Madonna Ghibertiana di tipo A

scultura di Filippo Brunelleschi conservata a palazzo Davanzati a Firenze

La Madonna col Bambino (detta anche Madonna Ghibertiana di tipo A) è una scultura in stucco e gesso (68x43 cm) variamente attribuita, che si trova in numerosi esemplari, uno dei più significativi tra i quali è a palazzo Davanzati a Firenze.

Madonna col Bambino
AutoreLorenzo Ghiberti o Filippo Brunelleschi
Data1402-1405 circa
Materialestucco e gesso
Dimensioni68×43 cm
UbicazionePalazzo Davanzati, Firenze

Storia e descrizione modifica

 
La Madonna di tipo "B"

Esistono due tipi di Madonna col Bambino a mezzo busto conosciuti in molte repliche ciascuno. In entrambi Maria tiene in braccio il figlio, che è a figura intera, e che le si avvicina al volto fino a sfiorarlo, ruotando la schina verso di lei e tenedo il braccio sinistro alzato e piegato al gomito verso il collo della madre. Il tipo "A" è caratterizzato dai piedi del bambino incrociati e soprastanti la mano sinistra della madre; nel tipo "B" invece la mano della Madonna copre i piedi del Bambino, e il velo di lei ha una forma diversa, che avvolge anche Gesù. Ciascuna fa parte di una serie replicatissima nel Quattrocento fiorentino, delle quali non si conoscono gli esemplari originari (forse marmorei?).

Entrambe sono riferite tradizionalmente alla bottega di Lorenzo Ghiberti (da Luciano Berti in poi). In particolare, per il tipo A si conoscono circa ottanta esemplari[1] (elencati da Gentilini). L'attribuzione si basava sulla presenza nel gradino di una delle repliche (quella al Bode Museum) di un rilievo di Eva ripreso dalla Porta del Paradiso.

Nel 2003 invece Luciano Bellosi (nel catalogo della mostra per il cinquecentenario di Masaccio), rileggendo alcune caratteristiche stilistiche e certi grafismi derivati dall'arte classica, la attribuì al Maestro del San Pietro di Orsanmichele, che altro non sarebbe se non il giovane Filippo Brunelleschi, del quale si ignorano sommamente gli inizi come scultore. L'opera in particolare sarebbe attribuibile al 1402-1405, subito dopo il concorso per la porta nord del Battistero. La proposta di Bellosi, sebbene molto tenuta in considerazione tra gli studiosi della cerchia fiorentina, non ha trovato ancora una piena accoglienza in ambito internazionale, dove i musei riferiscono ancora le copie in loro possesso a Ghiberti e alla sua bottega.

Un'altra tipologia, con poche varianti, è poi attribuita a Nanni di Bartolo.

Note modifica

  1. ^ TCI, Guida d'Italia, Firenze e provincia, cit., pag. 247.

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