Papiro Prisse
Il Papiro Prisse è un papiro egizio conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi che deve il suo nome al suo scopritore Émile Prisse d'Avennes.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Papyrus_Prisse_187.jpg/220px-Papyrus_Prisse_187.jpg)
Il papiro, rinvenuto dagli abitanti di Gurna nella Necropoli di Tebe, fu da loro donato nel 1847 all'archeologo francese Prisse d'Avennes che lo pubblicò. Lungo più di sette metri, è ritenuto il più antico manoscritto conosciuto ed è risalente al Medio Regno.[1] L'eccezionale stato di conservazione fa supporre che fosse contenuto e quindi sia stato rinvenuto in una delle tombe della necropoli.[2]
Diviso in due parti, contiene nella prima, incompleta, gli Ammaestramenti di Kagemni, visir dei faraoni Huni e Snefru;[3] nella seconda vi sono riportate le Massime di Ptahhotep, opera morale composta da Ptahhotep visir di Djedkhau, sovrano appartenente alla V dinastia egizia.[4]
Il testo divenne poi uno dei fondamenti nell'addestramento degli scribi[5]
Note
modifica- ^ Mary Norton, Prisse d'Avennes
- ^ Le papyrus Prisse "Le plus ancien livre du monde"
- ^ William Kelly Simpson, The Literature of Ancient Egypt: An Anthology of Stories, Instructions, and Poetry, New Haven and London, Yale University Press, 1972
- ^ Le papyrus Prisse. Un recueil de sagesse de l'Égypte ancienne
- ^ La letteratura ieratica (PDF), su mediterraneoantico.it, 1º luglio 2018.
Bibliografia
modifica- Alessandro Roccati, La scrittura testuale nell’Egitto del II millennio a.C (PDF), p. 918.
- Papyrus Prisse. Le plus vieux livre du monde (PDF), su classes.bnf.fr. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
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