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Santa Lucina (... – ...) è venerata da tempi lontani come santa dalla Chiesa cattolica, visse nella Roma dei primi secoli.

Santa Lucina di Roma

Vergine e martire

 
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza30 giugno
Patrona diRosate[1]

Vita modifica

Le fonti purtroppo non concordano con i dettagli. Esistono due versioni della vita di una matrona romana di nome Lucina e di fede cristiana. Ovviamente, è possibile anche che siano esistite entrambe.

Lucina matrona del I secolo modifica

Secondo una versione, Lucina sarebbe vissuta nel I secolo (o a cavallo tra il I e il II); battezzata da san Pietro in persona, visitava i cristiani nelle carceri - tra i quali Processo e Martiniano.[2]

Secondo De Rossi, Lucina è il nome che assunse con il battesimo la matrona Pomponia Grecina, moglie di Aulo Plauzio, che Tacito scrive esser stata accusata di seguire "superstizioni straniere" (e poi assolta: Annali, 13,32). Il ritrovamento nelle Cripte di Lucina, oggi inglobate nelle Catacombe di san Callisto, di tombe di possibili suoi parenti o discendenti (Pomponius Bassus, Pomponius Grekeinus) dà all'ipotesi una certa solidità.[3]

D'altra parte, il Liber pontificalis riporta che una certa Lucina (detta "beata") raccolse di notte le spoglie di papa Cornelio e le depose in una cripta di sua proprietà nel "Cimitero di Callisto".[4] Siccome però papa Cornelio morì nell'anno 253, quest'affermazione riporterebbe anche le Cripte di Lucina alla seconda versione (v. sotto).

Lucina matrona del III secolo modifica

Secondo l'altra versione, Lucina di Roma visse nel III secolo o a cavallo tra il III e il IV, curò la sepoltura di vari martiri, tra cui Sebastiano (ucciso nel 288) e Marcelliano e concesse la propria abitazione per le riunioni religiose; questa fu poi trasformata in vera e propria chiesa, consacrata ufficialmente da Sisto III nel 440, e oggi è, con le trasformazioni occorse nei secoli, la Basilica di San Lorenzo in Lucina, nel centro storico di Roma.[2]

Culto modifica

La prima menzione ufficiale di Lucina come santa è attribuita a sant'Adone di Vienna in Francia (IX secolo), che la incluse nel suo Martirologio in corrispondenza del 30 giugno, e riportò anche notizie sulla sua vita.[2][5]

Le reliquie furono ritrovate nelle Catacombe di san Sebastiano e poi trasportate nel 1621 a Massalubrense vicino a Sorrento, con l'autorizzazione di papa Gregorio XV. Durante la prima metà del XX secolo, il vescovo di Sorrento le donò al cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano; questi a sua volta nel 1933 le donò alla parrocchia di santo Stefano a Rosate, guidando di persona la processione che accompagnò la consegna delle reliquie.[1]

Nel vecchio Martirologio Romano santa Lucina è descritta con queste parole: A Roma, commemorazione di santa Lucina, discepola degli Apostoli, che, provvedendo con i suoi beni alle necessità dei santi, visitava i Cristiani detenuti in carcere e provvedeva alla sepoltura dei Martiri; accanto ai quali anche lei fu sepolta, in una cripta da lei stessa costruita.[6]

Note modifica

  1. ^ a b Santa Lucina, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 9 luglio 2020.
  2. ^ a b c (DE) J.Schäfer, Lucina von Rom, su Ökumenisches Heiligenlexikon, 2017. URL consultato il 28 giugno 2020.
  3. ^ (EN) Crypt of Lucina, su CatholiCity. URL consultato il 28 giugno 2020.
  4. ^ Le Cripte di Lucina, su Roma rubata. URL consultato il 28 settembre 2022.
  5. ^ (LA) Ado Viennensis, Martyrologium (PDF), su Documenta Catholica Omnia, p. 48(296). URL consultato il 28 giugno 2020.
    «Item natalis beatissimae Lucinae, discipulae Apostolorum»
  6. ^ Traduzione libera da: (LA) Vetus Martyrologium Romanum (PDF), su Catholica Documenta Omnia. URL consultato il 28 giugno 2020. Data: 30 giugno.
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