esploratore portoghese attivo nell'età delle scoperte. Svolse la sua attività iniziale in Portogallo e successivamente servì il re di Francia.[1][2][3].

Mappa del Mondo di Nicolas Desliens, circa 1566. Gli scritti e le Cosmografie di João Afonso (basati anche sui suoi precedenti viaggi in Oriente e Occidente) ispirarono e aiutarono la Scuola cartografica di Dieppe in Francia.
Carta del Canada di Dauphin, circa 1543, che mostra le scoperte e le esplorazioni di Cartier. Una regione esplorata dal pilota Jean Alfonse nel 1542-43
Un dettaglio dall'atlante di Abraham Ortelius del 1570, che mostra "Norvmbega" tra altri nomi più o meno leggendari per varie zone (così come diverse isole fantasma).
Costa orientale di Giava La Grande: dall'atlante di Nicolas Vallard, 1547. Copia conservata presso la National Library of Australia

Biografia

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Nato João Afonso e successivamente conosciuto in Francia come Jean Fonteneau o Alfonse de Saintonge, sposò una donna di nome Valentine Alfonse (Valentina Alfonso). Imbarcatosi a 12 anni, entrò a far parte delle Armata d'India e delle flotte commerciali portoghesi che solcavano i sette mari fino alle coste del Brasile, dell'Africa occidentale e, passando per il Capo, verso il Madagascar e l'Asia. I suoi scritti parlano di giorni lunghi tre mesi e di un vasto continente meridionale, la Terra Australis, e di Giava la Grande, che afferma di aver visto a sud del sud-est asiatico, suggerendo forse di essersi avvicinato all'Artico (in prossimità del Nord America), all'Australia e all'Antartide.

A servizio della Francia

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Prima o intorno al 1530, per alcuni motivi, si trasferì in Francia mettendosi al servizio di Francesco I. La corrispondenza degli agenti diplomatici del re del Portogallo in Francia, nella prima metà del secolo, cercò di chiarire le cause di questo cambio di schieramento. Gaspar Palha, diplomatico portoghese a Parigi nel 1531, incontrando un uomo di La Rochelle al quale chiese informazioni sul pilota Jean Alfonse, scrisse che era stato esiliato perché, essendo naufragato vicino alle coste della Bretagna in seguito a una tempesta, era stato coinvolto in una lite (a quanto pare con il suo stesso figlio maggiore) che aveva provocato la morte del figlio o di qualche uomo a bordo; e che di conseguenza era stato esiliato e non osava mostrarsi in pubblico. Si tratta però di un resoconto basato su testimonianze indirette, e potrebbero esserci state altre ragioni non criminali per l'esilio. Comunque, sembra che sia scappato dalla giustizia portoghese per qualche motivo. Jean Alfonse lasciò il paese, in seguito in compagnia della moglie e dei figli. Nel 1531, Giovanni III del Portogallo tentò di rimpatriare il pilota disertore per le sue alte qualifiche e per le sue vaste e possibili conoscenze riservate. [4] Il re stesso corrispose direttamente con Afonso, inviando lettere di perdono tramite i suoi ambasciatori e rappresentanti e successivamente scambiandosi lettere con lui in questo tentativo.

Negli anni Quaranta del Cinquecento era un pilota rinomato, che conduceva flotte in Africa e nei Caraibi, e si diceva che non avesse mai perso una nave. André Thévet cita una conversazione in cui Alfonse descrive il saccheggio di Porto Rico come corsaro. Per molto tempo si è pensato che l'eroe rabelaisiano Pantagruele fosse basato su Alfonse.

Nel 1542-43, Alfonse pilotò il tentativo di Jean-François de la Roque de Roberval di colonizzare il Canada sulle orme del terzo viaggio di Jacques Cartier. Alfonse stabilì che si poteva navigare attraverso un passaggio tra la Groenlandia e il Labrador. [citazione necessaria] L'equipaggio di 200 persone, compresi prigionieri e poche donne, trascorse un duro inverno sulle rive del fiume San Lorenzo, colpito dallo scorbuto e perdendo un quarto dei coloni prima di tornare in Francia. Durante questo viaggio, Alfonse descrisse una terra che chiamò Norumbega. [5]

Verso la fine del 1544, Alfonse partì da La Rochelle con una piccola flotta e interruppe i commerci baschi, mentre era appena stato firmato il trattato di Crépy tra Francia e Spagna. Una flotta spagnola guidata da Pedro Menéndez de Avilés lo raggiunse mentre stava tornando a La Rochelle e lo uccise in mare. Alcune fonti sostengono che questo fatale scontro sia avvenuto nel 1549. [6]

I suoi scritti furono pubblicati come "Les voyages avantureux du Capitaine Ian Alfonce" (1559), "The Rutter of Jean Alphonse" (1600) e "La cosmographie avec l'espère et régime du soleil du nord par Jean Fonteneau dit Alfonse de Saintonge, capitaine-pilote de François Ier" (manoscritto datato 1545, pubblicato per la prima volta nel 1904). In essi descrive i vari luoghi e popoli che lui e altri hanno visto, molti per la prima volta in stampa (come Gaspé, i Beothuk, l'isola di Saint-Pierre, i gioielli del Madagascar, un continente a sud di Giava) e fornisce istruzioni di navigazione su come raggiungerli.

  1. ^ Alfredo Pinheiro Marques, A cartografia do Brasil no século XVI, in Centro de Estudos de Historia e Cartografia Antiga (Instituto de Investigaçao Cientifica Tropical: Col·lecció) Separatas, 209, Centro de estudos de história e de cartografia antiga - Série Separatas, UC Biblioteca Geral 1, 1988, 1998.
  2. ^ [1] The Great Circle: Journal of the Australian Association for Maritime History, Volumes 6-9, Australian Association for Maritime History - The Association, 1984, University of Virginia
  3. ^ [2] Luis Filipe F. R. Thomaz, The image of the Archipelago in Portuguese cartography of the 16th and early 17th centuries, Persee, 1995, Volume 49 pages: 79-124
  4. ^ [3] DÉPARTEMENT D'HISTOIRE ET DE SCIENCES POLITIQUES, Faculté des lettres et sciences humaines Université de Sherbrooke DU CIEL AU BATEAU. LA COSMOGRAPHIE (1544) DU PILOTE JEAN ALFONSE ET LA CONSTRUCTION DU SAVOIR GÉOGRAPHIQUE AU XVI SIÉCLE. Dany Larochelle Bachelier en éducation (B.Ed.) de l'université du Québec à Trois-Rivières - MÉMOIRE PRÉSENTÉ pour obtenir LA MAÎTRISE ES ARTS (HISTOIRE), National Library of Canada / Bibliothèque Nationale du Canada, Sherbrooke, April 2011 Page 4.
  5. ^ DeCosta, 1890, p. 99.
  6. ^ Philip P. Boucher, France and the American tropics to 1700, JHU Press, 2008, p. 49.
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