Lago Abiata
Il lago Abiata, detto anche Abàita o Hora Abaita (in amarico አሲያታ ሐይቅ, ʾÄsiyata ḥäyəḳə), è un lago salato situato nel Parco nazionale di Abiata-Sciala, a sud di Addis Abeba, in Etiopia.[1][2]
Lago Abiata | |
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Immagine satellitare dei laghi Langana (a destra), Abiata (al centro) e Sciala (a sinistra) | |
Stato | Etiopia |
Regione | Oromia |
Coordinate | 7°37′N 38°36′E |
Altitudine | 1 573 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | 205 km² |
Lunghezza | 16,6 km |
Larghezza | 14,6 km |
Profondità massima | 14 m |
Idrografia | |
Immissari principali | Bulbar, proveniente dal Lago Zuai, e Horo Kelo, proveniente dal lago Langana |
Isole | Isola dei Pellicani |
Geografia
modificaNella Guida dell'Africa Orientale del 1938 il lago viene descritto con forma irregolare, lungo 20 km e largo 18 km, con un'area di circa 230 kmq; lo specchio di acqua salmastra e saponosa è alimentato dal torrente Sucsùc, emissario del lago Zuai e dal supero del lago Langana. Durante le piene, si scarica nel lago Sciala per un torrente che affluisce al Ghìdu.[2]
Secondo lo Statistical Abstract of Ethiopia for 1967/68, il lago Abiata misurava 17 chilometri di lunghezza, 15 di larghezza e aveva una superficie di 205 chilometri quadrati. Nel suo punto più profondo raggiungeva i 14 metri. Si trova a 1573 metri sul livello del mare. Nel 1973 la superficie era scesa a 197 chilometri quadrati[1], drasticamente passati agli 88 chilometri quadrati del 2006.[1] La profondità dell'acqua è diminuita dai 13 ai 7 metri del 1989.[1] A causa dell'elevato contenuto di sale, nel lago non vivono più pesci.[1]
Utilizzo
modificaLe cause del prosciugamento del lago sono da ricercare nell'agricoltura intensiva portata avanti con fondi di aziende attive a livello internazionale (ad esempio Groupe Castel,[1] specializzato in viticoltura, e Afriflora Sher,[1] attiva nell'ambito della coltivazione delle rose), ma anche dal prelievo illegale di acqua da parte dei piccoli agricoltori ai danni degli immissari che si gettano nel lago.[1] La Abijatta-Shalla Soda Ash Company[1] (che nell'aprile 2019 era per il 45% di proprietà statale etiope) utilizza l'acqua del lago per la produzione di natron. L'azienda è accusata di aver inquinato pesantemente il lago con sostanze chimiche,[1] accuse che ha sempre rigettato.
All'angolo nord-orientale del lago si trovano diverse sorgenti termali, sfruttate a scopo ricreativo sia dai turisti che dalla gente del posto.
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j Christelle Gérard, La rose assèche les lacs d’Éthiopie, in Le Monde diplomatique, aprile 2019.
- ^ a b Guida dell'Africa Orientale Italiana, Milano, Consociazione Turistica Italiana, Guida dell'Africa Orientale1938, p. 556.
Voci correlate
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