Lucio Mammio Pollione

Lucio Mammio Pollione (in latino: Lucius Mammius Pollio; Herculaneum, 7 circa – dopo il 49) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Lucio Mammio Pollione
Console dell'Impero romano
Nome originaleLucius Mammius Pollio
Nascita7 circa
Herculaneum
Mortedopo il 49
GensMammia
Consolatomaggio-giugno? 49 (suffetto)

Biografia modifica

Pollione apparteneva alla gens Mammia, ricca famiglia originaria della città di Herculaneum[1][2][3][4], di cui sono attestati due tribuni militari equestri di età augustea[5][6].

Non molto è noto della carriera di Pollione, homo novus[3][4]. La prima attestazione è, infatti, già come console designato, quando, all'inizio del 49, egli, su esortazione della fazione di Agrippina (di cui Pollione faceva chiaramente parte[3][4], essendo molto vicino a Lucio Vitellio[7]), propose di pregare Claudio di promettere la figlia Claudia Ottavia in moglie al figlio di Agrippina, Lucio Domizio Enobarbo:

(LA)

«Placitum dehinc non ultra cunctari, sed designatum consulem Mammium Pollionem ingentibus promissis inducunt sententiam exponere, qua oraretur Claudius despondere Octaviam Domitio, quod aetati utriusque non absurdum et maiora patefacturum erat. Pollio haud disparibus verbis ac nuper Vitellius censet; despondeturque Octavia.»

(IT)

«Si stabilì, senz'altro, di non attendere oltre e si indusse con grandissime promesse il console designato Mammio Pollione a proporre di rivolgere un preghiera a Claudio perché acconsentisse a promettere in isposa Ottavia a Domizio, il che non era poi tanto in contrasto con l'età di ambedue e, d'altra parte, avrebbe aperto a loro più splendido avvenire. Pollione si servì di espressioni press'a poco simili a quelle di cui poco prima si era servito Vitellio; Ottavia fu così promessa a Nerone.»

Infine, Pollione è attestato al vertice dello stato romano: egli fu infatti console suffetto al fianco di Quinto Allio Massimo[8] da maggio a forse giugno del 49[3]. Dal momento che il ricco liberto Lucio Mammio Massimo, ricco Augustalis[9], fece erigere a proprie spese nel 49/50[3] un gruppo statuario di alcuni esponenti della famiglia giulio-claudia ad Herculaneum[2][10], è stato proposto che l'iniziativa fosse stata attivamente promossa da Pollione[1][3].

Dopo il suo consolato, Pollione scompare dalla storia.

Note modifica

  1. ^ a b G. Camodeca in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 101-163, in particolare 115 e 122.
  2. ^ a b G. Guadagno, Note prosopografiche ercolanesi: i Mammii e L. Mammius Maximus, in Cronache ercolanesi, 14 (1984), pp. 149-156.
  3. ^ a b c d e f A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 525-526.
  4. ^ a b c P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 187.
  5. ^ CIL X, 1449
  6. ^ CIL X, 1476.
  7. ^ P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 204.
  8. ^ CIL XI, 6236.
  9. ^ CIL X, 1452.
  10. ^ CIL X, 1413 (Livia); CIL X, 1415 (Germanico); CIL X, 1417 (Antonia minore); CIL X, 1418 (Agrippina minore); AE 1979, 172 (Augusto); AE 1979, 173 (Tiberio); AE 1979, 175 (Nerone).

Bibliografia modifica

  • PIR2 M 126 (Petersen).
  • A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 525-526.