Ledumahadi (il cui nome, in lingua sotho, significa "un grande rombo di tuono") è un genere estinto di dinosauro sauropodomorfo lessemsauride vissuto nel Giurassico inferiore, circa 200-195 milioni di anni fa (Hettangiano-Sinemuriano), in quella che oggi è la Formazione Elliot nella provincia di Free State, in Sudafrica.[1] Il genere contiene una singola specie, ossia L. mafube,[1][2] nota da un singolo esemplare, composto da uno scheletro postcraniale incompleto. Ledumahadi fu uno dei primi sauropodomorfi giganti apparsi sulla terra, raggiungendo un peso di circa 12 tonnellate (26.000 libbre), spostandosi in posizione quadrupede, nonostante non avesse evoluto arti colonnari come gli enormi sauropodi successivi.[1]

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Ledumahadi
Dimensioni di Ledumahadi a confronto con un uomo
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SuperordineDinosauria
OrdineSaurischia
Sottordine† Sauropodomorpha
Infraordine† Sauropoda
Clade† Lessemsauridae
GenereLedumahadi
McPhee et al., 2018 
Nomenclatura binomiale
† Ledumahadi mafube
McPhee et al., 2018

Descrizione

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Ledumahadi era probabilmente un animale quadrupede, come determinato dall'analisi della circonferenza dell'omero e del femore, confrontandola con quella di altri dinosauri. Gli arti anteriori dovevano essere molto grandi e robusti, in linea con quelli dei suoi parenti. Tuttavia, a differenza di quelli dei sauropodi più derivati, gli arti anteriori di Ledumahadi erano ancora piuttosto mobili e naturalmente flessi, anziché puramente colonnari per sostenere l'enorme peso dell'animale.[1][3]

Dimensioni

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Ledumahadi fu il più grande animale terrestre del suo tempo, con i suoi 9 metri (29,5 piedi) di lunghezza.[1] Si stima che gli esemplari adulti raggiungessero un peso massimo di circa 12 tonnellate (26.000 libbre); ben oltre il doppio delle stime per un qualsiasi altro sauropode Triassico (circa 3 tonnellate, in Camelotia), e significativamente più grandi delle stime più alte per Lessemsaurus, di circa 7 tonnellate; anche i primi veri sauropodi, come Vulcanodon, non raggiungevano masse così elevate; L. mafube poteva rivaleggiare in peso con sauropodi evoluti, come Diplodocus.[1][3]

Classificazione

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L'analisi filogenetica per Ledumahadi mafube è stata eseguita da McPhee e colleghi, che classificò l'animale all'interno del recentemente nominato clade Lessemsauridae, di cui fanno parte lo strettamente imparentato Antetonitrus sudafricano, ed Lessemsaurus e Ingentia dall'Argentina. Quest'ultimo non è stato possibile inserirlo nell'analisi filogenetica poiché descritto lo stesso anno. I risultati dell'analisi di McPhee e dei colleghi sono riportati nel seguente cladogramma:[1][3]


Sauropodiformes

Yunnanosaurus

Mussaurus

Aardonyx

NMQR 1551

NMQR 3314

Blikanasaurus

Camelotia

Lessemsauridae

Lessemsaurus

Antetonitrus

Ledumahadi

Leonerasaurus

Gongxianosaurus

Pulanesaura

Gravisauria

Le dimensioni di questo animale sono una svolta importanti nel quadro più ampio dell'evoluzione dei sauropodi. Essendo vissuto solo pochi milioni di anni dopo l'evento di estinzione di massa del Triassico-Giurassico, indica che questo evento ebbe poco effetto sulle dimensioni corporee all'interno del lignaggio dei sauropodi, o potrebbe non averlo influenzato affatto. Significativo è stato anche riscontrare caratteristiche non legate alle dimensioni, come gli arti non colonnari, spesso associati come un adattamento chiave all'evoluzione delle dimensioni corporee. I dinosauri ornithischi raggiunsero le loro dimensioni massime con un peso di 12-17 tonnellate. Perciò, questo doveva essere il limite massimo di peso per i dinosauri, oltre al quale avrebbero dovuto sviluppare specifici adattamenti corporei per sopportare tale massa.[1][3]

  1. ^ a b c d e f g h Blair W. McPhee, Roger B.J. Benson, Jennifer Botha-Brink, Emese M. Bordy e Jonah N. Choiniere, A giant dinosaur from the earliest Jurassic of South Africa and the transition to quadrupedality in early sauropodomorphs, in Current Biology, 2018, DOI:10.1016/j.cub.2018.07.063.
  2. ^ Ledumahadi McPhee et al. 2018, in Paleobiology Database, Fossilworks. URL consultato il 5 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2020).
  3. ^ a b c d Cecilia Apaldetti, Ricardo N. Martínez, Ignatio A. Cerda, Diego Pol e Oscar Alcober, An early trend towards gigantism in Triassic sauropodomorph dinosaurs, in Nature Ecology & Evolution, 2018, DOI:10.1038/s41559-018-0599-y.

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