Nella musica vocale viene detto melisma (dal greco: μέλος, melos, "aria, melodia, canto") quel tipo di ornamentazione melodica che consiste nel caricare su una sola sillaba testuale un gruppo di note ad altezze diverse. La vocale della sillaba viene emessa per corrispondenza con le varie note, e quindi cantata modulando l'intonazione, ma in linea di principio senza interrompere l'emissione vocale. Il melisma viene solitamente impiegato con funzione espressiva, oltre che virtuosistica.

Viene talvolta chiamato anche jubilus, ma lo jubilus esprime il sentimento ed il melisma è più propriamente la sua realizzazione melodica.

Il melisma nella musica occidentale modifica

Storicamente esiste una lunga tradizione legata all'utilizzo frequente di melismi anche composti di molte note. La musica con queste caratteristiche viene detta melismatica, in contrapposizione con la musica in stile cosiddetto sillabico, in cui ad ogni nota corrisponde una sillaba.

Nella musica occidentale un esempio notabile di stile melismatico è il canto gregoriano, ma svariati esempi si possono trovare anche nella musica profana e in quella di altre culture.[senza fonte]

Sebbene si possano trovare esempi di melisma anche nella musica moderna e contemporanea, di solito questi comprendono non più di 2-3 note e comunque sono rari i brani che ne prevedono un utilizzo intenso. Questo tuttavia non riguarda la musicalità del flamenco che invece lo usa molto frequentemente per sottolineare il testo. In tal senso il flamenco è una forma di canto che sottolinea la parola.

Il melisma nella liturgia ebraica modifica

Nella tradizione ebraica il melisma è ancora attualmente usato nella lettura della Torah e nello sviluppo della liturgia.

Nel Testo masoretico i primi melismi compaiono a partire dal VII secolo.

I Teamim (ebraico טַעֲמֵי הַמִּקְרָא, ta'amei ha-mikra o breve טעמים te'amim, singolare טַעַם, enfasi ta'am, yiddish טראָפּ trop, in tedesco anche trope) sono allo stesso tempo segni di accento, segni di interpunzione e segni per i melismi. Questi segni sono presenti nel testo masoretico della Bibbia ebraica, oltre alle consonanti e alle vocali, e definiscono la recitazione musicale nel culto ebraico. I Teamim sono stati sviluppati e definiti dai Masoreti nell'alto Medioevo. Alcuni di questi segni sono stati utilizzati anche nei manoscritti medievali della Mishnah.

Il melisma nel canto gregoriano modifica

Nel canto gregoriano il melisma è un modo di ornamentazione estremo, di tradizione antichissima, dove su una sola sillaba vengono sviluppati numerosi neumi che possono comprendere parecchi incisi.

In un pezzo di canto gregoriano lo stile melismatico amplifica una sillaba con dei neumi composti che possono essere costituiti da pochi elementi neumatici fino a una frase musicale completa.

Il melisma ha un preciso significato liturgico: il linguaggio liturgico è un linguaggio celeste che esprime la gioia eterna e divina. Questa gioia è inesprimibile e, per liberarla dall'imperfezione delle parole, viene rappresentata da un lungo melisma melodico senza parole. Sant'Agostino insegnava: "Chi gioisce non può esprimersi con parole".

I melismi vengono ritrovati in particolari pezzi della messa come nell'Alleluia o nel Kyrie e denotano un'origine antica.

Esempio di Alleluia: Vigilia di Natale:

 

Il canto "Alleluia Pascha Nostrum"

Esempio di stile melismatico: ultima ripresa del Kyrie "Fons bonitatis":

 

Le parole iniziali del Kyrie eleison

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