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Khitān è un termine arabo che indica la Circoncisione nell'islam praticata secondo un rito islamico. È anche legato al termine ṭahāra, che significa 'purità rituale'. La circoncisione rituale non è una pratica richiesta dal Corano ma è "consigliata" (sunna) come una tappa con cui si introducono gli uomini al credo islamico e un segno di appartenenza alla vasta comunità islamica.[1] La circoncisione islamica è assai simile a quella ebraica, nonostante ci siano alcuni punti che le differenziano. Attualmente i musulmani sono la più grande comunità religiosa a praticare la circoncisione.

Fonti religiose modifica

Il Corano non parla di circoncisione. Al tempo di Maometto la circoncisione era praticata da diverse tribù arabe, come pure dagli ebrei, per motivi religiosi. Lo stesso Maometto era circonciso (la tradizione vuole che nascesse già circonciso). Molti dei suoi primi discepoli erano circoncisi come segno di appartenenza alla nascente comunità islamica. Questi fatti sono citati diverse volte nei ʾaḥādīth. È considerata una pratica religiosa dalle origini dell'Islam.

L'Imam Abu Hanifa, fondatore della scuola di giurisprudenza islamica, che da lui fu conosciuta come "hanafita", e l'Imām Malik sostengono che la circoncisione è una sunna muʿakkada, non obbligatoria quindi ma fortemente consigliata. Alcuni discepoli, fra cui l'Imām Shāfiʿī e Ahmad ibn Hanbal la considerano vincolante per tutti i musulmani.[2]

Note modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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