Oleg Georgovič Gazenko

scienziato russo

Oleg Georgovič Gazenko (12 dicembre 191817 novembre 2007) è stato un medico, militare e ricercatore russo, ex direttore del Institute of Biomedical Problems di Mosca, onorato con il Premio Demidov nel 1998.

Fino alla sua morte, lavorò come consigliere di Anatoly Grigoriev, l'attuale direttore dell'Istituto.

Attività professionale modifica

Tra i principali scienziati dietro al progetto di animali sovietici nello spazio, selezionò ed addestrò Laika, il cane che volò sullo Sputnik 2. La missione non prevedeva che Laika tornasse a casa; morì entro le prime ore per surriscaldamento e stress.

Gazenko avviò il programma Cosmos biosatellite nonhuman primate, che fu di grande successo fin dalla sua nascita nel 1979. Egli ricorda come fu difficile decidere di far volare un primate per la prima volta:

«Era ovvio per noi che dovevamo far volare le scimmie se volevamo risolvere i grandi interrogativi sul volo spaziale con equipaggio umano. Ma la nostra esperienza fu con altri animali, come i topi e i cani, perciò non ci azzardammo a far volare le scimmie a lungo”. Lo stretto contatto con i ricercatori di primati americani fu prezioso, Gazenko disse: "Loro ci aiutavano a superare la barriera mentale.»

Gazenko fu coinvolto nelle ricerche sulla vita nello spazio dal tardo 1950. Trovò grandi benefici conducendo esperimenti biologici nello spazio, particolarmente sugli animali. Molti oppositori del volo di animali nello spazio credono che tali voli non siano più giustificati perché l'uomo oggi è completamente in grado di vivere e lavorare nello spazio per lunghi periodi. Questa argomentazione si basa sulla mancanza di comprensione. Gazenko disse:

«È vero che permettiamo all’uomo di andare nello spazio perché sappiamo molto sui potenziali pericoli. Ma non li conosciamo tutti, e non possiamo garantire al 100% la sicurezza. La nostra fiducia nel consentire lunghi voli umani nello spazio ha a che fare sulla vicinanza alla Terra. Abbiamo un buon sistema di monitoraggio medico a bordo. È possibile inviare segnali di allarme a terra, se un membro d'equipaggio è in pericolo e, se necessario, il volo può essere terminato. Oggi poiché queste missioni sono svolte nell’orbita terrestre, non ci si mette troppo tempo a far tornare gli uomini a terra. Su missioni lunari o interplanetarie, la situazione sarebbe drasticamente differente. Allora capiremmo certamente l’inadeguatezza delle nostre conoscenze. Dobbiamo continuare le nostre osservazioni, non solo sugli esseri umani, ma anche sugli animali, per essere sicuri di poter far fronte a questi diversi problemi.»

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