Il locativo è un caso originario della lingua protoindoeuropea, attestato in varie lingue antiche ed attualmente presente solo nelle lingue baltiche, in alcune lingue slave e nella lingua sanscrita[1].

La sua funzione negli idiomi antichi era quella di indicare la posizione sia spaziale che temporale (corrispondente quindi al complemento di stato in luogo e di tempo determinato),ma nelle lingue baltiche e nelle lingue slave in cui è ancora utilizzato indica anche il complemento di argomento e altri complementi, a seconda delle preposizioni da cui è preceduto.

La sua scomparsa in lingue più moderne è dovuta ad una generale tendenza alla semplificazione e nello specifico al sincretismo, cioè fusione delle funzioni dei casi e conseguente riduzione del loro numero[2].

La lingua protoindoeuropea aveva le seguenti desinenze per il locativo[3][4]:

Declinazione Singolare Duale Plurale
Atematica *-i, *-Ø (nessuna uscita) *-ows (*-ou) *-su
Tematica (*-e/o) *-ey, (*-ei), *-oy, (*-oi) *-eyows, -*oyows (*-ou) *-oysu

Latino modifica

Il caso locativo, ancora attivo nel latino arcaico, permane nel latino classico solo per alcune sostantivi e ed espressioni di uso comune, nomi di città o piccola isola, e relitti di valore avverbiale. Le uscite attestate in latino arcaico e modificate dal latino classico sono le seguenti:

Declinazione Latino arcaico Latino classico
Prima -ai -ae
Seconda -ei / -oi -i
Terza -ei / - e -i / -e
Quarta -i -i
Quinta -i (?) / - e -i (?) / -e

Dal prospetto si vede il motivo per cui esiste la tendenza comune, ma errata, di associare il locativo (singolare) al genitivo per le prime due declinazioni e la dativo/ablativo per la terza e per la quinta. Questo è solo un artificio di alcune grammatiche usato per dare una regola mnemonica [5]. La somiglianza/coincidenza fonetica è solo frutto dell’evoluzione della lingua e del sincretismo linguistico che hanno indotto nel tempo un’omofonia del locativo con altri casi. Le forme plurali di locativo si erano già fuse con l’ablativo per somiglianza e quindi le terminazioni sono -is or -ibus (cfr. Athenis e non in Athenis, Trallibus e non in Trallibus).

Di seguito si riportano alcuni nomi di città o di piccola isola che hanno forme attestate di locativo, insieme a forme avverbiali cristallizzate di antichi locativi e i nomi comuni che possiedono un locativo in quanto tali (in corsivo) cioè non trasformati in avverbi:

DECLINAZIONI
Prima Seconda Terza Quarta Quinta
Alba, -ae

Albae

(ad Alba)

Ariminum, -i

Arimini

(a Rimini)

Mediolanum, - i

Mediolani

(a Milano)

Calaris, -is

Calari/Calare

(a Cagliari)

Domus, -us

Domi

(a casa)

Dies, -ei

Die/Diu*

(avv.: di giorno)

Creta, -ae

Cretae

(a Creta)

Assisium, -ii

Assisii

(ad Assisi)

Tarantum, -i

Taranti

(a Taranto)

Carthago, -inis

Carthagini

(a Cartagine)

Senatus, -us

Senati

(in senato)

*Pri + die

Pridie

(avv: il giorno prima)

Florentia, -ae

Florentiae

(a Firenze)

Asculum, -i

Asculi

(ad Ascoli)

Samus, -i

Sami

(a Samo)

Neapolis, -is

Neapoli

(a Napoli)

Hoc die

Hodie

(avv.: oggi)

Melita, -ae

Melitae

(a Malta)

Brundisium, -i

Brundisii

(a Brindisi)

Sutrium, -i

Sutri

(a Sutri)

Tibur, -is

Tiburi

(a Tivoli)

Posteri die

Postridie

(avv.: domani)

Setia, -ae

Setiae

(a Sezze)

Barium, - ii

Barii

(a Bari)

Rhodus, -i

Rhodi

(a Rodi)

Lux, -cis

Luci

(avv.: di giorno)

*Per + die

Perendie

(avv.: dopodomani)

Roma, -ae

Romae

(a Roma)

Cingulum, -i

Cingoli

(a Cingoli)

Teanus, -i

Teani

(a Teano)

Rus, -ris

Ruri/Rure

(in campagna)

*quot(t)ei-die

Cotidie

(avv.: ogni giorno)

Militia, -ae

Militiae

(in guerra)

Clusium, -i

Clusii

(a Chiusi)

Animus, -i

Animi

(nell’animo)

Tempus, -oris

Tempori/Temperi

(avv: a proposito)

*mediei-die

Meridie

(avv.: a mezzogiorno)

Vicinia, -ae

Viciniae

(nel vicinato)

Corinthus, -i

Corinthi

(a Corinto)

Bellum, -i

Belli

(in guerra)

Vesper, -is

Vesperi**

(avv.: di sera)

Cyprus, -i

Cypri

(a Cipro)

Focus, -i

Foci

(al centro)

Drepanum, -i

Drepani

(a Trapani)

Humus, -i

Humi

(a terra)

Lanuvium, -i

Lanuvi

(a Lanuvio)

*Per + ager

Peregri

(avv.: all’estero)

*Diu: è una forma arcaica cristallizzata del locativo di dies, dalla forma dieues imparentata col greco Zeus [6][7][8]. Da diu per analogia esiste un altro avverbio noctu, di notte, da nox, noctis (cfr. Diu noctuque).

