Galassia nana ultra-compatta

tipologia di galassie nane
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Per Galassia nana ultra-compatta (GNUC) (in inglese Ultra-Compact Dwarf Galaxy, UCDG) si intende una tipologia di galassie nane recentemente identificata, di bassa luminosità e dalle esigue dimensioni, mediamente comprese tra 30 e 300 anni luce, ma che risultano tra gli oggetti più densi conosciuti giungendo a contenere fino a 200 milioni di stelle.

La loro scoperta è avvenuta a seguito delle osservazioni effettuate tra il 1999 e il 2001 nell'ambito del Fornax Cluster Spectroscopic Survey, uno studio mirato ad effettuare misurazioni spettrosopiche del redshift di oggetti situati nella direzione prospettica della costellazione della Fornace[1]. Pertanto, alcuni oggetti di debole luminosità che fino ad allora erano considerati stelle appartenenti alla Via Lattea, mostravano invece velocità di allontanamento che corrispondevano a distanze dell'ordine di 60 milioni di anni luce dalla Terra[2]. Tali oggetti si sono rivelati essere una categoria di galassie fino ad allora sconosciuta. La loro luminosità è bassa e la popolazione stellare antica con un'età quasi sovrapponibile a quella dello stesso Universo. Successive osservazioni hanno documentato l'esistenza delle galassie nane-ultra-compatte anche in altre regioni dell'Universo osservabile, come l'Ammasso della Vergine, l'ammasso Abell 1689 e l'Ammasso della Chioma[3][4].

Un esempio di GNUC è la galassia M60-UCD1, satellite di M60, situata a circa 54 milioni di anni luce dalla Terra, che è una delle galassie più dense conosciute in quanto il 50% della sua massa è concentrata in soli 160 anni luce[5]. Altri esempi sono M85-HCC1 e M59-UCD3, quest'ultima considerata la galassia più densa al momento conosciuta.

Si ipotizza che le galassia nane ultra-compatte si siano formate nelle prime fasi della vita dell'Universo e siano il risultato delle collisioni di galassie o che si siano formate da stelle situate nelle periferie galattiche, strappate via dalle forze mareali, durante il transito attraverso densi ammassi di galassie[2]. Ad avvalorare l'ipotesi dell'origine delle GNUC da galassie di maggiori dimensioni spogliate di materia a causa dell'interazione gravitazionale di altre galassie, è la scoperta della presenza, al centro di M60-UCD1, di un buco nero supermassiccio di 21 milioni di masse solari che rappresenta ben il 15% della massa complessiva della galassia[6]. Si suppone che M60-UCD1 fosse una galassia dotata di almeno 10 miliardi di stelle, a fronte degli attuali 140 milioni di masse solari, che probabilmente circa 10 miliardi anni fa in un processo durato 500 milioni di anni, transitando nei pressi di M60, è andata incontro all'impoverimento di stelle e materia oscura inglobate dalla galassia più massiccia.

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Note modifica

  1. ^ (EN) S. Phillipps, M. J. Drinkwater e M. D. Gregg, Ultracompact Dwarf Galaxies in the Fornax Cluster, in The Astrophysical Journal, vol. 560, n. 1, 1º gennaio 2001, p. 201, DOI:10.1086/322517. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  2. ^ a b M. J. Drinkwater, M. D. Gregg e M. Hilker, A class of compact dwarf galaxies from disruptive processes in galaxy clusters, in Nature, vol. 423, n. 6939, pp. 519-521, DOI:10.1038/nature01666.
  3. ^ (EN) S. Mieske, M. Hilker e I. Misgeld, The specific frequencies of ultra-compact dwarf galaxies, in Astronomy & Astrophysics, vol. 537, 1º gennaio 2012, DOI:10.1051/0004-6361/201117634. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  4. ^ (EN) Chengze Liu, Eric W. Peng e Elisa Toloba, The Most Massive Ultra-compact Dwarf Galaxy in the Virgo Cluster, in The Astrophysical Journal Letters, vol. 812, n. 1, 1º gennaio 2015, pp. L2, DOI:10.1088/2041-8205/812/1/L2. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  5. ^ (EN) Brooke Boen, M60-UCD1: An Ultra-Compact Dwarf Galaxy, in NASA, 20 maggio 2015. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  6. ^ Anil C. Seth, Remco van den Bosch e Steffen Mieske, A supermassive black hole in an ultra-compact dwarf galaxy, in Nature, vol. 513, n. 7518, pp. 398-400, DOI:10.1038/nature13762.

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