Militia (Léon Degrelle)

Durante il suo esilio, Léon Degrelle pubblica dei libelli di argomento storico-politico; il più noto è Militia, il cui titolo originale era Les Âmes qui brûlent (Le anime che bruciano).

Militia
Titolo originaleLes Âmes qui brûlent
AutoreLéon Degrelle
1ª ed. originale1964
1ª ed. italiana1977
Generesaggio
Sottogenerepolitico
Lingua originalefrancese

Il titolo della prima parte la dice lunga: «I cuori vuoti», la decadenza del mondo moderno è descritta nelle pagine di questo primo capitolo pieno di domande rivolte a se stesso e al lettore, indice della totale malinconia ancorata nel cuore di Degrelle; aveva sognato «un secolo di cavalieri, forti e nobili» invece si ritrova stordito col suo «carico di sogni tramontati».

Nel secondo capitolo denuncia che «i giardini interiori dell'uomo hanno perduto i loro colori e i loro canti di uccelli». L'unico rimedio alla morte dell'Uomo è il sacrificio che per Degrelle coincide con l'amore. Sostiene che «la felicità esiste solo nel dono, nel dono completo; il suo disinteresse gli conferisce sapori d'eternità», il donarsi completamente è l'unico amore, l'unico che possa dare la felicità eterna; Degrelle dice esplicitamente che l'arte del dono rende dolorosa la vita terrena, ma la cosa più importante è essere puri nel cuore e agire con amore, sempre e comunque. Dobbiamo prendere esempio dai Santi, i quali ci dimostrano che «la perfezione è accessibile a tutti», con una lenta ma inesorabile vittoria sulle debolezze umane; quando riusciremo a controllare noi stessi avremo la forza di comandare gli altri - un po' come la Grande Guerra Santa di Julius Evola.

Nel dodicesimo e nel tredicesimo capitolo Degrelle ha uno sfogo religioso e chiede perdono a Gesù per l'indifferenza degli uomini verso il dolore da lui provato sulla croce. Tuttavia pone all'uomo una natura d'origine divina, e per tanto non dà per scontato il fallimento della conversione ai valori spirituali.

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