La legge nº 443 del 2001[1], conosciuta anche come Legge Obiettivo, è lo strumento legislativo che stabilisce procedure e modalità di finanziamento per la realizzazione delle grandi infrastrutture strategiche in Italia per il decennio dal 2002 al 2013.[2]

Storia modifica

Emanata durante il governo Berlusconi II, la legge ha lo scopo di programmare l'ammodernamento delle infrastrutture, di definire a livello normativo, finanziario ed operativo la realizzazione delle opere pubbliche definite strategiche e di preminente interesse nazionale.[3]

Per la sua natura infrastrutturale, la legge vede il Ministero del Tesoro e quello delle infrastrutture come protagonisti delle decisioni contenute.

Risorse finanziarie modifica

Il programma del 21 dicembre 2001 prevede stanziamenti in un decennio per complessivi 125,8 miliardi di euro (circa 12 miliardi di euro l'anno), coperti per 43,2 miliardi di euro con risorse disponibili e da coprire per 82,6 miliardi di euro con risorse da raccogliere o attraverso nuovi stanziamenti pubblici o attraverso l'intervento di partner privati.[4]

Le critiche modifica

Molte delle critiche riguardano il fatto che le opere previste dalla legge sono, per quasi i due terzi del totale, non finanziate. Questo rischierebbe di far avviare contemporaneamente un gran numero di progetti senza poi avere la possibilità reale di concluderli se non aumentando la spesa pubblica.[5]

Note modifica

  1. ^ *** NORMATTIVA ***, su normattiva.it. URL consultato il 28 ottobre 2016.
  2. ^ Legge n. 443 del 2001, su camera.it. URL consultato il 28 ottobre 2016.
  3. ^ Ministero delle infrastrutture Archiviato il 7 marzo 2010 in Internet Archive.
  4. ^ Copia archiviata, su oice.it. URL consultato il 28 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2007).
  5. ^ Lavoce.info - ARTICOLI - Se alle grandi opere mancano le fondamenta. Della valutazione Archiviato il 18 giugno 2013 in Internet Archive.
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