**Vesperi: il sostantivo di origine può essere sia di seconda che terza declinazione (Vesper, vesperi; Vesper, vesperis).


Espressioni comuni in cui si può incontrare il locativo sono:

  • Domi bellique: in tempo di pace e di guerra
  • Domi militiaeque: in tempo di pace e di guerra
  • Die quarto (arcaico die quarti, in cui si vede la forma propria del locativo nell’aggettivo di prima classe): il quarto giorno
  • Sanus mentis et animi est (animi è inteso come locativo [9]): sano nella mente e nell’animo
  • Terra marique (due ablativi, anche se mari potrebbe essere un locativo): per terra e per mare, dappertutto.
  • Infelici arbori: sull’albero sterile (di cattivo augurio).

Alcune note: modifica

  • In genere le concordanze con le aggettivi al locativo sono evitate e si preferisce l’uso di in + l’ablativo (in magna domo). Eccezioni riguardano le espressioni sopra citate che contengono un aggettivo, aggettivi possessivi (domi meae) e aggettivi che fanno parte dei toponimi (Apuli Teani, Albae Longae).
  • Avverbi di tempo e luogo probabilmente derivati da locativi di sostantivi non esistenti in latino sono heri/e (ieri) e foris (fuori).
  • Un ulteriore avverbio mani/mane (di mattina da cui in italiano stamani e domani) sembrerebbe essere invece un regolare ablativo.[4]
  • Possibili antichi locativi sono avverbi di (stato in) luogo derivati da pronomi quali ubi, ibi, hic, istic, illic.[4][10][11]
  • Si ritiene, infine, che il modo verbale infinito attivo latino (e italiano) derivi dal locativo dei sostantivi corrispondenti mentre l’infinito passivo latino sia invece riconducibile al dativo.[12][13][14][15]

Greco antico modifica

Anche in greco antico il locativo è ridotto a un semplice relitto (è stato assorbito dal dativo) e ne rimangono tracce, riconoscibili per l'uscita in -ι, in parole come χαμαί a terra, οἴκοι a casa, αἰεί sempre, ἐκε qui, ecc.

In etrusco (lingua non indoeuropea) modifica

In etrusco si forma aggiungendo -i al tema del nome.[16]

Es. tmia (tempio) → tmiai (nel tempio); divenuto poi tmie per (ai > e)

Per formare il locativo si può aggiungere anche il suffisso -θi , che significa "nel".[16]

In ittita modifica

In ittita si può aggiungere -i o -ya per il singolare, mentre - per il plurale.[17]

Es. laḫḫa (spedizione militare) → laḫḫi o laḫḫya (nella spedizione militare); laḫḫ (nelle spedizioni militari)

In lituano modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Grammatica lituana.

In sanscrito modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Grammatica sanscrita.

In sanscrito, lingua parlata tuttora in India, si aggiunge il suffisso -i al singolare, -os al duale e -su al plurale.

Note modifica

  1. ^ La lingua sanscrita è tuttora parlata da alcuni locutori come madrelingua.
  2. ^ A. Erhart, Indoevropské jazyky: srovnávací fonologie a morfologie, Praha: Academia, 1982.
  3. ^ E. R. Luján, Á. López Chala "Chapter 9 Reconstructing Semantic Roles: Proto-Indo- European *-bhi". In Reconstructing Syntax Leiden, The Netherlands: Brill., 2020, https://doi.org/10.1163/9789004392007_010
  4. ^ a b c Morfologia nominale flessionale, Prof. ssa Paola Cotticelli, https://www.corsi.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid426202.pdf
  5. ^ Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Pàtron, Bologna, 2007, pagg. 201-204
  6. ^ Plauto: lettura di amphitruo: arg. II, Università di Bologna, https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwib677e-_KCAxWBV0EAHUGsDUYQFnoECA4QAQ&url=http%3A%2F%2Flinclass.classics.unibo.it%2FDidattica%2Fdownload%2FPlauto2007.pdf&usg=AOvVaw2_QW71NF1N6b6MZuW-FcDm&opi=89978449
  7. ^ Dies and the fifth declension, https://latin.stackexchange.com/questions/11024/dies-and-the-fifth-declension
  8. ^ Sintesi della morfologia nominale e verbale, Università di Chieti, https://www.dilass.unich.it/sites/st06/files/sintesi_morfologia.pdf
  9. ^ W. M. Lindsay, Syntax of Plautus http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0070:chapter=2
  10. ^ Allen and Greenough's New Latin Grammar for Schools and Colleges J. B. Greenough, G. L. Kittredge, A. A. Howard, Benj. L. D'Ooge, Ed. https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0001:part=1:section=28
  11. ^ Hic and Ibi in Latin, The American Journal of Philology, Vol. 103, No. 1 (Spring, 1982), pp. 99-101, The Johns Hopkins University Press.
  12. ^ Il caso curioso dell’infinito soggetto in latino. In G. Marotta, F. Rovai (a cura di), Ancient Languages between Variation and Norm. Numero monografico di «Studi e Saggi Linguistici», LIII (2), 401-418.
  13. ^ F. Stolz, M. Leumann, Lateinische Grammatik, Beck, Monaco, 1977.
  14. ^ A. Ernout, F. Thomas, Syntaxe latine, Klincksieck, Parig, 1964.
  15. ^ C. Bennett, Syntax of Early Latin, Olms, Hildesheim. 1914.
  16. ^ a b Mauro Cristofani (a cura di), Etruschi, Giunti Gruppo Editoriale, 1984, p. 211.
  17. ^ Paola Cotticelli Kurras, Grammatica ittita (PDF), 2005-2006. URL consultato il 28 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2013).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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